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Il Green Public Procurement può dare impulso a produzioni più sostenibili nell’industria, soprattutto attraverso l’implementazione di criteri standardizzati, e quindi stimolare la domanda di prodotti verdi sia nei mercati pubblici che privati. Questo policy briefing delinea una proposta di revisione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli acquisti pubblici per i materiali dell’edilizia, tra cui il cemento e l’acciaio, settori molto energivori la cui decarbonizzazione richiede una molteplicità di soluzioni.
Come parte dell’Accordo di Parigi e dell’Unione europea, il contributo nazionale italiano è congiunto con quello degli altri Stati membri e, complessivamente, deve portare alla riduzione delle emissioni nette del 55% al 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) è il quadro di attuazione nazionale degli impegni per la riduzione delle emissioni. L’ultima versione relativa all’obiettivo 2030 è del luglio 2024. Un Piano che, purtroppo, dichiaratamente manca alcuni degli obiettivi stabiliti dal Fit for 55.
L’Italia è il secondo produttore di cemento nell’Unione Europea dopo la Germania, oltre che un importante Paese consumatore di cemento e di calcestruzzo. Questo studio propone un approfondimento di trasformazione industriale per quello che riguarda la produzione nazionale di cemento con un’analisi integrata delle misure e politiche attive sul settore.
Il maggiore ostacolo dell’acciaio a zero-basse emissioni o ‘verde’ è la sua mancanza di competitività di costo alle condizioni di mercato. Alla luce del complesso quadro normativo costruito intorno agli obiettivi energia e clima, questo policy paper fornisce una prospettiva e uno schema concettuale per la definizione del quadro di politiche per la trasformazione della siderurgia in ottica net-zero.
Appare necessario che il PNIEC preveda uno spazio dedicato alla decarbonizzazione dell’industria manifatturiera. Dentro questo spazio, il PNIEC deve mettere a fuoco le specificità dei diversi settori produttivi, affiancando agli obiettivi e alle politiche sia gli strumenti finanziari dedicati sia quelli per la gestione delle implicazioni sociali della transizione, quali gli impatti sul lavoro e le necessità di formazione. Questo lavoro presenta alcuni risultati preliminari sulle potenzialità dell’elettrificazione industriale, evidenziandone le opportunità e gli ostacoli tecnici ed economici.
Un’analisi propedeutica alla revisione del PNIEC. Le stime degli investimenti complessivi necessari all’Italia per allinearsi ai nuovi obiettivi europei Fit-for-55 oscillano tra 122 e 134 mld di euro medi annui. Gli investimenti aggiuntivi necessari sono quindi di 30-42 mld annui superiori a quanto a suo tempo preventivato dal PNIEC (2019) e 2-3 volte superiori all’ammontare dedicato dal PNRR (2021) alla transizione “green” nel quinquennio 2021-26 (14,4 mld medi annui).
A partire dall’analisi del PNIEC vigente, in questo studio identifichiamo tre requisiti minimi attorno ai quali il Piano dovrebbe essere sviluppato, ovvero: 1. la sua utilità nel centrare gli obiettivi energia e clima al 2030, allineando la strategia di decarbonizzazione rispetto agli obiettivi 2050; 2. la sua trasversalità nell’identificare le politiche di supporto alla transizione, fornendo gli elementi per una sostenibilità economica e sociale della transizione; 3. la sua efficacia nel consegnare i risultati attesi.
In “un PNRR per l’energia” riflettiamo sulla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da parte dell’Italia, alla luce di un contesto geopolitico in continua e rapida evoluzione e della necessità di allineare gli investimenti al processo di transizione verde e al raggiungimento degli obiettivi climatici.
In questo studio sono stati individuati una serie di elementi minimi funzionali a rendere coerente e coordinata l’azione sul clima. Elementi che idealmente dovrebbero convergere in un unico strumento normativo, quale per l’appunto una Legge quadro sul clima.
Il Green Public Procurement può dare impulso a produzioni più sostenibili nell’industria, soprattutto attraverso l’implementazione di criteri standardizzati, e quindi stimolare la domanda di prodotti verdi sia nei mercati pubblici che privati. Questo policy briefing delinea una proposta di revisione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli acquisti pubblici per i materiali dell’edilizia, tra cui il cemento e l’acciaio, settori molto energivori la cui decarbonizzazione richiede una molteplicità di soluzioni.
Come parte dell’Accordo di Parigi e dell’Unione europea, il contributo nazionale italiano è congiunto con quello degli altri Stati membri e, complessivamente, deve portare alla riduzione delle emissioni nette del 55% al 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) è il quadro di attuazione nazionale degli impegni per la riduzione delle emissioni. L’ultima versione relativa all’obiettivo 2030 è del luglio 2024. Un Piano che, purtroppo, dichiaratamente manca alcuni degli obiettivi stabiliti dal Fit for 55.
L’Italia è il secondo produttore di cemento nell’Unione Europea dopo la Germania, oltre che un importante Paese consumatore di cemento e di calcestruzzo. Questo studio propone un approfondimento di trasformazione industriale per quello che riguarda la produzione nazionale di cemento con un’analisi integrata delle misure e politiche attive sul settore.
Il maggiore ostacolo dell’acciaio a zero-basse emissioni o ‘verde’ è la sua mancanza di competitività di costo alle condizioni di mercato. Alla luce del complesso quadro normativo costruito intorno agli obiettivi energia e clima, questo policy paper fornisce una prospettiva e uno schema concettuale per la definizione del quadro di politiche per la trasformazione della siderurgia in ottica net-zero.
Appare necessario che il PNIEC preveda uno spazio dedicato alla decarbonizzazione dell’industria manifatturiera. Dentro questo spazio, il PNIEC deve mettere a fuoco le specificità dei diversi settori produttivi, affiancando agli obiettivi e alle politiche sia gli strumenti finanziari dedicati sia quelli per la gestione delle implicazioni sociali della transizione, quali gli impatti sul lavoro e le necessità di formazione. Questo lavoro presenta alcuni risultati preliminari sulle potenzialità dell’elettrificazione industriale, evidenziandone le opportunità e gli ostacoli tecnici ed economici.
Un’analisi propedeutica alla revisione del PNIEC. Le stime degli investimenti complessivi necessari all’Italia per allinearsi ai nuovi obiettivi europei Fit-for-55 oscillano tra 122 e 134 mld di euro medi annui. Gli investimenti aggiuntivi necessari sono quindi di 30-42 mld annui superiori a quanto a suo tempo preventivato dal PNIEC (2019) e 2-3 volte superiori all’ammontare dedicato dal PNRR (2021) alla transizione “green” nel quinquennio 2021-26 (14,4 mld medi annui).
A partire dall’analisi del PNIEC vigente, in questo studio identifichiamo tre requisiti minimi attorno ai quali il Piano dovrebbe essere sviluppato, ovvero: 1. la sua utilità nel centrare gli obiettivi energia e clima al 2030, allineando la strategia di decarbonizzazione rispetto agli obiettivi 2050; 2. la sua trasversalità nell’identificare le politiche di supporto alla transizione, fornendo gli elementi per una sostenibilità economica e sociale della transizione; 3. la sua efficacia nel consegnare i risultati attesi.
In “un PNRR per l’energia” riflettiamo sulla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da parte dell’Italia, alla luce di un contesto geopolitico in continua e rapida evoluzione e della necessità di allineare gli investimenti al processo di transizione verde e al raggiungimento degli obiettivi climatici.
In questo studio sono stati individuati una serie di elementi minimi funzionali a rendere coerente e coordinata l’azione sul clima. Elementi che idealmente dovrebbero convergere in un unico strumento normativo, quale per l’appunto una Legge quadro sul clima.