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Le questioni climatiche devono affrontare le sfide profonde della società, come le radicate disuguaglianze socioeconomiche. Affrontare la minaccia del cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione delle nostre economie è un compito complesso, ed è necessaria una strategia politica per attenuare i costi della transizione e le difficoltà legate alle tempistiche dei cambiamenti. Questo policy brief è un contributo per sviluppare strumenti utili a interpretare i bisogni della società e affrontarne i problemi strutturali nel processo di transizione dai combustibili fossili.
Il Sesto Rapporto di Valutazione del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) definisce il Mediterraneo come un “hotspot” del cambiamento climatico. Di fronte a questo scenario, è interesse principale dell’Italia adottare una strategia di politica estera che integri la dimensione della sicurezza climatica.
L'NCQG rappresenta un'opportunità per correggere gli errori del passato e cercare di ripristinare fiducia nel sistema multilaterale, stabilendo un obiettivo più trasparente e ambizioso che possa a sua volta incoraggiare i Paesi in via di sviluppo ad aumentare i propri livelli di ambizione negli impegni di riduzione delle emissioni che verranno presentati nei contributi nazionali (National Determined Contributions NDC) all'inizio del 2025. Per delineare un percorso di successo per l'NCQG è necessario affrontare diverse sfide complesse, a cominciare dalla definizione di un obiettivo ambizioso ma realistico.
I governi dei principali Paesi produttori di auto in Europa sono impegnati a sostenere la trasformazione industriale del settore automotive. Secondo le stime della Commissione europea, per raggiungere gli obiettivi climatici del continente serviranno 620 miliardi di euro di investimenti, prevalentemente di natura privata, ogni anno fino al 2030. La capacità delle imprese di reperire risorse finanziarie sui mercati rimane di cruciale importanza per affrontare la transizione. Ciò richiede un approccio coordinato che combini investimenti privati e pubblici su scala nazionale ed europea.
Questo rapporto offre una ricognizione dello stato dell’arte delle politiche dell’Unione europea in materia di tecnologie per la transizione energetica, analizzandone la strategia di industrializzazione green e la relativa capacità produttiva. La fotografia è completata dall’analisi dello status e delle politiche dell’UE in merito alle materie prime critiche.
Di fronte alla necessità di mobilitare gli investimenti privati in quantità necessarie per affrontare i cambiamenti climatici, l’impiego efficace di finanziamenti, politiche e quadri di riferimento assume un’importanza fondamentale. In questo contesto, è necessario porre i Piani di transizione (Transition Plans – TP) al centro dell'agenda finanziaria del G7 come strumenti primari per riorientare e riprogettare le scelte private e pubbliche verso sistemi economici resilienti e sostenibili.
Il Piano Mattei per lo sviluppo del continente africano rappresenta una chance per l’Italia di ridefinire una nuova partnership con l’Angola. Una partnership basata sullo sfruttamento dei combustibili fossili non solo non è conveniente a fronte di una domanda di petrolio e gas italiana ed europea in diminuzione secondo tutti gli scenari, ma è anche in rotta di collisione con l’andamento del mercato, con gli impegni presi dall’Italia dal punto di vista climatico e con gli obiettivi nazionali in ambito di politica estera.
In questo studio vengono presentate le principali proposte di riforma dell’architettura finanziaria internazionale che mirano a trasformare le istituzioni coinvolte (Banche multilaterali, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale) attuando le raccomandazioni della revisione degli indicatori di adeguatezza patrimoniale del G20 (Capital Adequacy Frameworks o CAF), a mobilitare le risorse finanziarie innovative per affrontare le sfide esistenti, come i Diritti speciali di prelievo (DSP) e nuove forme di tassazioni, e ad aumentare il volume di sovvenzioni e finanza agevolata tramite IDA per aiutare a ridurre il peso del debito tra i paesi più poveri e vulnerabili.
Appare necessario che il PNIEC preveda uno spazio dedicato alla decarbonizzazione dell’industria manifatturiera. Dentro questo spazio, il PNIEC deve mettere a fuoco le specificità dei diversi settori produttivi, affiancando agli obiettivi e alle politiche sia gli strumenti finanziari dedicati sia quelli per la gestione delle implicazioni sociali della transizione, quali gli impatti sul lavoro e le necessità di formazione. Questo lavoro presenta alcuni risultati preliminari sulle potenzialità dell’elettrificazione industriale, evidenziandone le opportunità e gli ostacoli tecnici ed economici.
In questo policy, realizzato insieme a E3G, esaminiamo proprio il legame tra il debito e il clima. Emerge che il G7 è un momento fondamentale per accelerare la trasformazione dell’architettura finanziaria internazionale e per garantire flussi finanziari allineati con le opportunità di crescita in linea con gli obiettivi climatici. Nello specifico, come attraverso il Piano Mattei, l’Italia può svolgere un ruolo centrale nel favorire un futuro più resiliente e sostenibile per l’Africa.
Insistere sul gas nella relazione Italia-Congo lega sempre di più la politica estera italiana alla politica del gas, in contrasto con gli impegni presi dal punto di vista climatico. Una nuova partnership con il Congo dovrebbe invece incentrarsi su un impegno concreto del governo italiano su diversi punti, che vanno dall'impegno a non promuovere nuovi progetti di esplorazione e sviluppo di gas e di petrolio al reindirizzamento degli incentivi di finanza pubblica.
Il governo italiano guidato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta puntando moltissimo sul continente africano. La volontà del governo di sottolineare la propria proiezione nel Mediterraneo, sino a includere il continente africano, è al centro del Piano Mattei. Durante il Summit Italia-Africa del 28 e 29 gennaio, alla presenza dei leader di numerosi Paesi africani, verranno presentate la cornice politica e le direttrici di intervento di questo Piano, annunciato sin dall’insediamento dell’attuale governo.
Questo policy briefing suggerisce possibili interventi normativi utili a rilanciare il mercato dell’auto elettrica in Italia, in linea con gli obiettivi di elettrificazione del parco auto circolante previsto dal Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC).
Il rilancio delle relazioni tra Italia e Africa si inserisce in un contesto di rinnovato interesse verso il continente africano. Il progetto strategico per l’Africa cui sta lavorando il Governo Meloni – il cosiddetto Piano Mattei – si dovrebbe basare su relazioni paritarie e vicendevolmente vantaggiose con i partner africani, in un contesto “non predatorio”. In questo quadro il Mozambico rappresenta un partner estremamente rilevante per Roma e dalle radici particolarmente solide sia dal punto di vista governativo sia a livello di cooperazione internazionale e società civile.
Nel maggio 2022 la Commissione europea ha presentato il piano REPowerEU, con l’obiettivo di affrancare l’Unione europea dalla dipendenza dalle importazioni energetiche russe entro il 2027. Il Governo italiano ha aggiornato in questo senso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Secondo stime preliminari degli investimenti necessari all’Italia per il raggiungimento degli obiettivi europei Fit-for-55, l’ammontare del fabbisogno finanziario complessivo è superiore ai 100 mld di euro medi annui, dei quali solo una frazione può essere coperta dalle risorse dedicate del PNRR o da risorse pubbliche. La necessità di una strategia finanziaria domestica appare peraltro tanto più necessaria ed urgente quanto più stingenti saranno i vincoli di finanza pubblica collegati alla riforma del Patto di Stabilità europeo.
Sullo sfondo di una ondata di caldo nel Mediterraneo molto acuta, i leader internazionali non possono ignorare il ruolo che il cambiamento climatico esercita nell’esasperare le criticità, soprattutto nel continente africano. La comunità scientifica internazionale ha inequivocabilmente riconosciuto la causa antropica del cambiamento climatico radicata nell’utilizzo dei combustibili fossili. Le conseguenze sono palesi in termini di impatti fisici e sui sistemi idrici e alimentari e implicazioni socio-economiche, geopolitiche e sicuritarie, incluso un nesso evidente con i fenomeni migratori.
Questo policy briefing propone raccomandazioni di politiche abilitanti per il raggiungimento di un sistema elettrico nazionale decarbonizzato al 2035. Lo studio valuta il percorso più economico per garantire la decarbonizzazione e la sicurezza energetica.
L'aumento della produzione e il ritmo di penetrazione delle tecnologie pulite necessarie ad una trasformazione radicale del sistema energetico globale dipendono in modo critico dalla disponibilità di minerali critici. L'elevata frammentazione geografica delle attività estrattive e il predominio asiatico nella lavorazione e raffinazione dei minerali critici richiedono una progressiva diversificazione, rimodulazione e rafforzamento della struttura delle supply chain globali per gestire i rischi di approvvigionamento.
In Italia nel 2022 la riduzione dei consumi è stata del 9,8% rispetto al 2021. Tra settembre 2022 e febbraio 2023 la domanda di gas è calata del 20% rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti. Le azioni di diversificazione hanno avuto un impatto positivo in termini di sicurezza del sistema in ottica di decarbonizzazione. Alcune possono essere considerate virtuose e andrebbero sostenute da politiche mirate all’efficienza energetica, quali ad esempio l’installazione di 500.000 pompe di calore e la migliore gestione del servizio di riscaldamento nell’inverno.
In “un PNRR per l’energia” riflettiamo sulla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da parte dell’Italia, alla luce di un contesto geopolitico in continua e rapida evoluzione e della necessità di allineare gli investimenti al processo di transizione verde e al raggiungimento degli obiettivi climatici.
In questo nuovo studio analizziamo la strategia europea per l’emancipazione dal gas russo. Le soluzioni coinvolgono il Mediterraneo ma con Algeria ed Egitto servono partnership strategiche non la creazione di altre fragili dipendenze che rischiano inoltre di minare il raggiungimento degli obiettivi climatici.
Il policy briefing analizza le principali azioni del Governo per mitigare l’impatto del caro energia sui consumatori.
Le questioni climatiche devono affrontare le sfide profonde della società, come le radicate disuguaglianze socioeconomiche. Affrontare la minaccia del cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione delle nostre economie è un compito complesso, ed è necessaria una strategia politica per attenuare i costi della transizione e le difficoltà legate alle tempistiche dei cambiamenti. Questo policy brief è un contributo per sviluppare strumenti utili a interpretare i bisogni della società e affrontarne i problemi strutturali nel processo di transizione dai combustibili fossili.
Il Sesto Rapporto di Valutazione del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) definisce il Mediterraneo come un “hotspot” del cambiamento climatico. Di fronte a questo scenario, è interesse principale dell’Italia adottare una strategia di politica estera che integri la dimensione della sicurezza climatica.
L'NCQG rappresenta un'opportunità per correggere gli errori del passato e cercare di ripristinare fiducia nel sistema multilaterale, stabilendo un obiettivo più trasparente e ambizioso che possa a sua volta incoraggiare i Paesi in via di sviluppo ad aumentare i propri livelli di ambizione negli impegni di riduzione delle emissioni che verranno presentati nei contributi nazionali (National Determined Contributions NDC) all'inizio del 2025. Per delineare un percorso di successo per l'NCQG è necessario affrontare diverse sfide complesse, a cominciare dalla definizione di un obiettivo ambizioso ma realistico.
I governi dei principali Paesi produttori di auto in Europa sono impegnati a sostenere la trasformazione industriale del settore automotive. Secondo le stime della Commissione europea, per raggiungere gli obiettivi climatici del continente serviranno 620 miliardi di euro di investimenti, prevalentemente di natura privata, ogni anno fino al 2030. La capacità delle imprese di reperire risorse finanziarie sui mercati rimane di cruciale importanza per affrontare la transizione. Ciò richiede un approccio coordinato che combini investimenti privati e pubblici su scala nazionale ed europea.
Questo rapporto offre una ricognizione dello stato dell’arte delle politiche dell’Unione europea in materia di tecnologie per la transizione energetica, analizzandone la strategia di industrializzazione green e la relativa capacità produttiva. La fotografia è completata dall’analisi dello status e delle politiche dell’UE in merito alle materie prime critiche.
Di fronte alla necessità di mobilitare gli investimenti privati in quantità necessarie per affrontare i cambiamenti climatici, l’impiego efficace di finanziamenti, politiche e quadri di riferimento assume un’importanza fondamentale. In questo contesto, è necessario porre i Piani di transizione (Transition Plans – TP) al centro dell'agenda finanziaria del G7 come strumenti primari per riorientare e riprogettare le scelte private e pubbliche verso sistemi economici resilienti e sostenibili.
Il Piano Mattei per lo sviluppo del continente africano rappresenta una chance per l’Italia di ridefinire una nuova partnership con l’Angola. Una partnership basata sullo sfruttamento dei combustibili fossili non solo non è conveniente a fronte di una domanda di petrolio e gas italiana ed europea in diminuzione secondo tutti gli scenari, ma è anche in rotta di collisione con l’andamento del mercato, con gli impegni presi dall’Italia dal punto di vista climatico e con gli obiettivi nazionali in ambito di politica estera.
In questo studio vengono presentate le principali proposte di riforma dell’architettura finanziaria internazionale che mirano a trasformare le istituzioni coinvolte (Banche multilaterali, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale) attuando le raccomandazioni della revisione degli indicatori di adeguatezza patrimoniale del G20 (Capital Adequacy Frameworks o CAF), a mobilitare le risorse finanziarie innovative per affrontare le sfide esistenti, come i Diritti speciali di prelievo (DSP) e nuove forme di tassazioni, e ad aumentare il volume di sovvenzioni e finanza agevolata tramite IDA per aiutare a ridurre il peso del debito tra i paesi più poveri e vulnerabili.
Appare necessario che il PNIEC preveda uno spazio dedicato alla decarbonizzazione dell’industria manifatturiera. Dentro questo spazio, il PNIEC deve mettere a fuoco le specificità dei diversi settori produttivi, affiancando agli obiettivi e alle politiche sia gli strumenti finanziari dedicati sia quelli per la gestione delle implicazioni sociali della transizione, quali gli impatti sul lavoro e le necessità di formazione. Questo lavoro presenta alcuni risultati preliminari sulle potenzialità dell’elettrificazione industriale, evidenziandone le opportunità e gli ostacoli tecnici ed economici.
In questo policy, realizzato insieme a E3G, esaminiamo proprio il legame tra il debito e il clima. Emerge che il G7 è un momento fondamentale per accelerare la trasformazione dell’architettura finanziaria internazionale e per garantire flussi finanziari allineati con le opportunità di crescita in linea con gli obiettivi climatici. Nello specifico, come attraverso il Piano Mattei, l’Italia può svolgere un ruolo centrale nel favorire un futuro più resiliente e sostenibile per l’Africa.
Insistere sul gas nella relazione Italia-Congo lega sempre di più la politica estera italiana alla politica del gas, in contrasto con gli impegni presi dal punto di vista climatico. Una nuova partnership con il Congo dovrebbe invece incentrarsi su un impegno concreto del governo italiano su diversi punti, che vanno dall'impegno a non promuovere nuovi progetti di esplorazione e sviluppo di gas e di petrolio al reindirizzamento degli incentivi di finanza pubblica.
Il governo italiano guidato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta puntando moltissimo sul continente africano. La volontà del governo di sottolineare la propria proiezione nel Mediterraneo, sino a includere il continente africano, è al centro del Piano Mattei. Durante il Summit Italia-Africa del 28 e 29 gennaio, alla presenza dei leader di numerosi Paesi africani, verranno presentate la cornice politica e le direttrici di intervento di questo Piano, annunciato sin dall’insediamento dell’attuale governo.
Questo policy briefing suggerisce possibili interventi normativi utili a rilanciare il mercato dell’auto elettrica in Italia, in linea con gli obiettivi di elettrificazione del parco auto circolante previsto dal Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC).
Il rilancio delle relazioni tra Italia e Africa si inserisce in un contesto di rinnovato interesse verso il continente africano. Il progetto strategico per l’Africa cui sta lavorando il Governo Meloni – il cosiddetto Piano Mattei – si dovrebbe basare su relazioni paritarie e vicendevolmente vantaggiose con i partner africani, in un contesto “non predatorio”. In questo quadro il Mozambico rappresenta un partner estremamente rilevante per Roma e dalle radici particolarmente solide sia dal punto di vista governativo sia a livello di cooperazione internazionale e società civile.
Nel maggio 2022 la Commissione europea ha presentato il piano REPowerEU, con l’obiettivo di affrancare l’Unione europea dalla dipendenza dalle importazioni energetiche russe entro il 2027. Il Governo italiano ha aggiornato in questo senso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Secondo stime preliminari degli investimenti necessari all’Italia per il raggiungimento degli obiettivi europei Fit-for-55, l’ammontare del fabbisogno finanziario complessivo è superiore ai 100 mld di euro medi annui, dei quali solo una frazione può essere coperta dalle risorse dedicate del PNRR o da risorse pubbliche. La necessità di una strategia finanziaria domestica appare peraltro tanto più necessaria ed urgente quanto più stingenti saranno i vincoli di finanza pubblica collegati alla riforma del Patto di Stabilità europeo.
Sullo sfondo di una ondata di caldo nel Mediterraneo molto acuta, i leader internazionali non possono ignorare il ruolo che il cambiamento climatico esercita nell’esasperare le criticità, soprattutto nel continente africano. La comunità scientifica internazionale ha inequivocabilmente riconosciuto la causa antropica del cambiamento climatico radicata nell’utilizzo dei combustibili fossili. Le conseguenze sono palesi in termini di impatti fisici e sui sistemi idrici e alimentari e implicazioni socio-economiche, geopolitiche e sicuritarie, incluso un nesso evidente con i fenomeni migratori.
Questo policy briefing propone raccomandazioni di politiche abilitanti per il raggiungimento di un sistema elettrico nazionale decarbonizzato al 2035. Lo studio valuta il percorso più economico per garantire la decarbonizzazione e la sicurezza energetica.
L'aumento della produzione e il ritmo di penetrazione delle tecnologie pulite necessarie ad una trasformazione radicale del sistema energetico globale dipendono in modo critico dalla disponibilità di minerali critici. L'elevata frammentazione geografica delle attività estrattive e il predominio asiatico nella lavorazione e raffinazione dei minerali critici richiedono una progressiva diversificazione, rimodulazione e rafforzamento della struttura delle supply chain globali per gestire i rischi di approvvigionamento.
In Italia nel 2022 la riduzione dei consumi è stata del 9,8% rispetto al 2021. Tra settembre 2022 e febbraio 2023 la domanda di gas è calata del 20% rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti. Le azioni di diversificazione hanno avuto un impatto positivo in termini di sicurezza del sistema in ottica di decarbonizzazione. Alcune possono essere considerate virtuose e andrebbero sostenute da politiche mirate all’efficienza energetica, quali ad esempio l’installazione di 500.000 pompe di calore e la migliore gestione del servizio di riscaldamento nell’inverno.
In “un PNRR per l’energia” riflettiamo sulla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da parte dell’Italia, alla luce di un contesto geopolitico in continua e rapida evoluzione e della necessità di allineare gli investimenti al processo di transizione verde e al raggiungimento degli obiettivi climatici.
In questo nuovo studio analizziamo la strategia europea per l’emancipazione dal gas russo. Le soluzioni coinvolgono il Mediterraneo ma con Algeria ed Egitto servono partnership strategiche non la creazione di altre fragili dipendenze che rischiano inoltre di minare il raggiungimento degli obiettivi climatici.
Il policy briefing analizza le principali azioni del Governo per mitigare l’impatto del caro energia sui consumatori.