L’articolo 2 dell’Accordo di Parigi prevede che tutti i flussi finanziari debbano allinearsi agli obiettivi di limitazione del riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi e con sforzi per raggiungere 1.5 gradi. È un principio che stenta a vedere un’applicazione reale nel nostro paese, nel settore privato così come nelle scelte di supporto pubblico alle imprese che investono all’estero, nella finanza per il clima e della cooperazione e sviluppo. La trasparenza degli investimenti, l’adozione della tassonomia europea e di impegni in linea con zero emissioni nette e l’esclusione di nuovi finanziamenti in fonti fossili, sono tra i presupposti di tali principi. Il programma vuole attivare un confronto su questo con le maggiori istituzioni finanziarie nazionali pubbliche e private, incluse CDP, SACE e Invitalia. Il programma Finanza lavorerà per una proposta di riforma fiscale anche nell’ottica della riforma del Patto di Stabilità europeo. La necessità di gestire l’ingente debito pubblico in parallelo a quella di raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, richiede l’adozione di una riforma fiscale ambientale.
La necessità di investire e l’ostacolo del debito: proposte per il G7
Febbraio 2024
In questo policy, realizzato insieme a E3G, esaminiamo proprio il legame tra il debito e il clima. Emerge che il G7 è un momento fondamentale per accelerare la trasformazione dell’architettura finanziaria internazionale e per garantire flussi finanziari allineati con le opportunità di crescita in linea con gli obiettivi climatici. Nello specifico, come attraverso il Piano Mattei, l’Italia può svolgere un ruolo centrale nel favorire un futuro più resiliente e sostenibile per l’Africa.