Chiara Di Mambro

Director Italy & EU Strategy

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Chiara è Director Italy & EU Strategy di ECCO

Chiara proviene da una lunga esperienza nella pubblica amministrazione sia italiana che europea, avendo collaborato a vario titolo con il Ministero della Transizione ecologica fin dal 2005 e essendo stata distaccata tra il 2010 e il 2012 presso la DG Clima della Commissione europea.

L’esperienza di Chiara parte da un’approfondita conoscenza della direttiva Emissions Trading, dalla sua prima attuazione nazionale come membro e, poi, coordinatore della Segreteria Tecnica del Comitato ETS (2015), nonché parte del gruppo di lavoro per l’elaborazione delle posizioni nazionali nell’ambito delle numerose revisioni della direttiva stessa. Nel tempo, l’esperienza si è arricchita con l’approfondimento più ampio delle politiche sul cambiamento climatico dell’Unione, partecipando alla definizione delle posizioni tecniche sui dossier clima a livello Europeo e all’attuazione nazionale di alcuni di questi.

Chiara è stata anche membro della delegazione tecnica del MITE all’UNFCCC dal 2013 al 2018, e ha ricoperto il ruolo di co-presidente del gruppo informale di coordinamento UE sulle politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici dal 2014 al 2016.

Chiara ha fatto parte della Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale presso il MITE dal 2008 al 2010 e, successivamente, dal 2012 al 2020, concentrandosi in modo particolare sulla valutazione di progetti correlati con la produzione ed infrastruttura energetica di rilevanza nazionale.

Con una laurea in ingegneria ambientale presso l’Università di Roma La Sapienza, il profilo di Chiara coniuga la conoscenza tecnica della tematica del cambiamento climatico e delle questioni ambientali in senso più ampio, con la conoscenza del mondo negoziale e del suo gergo a livello europeo e internazionale.

In continuità con i propri studi accademici, nel 2018, Chiara ha conseguito un dottorato di ricerca sulla applicazione del Life Cycle Assessment per la valutazione della sostenibilità delle tecnologie di bonifica dei siti contaminati presso l’Università per gli Studi di Roma Tor Vergata

Pubblicazioni di Chiara Di Mambro

Politiche per la trasformazione industriale: il caso del cemento

Luglio 2024
L’Italia è il secondo produttore di cemento nell’Unione Europea dopo la Germania, oltre che un importante Paese consumatore di cemento e di calcestruzzo. Questo studio propone un approfondimento di trasformazione industriale per quello che riguarda la produzione nazionale di cemento con un’analisi integrata delle misure e politiche attive sul settore.

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Politiche per la trasformazione industriale: il caso dell’acciaio

Luglio 2024
Il maggiore ostacolo dell’acciaio a zero-basse emissioni o ‘verde’ è la sua mancanza di competitività di costo alle condizioni di mercato. Alla luce del complesso quadro normativo costruito intorno agli obiettivi energia e clima, questo policy paper fornisce una prospettiva e uno schema concettuale per la definizione del quadro di politiche per la trasformazione della siderurgia in ottica net-zero.

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Industria e elettrificazione: Opportunità strategiche per il Piano Nazionale Energia e Clima

Febbraio 2024
Appare necessario che il PNIEC preveda uno spazio dedicato alla decarbonizzazione dell’industria manifatturiera. Dentro questo spazio, il PNIEC deve mettere a fuoco le specificità dei diversi settori produttivi, affiancando agli obiettivi e alle politiche sia gli strumenti finanziari dedicati sia quelli per la gestione delle implicazioni sociali della transizione, quali gli impatti sul lavoro e le necessità di formazione. Questo lavoro presenta alcuni risultati preliminari sulle potenzialità dell’elettrificazione industriale, evidenziandone le opportunità e gli ostacoli tecnici ed economici.

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Quanti investimenti sono necessari per decarbonizzare l’economia italiana?

Giugno 2023
DI Mario Noera e al.
Un’analisi propedeutica alla revisione del PNIEC. Le stime degli investimenti complessivi necessari all’Italia per allinearsi ai nuovi obiettivi europei Fit-for-55 oscillano tra 122 e 134 mld di euro medi annui. Gli investimenti aggiuntivi necessari sono quindi di 30-42 mld annui superiori a quanto a suo tempo preventivato dal PNIEC (2019) e 2-3 volte superiori all’ammontare dedicato dal PNRR (2021) alla transizione “green” nel quinquennio 2021-26 (14,4 mld medi annui).

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Il Piano Nazionale Integrato per il Clima (PNIEC): Quali prospettive per la revisione?

Marzo 2023
DI Chiara Di Mambro et al.
A partire dall’analisi del PNIEC vigente, in questo studio identifichiamo tre requisiti minimi attorno ai quali il Piano dovrebbe essere sviluppato, ovvero: 1. la sua utilità nel centrare gli obiettivi energia e clima al 2030, allineando la strategia di decarbonizzazione rispetto agli obiettivi 2050; 2. la sua trasversalità nell’identificare le politiche di supporto alla transizione, fornendo gli elementi per una sostenibilità economica e sociale della transizione; 3. la sua efficacia nel consegnare i risultati attesi.

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Un Pnrr per l’energia

Febbraio 2023
DI Chiara Di Mambro et al.
In “un PNRR per l’energia” riflettiamo sulla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da parte dell’Italia, alla luce di un contesto geopolitico in continua e rapida evoluzione e della necessità di allineare gli investimenti al processo di transizione verde e al raggiungimento degli obiettivi climatici.

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Una governance per il clima in Italia: quali elementi per una Legge quadro per il clima

Gennaio 2023
DI Giulia Colafrancesco, Chiara Di Mambro
In questo studio sono stati individuati una serie di elementi minimi funzionali a rendere coerente e coordinata l’azione sul clima. Elementi che idealmente dovrebbero convergere in un unico strumento normativo, quale per l’appunto una Legge quadro sul clima.

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