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La decarbonizzazione dell’industria richiede un approccio settoriale, con soluzioni progettate per rispondere alle necessità delle singole filiere industriali. Tra queste, l’elettrificazione diretta del calore di processo si presenta come la più competitiva e l’unica in grado di allineare gli obiettivi di decarbonizzazione con le esigenze di sicurezza energetica. Questo rapporto presenta i risultati di uno studio di fattibilità per l’elettrificazione dei settori alimentare e tessile in Italia.
L’analisi delle rendicontazioni pubbliche presentate dall’Italia alla Commissione Europea tra il 2014 e il 2024 evidenzia criticità nell’utilizzo dei proventi generati dalle aste dell’EU Emissions Trading System (EU ETS). Esaminando i ricavi delle aste ETS emergono significative carenze nella pianificazione della spesa e nella tracciabilità dei fondi utilizzati. Solo il nove percento dei ricavi generati dal sistema sono stati spesi in misure di contrasto ai cambiamenti climatici.
La riforma della Costituzione italiana, approvata l’11 febbraio 2022, ha introdotto un cambiamento significativo, riconoscendo l’importanza di bilanciare progresso economico e sociale con la salvaguardia dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni. Lo studio, attraverso i contributi di diversi autori, affronta il tema della riforma costituzionale da diverse prospettive, inquadrando le sue implicazioni per la governance climatica italiana.
L'elettrificazione industriale rappresenta un passo importante per la sicurezza energetica dell'Italia, un Paese che ancora dipende in gran parte dalle importazioni di combustibili fossili. Passare a un sistema industriale elettrificato può infatti contribuire a ridurre questa dipendenza, limitando l'esposizione alle fluttuazioni dei prezzi e dei volumi per i rischi legati ai fornitori che hanno sostituito la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
Tra i risultati della COP29, il protagonista è il nuovo obiettivo di finanza per il clima (NCQG), con il quale il mondo si è impegnato a mobilitare almeno 300 miliardi di dollari l’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo a contrastare il cambiamento climatico e le sue conseguenze. Ma il testo sull’NCQG è solo una parte del documento finale che è stato approvato alla COP29, il Baku Climate Unity Pact, che include accordi su mitigazione, adattamento e molto altro.
Oggi la capacità installata di solare fotovoltaico della regione mediterranea è di 90 GW , quella dell’eolico 82 GW. Tuttavia, il potenziale combinato di queste due fonti è stimato in oltre 3 TW, il che significa che lo sviluppo delle energie rinnovabili non sfrutta appieno il loro potenziale.
Come parte dell’Accordo di Parigi e dell’Unione europea, il contributo nazionale italiano è congiunto con quello degli altri Stati membri e, complessivamente, deve portare alla riduzione delle emissioni nette del 55% al 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) è il quadro di attuazione nazionale degli impegni per la riduzione delle emissioni. L’ultima versione relativa all’obiettivo 2030 è del luglio 2024. Un Piano che, purtroppo, dichiaratamente manca alcuni degli obiettivi stabiliti dal Fit for 55.
A fronte di impatti del cambiamento climatico sempre più evidenti a livello globale, la necessità di accelerare la transizione energetica ha messo in luce il bisogno di una rapida evoluzione delle catene del valore delle tecnologie pulite. In questo quadro, il progetto “Tecnologia e transizione energetica: quale ruolo per l’Europa e per l’Italia” si propone di approfondire la dimensione geopolitica dello sviluppo tecnologico legato alle esigenze della transizione energetica, con l’obiettivo di elaborare indicazioni di policy fruibili da decisori politici italiani ed europei.
Il presente rapporto ha l’obiettivo di quantificare l’evoluzione del gettito delle componenti fiscali e parafiscali dei vettori energetici per la mobilità su strada; descrivere le attuali strutture fiscali e parafiscali dei vettori energetici per la mobilità su strada quantificando l’incidenza di imposizione per unità energetica; e offrire opzioni per politiche fiscali per l’energia volte a mantenere la parità di gettito senza introdurre contraddizioni rispetto alle politiche climatiche.
il progetto “Tecnologia e transizione energetica: quale ruolo per l’Europa e per l’Italia”, realizzato da ECCO, il think tank italiano per il clima in collaborazione con l’ufficio di Roma dello European Council on Foreign Relations (ECFR) e con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, si propone di approfondire la dimensione geopolitica dello sviluppo tecnologico legato alle esigenze della transizione energetica.
Questo report approfondisce lo stato dell’arte degli Stati Uniti in materia di tecnologie per la transizione energetica. Partendo da un’analisi della strategia messa in atto dall’amministrazione Biden per favorire l’industrializzazione in ambito di tecnologie per la transizione energetica, il report vuole valutarne i possibili impatti e contestualizzarla nella più ampia cornice delle relazioni transatlantiche. Il quadro è completato da un approfondimento sullo status e le politiche statunitensi in ambito di materiali critici.
A partire dall’analisi del PNIEC vigente, in questo studio identifichiamo tre requisiti minimi attorno ai quali il Piano dovrebbe essere sviluppato, ovvero: 1. la sua utilità nel centrare gli obiettivi energia e clima al 2030, allineando la strategia di decarbonizzazione rispetto agli obiettivi 2050; 2. la sua trasversalità nell’identificare le politiche di supporto alla transizione, fornendo gli elementi per una sostenibilità economica e sociale della transizione; 3. la sua efficacia nel consegnare i risultati attesi.
Nel rapporto analizziamo le principali dinamiche della transizione del settore dei trasporti, il primo per emissioni nel nostro Paese. Una transizione all’elettrico per la mobilità del futuro su strada che offre opportunità e vantaggi per l’occupazione, la competitività, la riduzione della povertà della mobilità, il raggiungimento degli obiettivi climatici.
Il rapporto analizza le criticità, le soluzioni e gli scenari futuri per promuovere una decarbonizzazione della filiera della plastica che permetterà al settore di rimanere competitivo e, allo stesso tempo, di rimanere allineato con gli obiettivi di neutralità climatica del 2050.
Analisi della percezione dell’opinione pubblica italiana su tematiche che spaziano dagli effetti della pandemia da Covid19 ai cambiamenti climatici.
La decarbonizzazione dell’industria richiede un approccio settoriale, con soluzioni progettate per rispondere alle necessità delle singole filiere industriali. Tra queste, l’elettrificazione diretta del calore di processo si presenta come la più competitiva e l’unica in grado di allineare gli obiettivi di decarbonizzazione con le esigenze di sicurezza energetica. Questo rapporto presenta i risultati di uno studio di fattibilità per l’elettrificazione dei settori alimentare e tessile in Italia.
L’analisi delle rendicontazioni pubbliche presentate dall’Italia alla Commissione Europea tra il 2014 e il 2024 evidenzia criticità nell’utilizzo dei proventi generati dalle aste dell’EU Emissions Trading System (EU ETS). Esaminando i ricavi delle aste ETS emergono significative carenze nella pianificazione della spesa e nella tracciabilità dei fondi utilizzati. Solo il nove percento dei ricavi generati dal sistema sono stati spesi in misure di contrasto ai cambiamenti climatici.
La riforma della Costituzione italiana, approvata l’11 febbraio 2022, ha introdotto un cambiamento significativo, riconoscendo l’importanza di bilanciare progresso economico e sociale con la salvaguardia dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni. Lo studio, attraverso i contributi di diversi autori, affronta il tema della riforma costituzionale da diverse prospettive, inquadrando le sue implicazioni per la governance climatica italiana.
L'elettrificazione industriale rappresenta un passo importante per la sicurezza energetica dell'Italia, un Paese che ancora dipende in gran parte dalle importazioni di combustibili fossili. Passare a un sistema industriale elettrificato può infatti contribuire a ridurre questa dipendenza, limitando l'esposizione alle fluttuazioni dei prezzi e dei volumi per i rischi legati ai fornitori che hanno sostituito la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
Tra i risultati della COP29, il protagonista è il nuovo obiettivo di finanza per il clima (NCQG), con il quale il mondo si è impegnato a mobilitare almeno 300 miliardi di dollari l’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo a contrastare il cambiamento climatico e le sue conseguenze. Ma il testo sull’NCQG è solo una parte del documento finale che è stato approvato alla COP29, il Baku Climate Unity Pact, che include accordi su mitigazione, adattamento e molto altro.
Oggi la capacità installata di solare fotovoltaico della regione mediterranea è di 90 GW , quella dell’eolico 82 GW. Tuttavia, il potenziale combinato di queste due fonti è stimato in oltre 3 TW, il che significa che lo sviluppo delle energie rinnovabili non sfrutta appieno il loro potenziale.
Come parte dell’Accordo di Parigi e dell’Unione europea, il contributo nazionale italiano è congiunto con quello degli altri Stati membri e, complessivamente, deve portare alla riduzione delle emissioni nette del 55% al 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) è il quadro di attuazione nazionale degli impegni per la riduzione delle emissioni. L’ultima versione relativa all’obiettivo 2030 è del luglio 2024. Un Piano che, purtroppo, dichiaratamente manca alcuni degli obiettivi stabiliti dal Fit for 55.
A fronte di impatti del cambiamento climatico sempre più evidenti a livello globale, la necessità di accelerare la transizione energetica ha messo in luce il bisogno di una rapida evoluzione delle catene del valore delle tecnologie pulite. In questo quadro, il progetto “Tecnologia e transizione energetica: quale ruolo per l’Europa e per l’Italia” si propone di approfondire la dimensione geopolitica dello sviluppo tecnologico legato alle esigenze della transizione energetica, con l’obiettivo di elaborare indicazioni di policy fruibili da decisori politici italiani ed europei.
Il presente rapporto ha l’obiettivo di quantificare l’evoluzione del gettito delle componenti fiscali e parafiscali dei vettori energetici per la mobilità su strada; descrivere le attuali strutture fiscali e parafiscali dei vettori energetici per la mobilità su strada quantificando l’incidenza di imposizione per unità energetica; e offrire opzioni per politiche fiscali per l’energia volte a mantenere la parità di gettito senza introdurre contraddizioni rispetto alle politiche climatiche.
il progetto “Tecnologia e transizione energetica: quale ruolo per l’Europa e per l’Italia”, realizzato da ECCO, il think tank italiano per il clima in collaborazione con l’ufficio di Roma dello European Council on Foreign Relations (ECFR) e con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, si propone di approfondire la dimensione geopolitica dello sviluppo tecnologico legato alle esigenze della transizione energetica.
Questo report approfondisce lo stato dell’arte degli Stati Uniti in materia di tecnologie per la transizione energetica. Partendo da un’analisi della strategia messa in atto dall’amministrazione Biden per favorire l’industrializzazione in ambito di tecnologie per la transizione energetica, il report vuole valutarne i possibili impatti e contestualizzarla nella più ampia cornice delle relazioni transatlantiche. Il quadro è completato da un approfondimento sullo status e le politiche statunitensi in ambito di materiali critici.
A partire dall’analisi del PNIEC vigente, in questo studio identifichiamo tre requisiti minimi attorno ai quali il Piano dovrebbe essere sviluppato, ovvero: 1. la sua utilità nel centrare gli obiettivi energia e clima al 2030, allineando la strategia di decarbonizzazione rispetto agli obiettivi 2050; 2. la sua trasversalità nell’identificare le politiche di supporto alla transizione, fornendo gli elementi per una sostenibilità economica e sociale della transizione; 3. la sua efficacia nel consegnare i risultati attesi.
Nel rapporto analizziamo le principali dinamiche della transizione del settore dei trasporti, il primo per emissioni nel nostro Paese. Una transizione all’elettrico per la mobilità del futuro su strada che offre opportunità e vantaggi per l’occupazione, la competitività, la riduzione della povertà della mobilità, il raggiungimento degli obiettivi climatici.
Il rapporto analizza le criticità, le soluzioni e gli scenari futuri per promuovere una decarbonizzazione della filiera della plastica che permetterà al settore di rimanere competitivo e, allo stesso tempo, di rimanere allineato con gli obiettivi di neutralità climatica del 2050.
Analisi della percezione dell’opinione pubblica italiana su tematiche che spaziano dagli effetti della pandemia da Covid19 ai cambiamenti climatici.