Tra pochi giorni si apre a Sharm El Sheikh la COP27, ovvero il più importante evento globale organizzato dalle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.
In quella sede i governi di 193 paesi dovranno dare seguito concreto all’impegno di limitare il riscaldamento climatico entro 1,5° C rispetto ai livelli pre-industriali. Nei giorni scorsi, le Nazioni Unite hanno ammonito che, senza un azzeramento delle emissioni entro il 2050, il riscaldamento globale supererà in modo irreversibile le soglie di guardia indicate dalla scienza climatica, esponendo tutti i paesi a danni economici ed ambientali sempre più catastrofici. Inevitabilmente, la COP27 riaccenderà i riflettori del mondo sul tema.
La COP non è soltanto una grande kermesse di specialisti del clima, è anche e soprattutto un evento politico-diplomatico di primaria importanza e rappresenta il primo grande palcoscenico internazionale a cui si affaccia il nuovo Governo italiano. L’Italia arriva alla COP con una serie di impegni importanti sottoscritti un anno fa alla COP26 di Glasgow, tra cui l’impegno a favorire la progressiva uscita dalle fonti fossili e l’adesione, assieme ad altri nove paesi europei, all’iniziativa E3F (Export Finance for the Future) finalizzata a riorientare i flussi di finanziamento internazionali verso progetti di neutralità climatica.
L’attività delle Export Credit Agencies (ECA), le Agenzie nazionali di credito all’esportazione, è uno degli strumenti principali a disposizione dei governi per raggiungere l’obiettivo. La ECA italiana è SACE. Le ECA sono istituzioni pubbliche controllate dai governi che offrono copertura assicurativa contro rischi di natura finanziaria e geopolitica all’attività creditizia internazionale: la garanzia pubblica è infatti un ingrediente irrinunciabile per qualunque attività di investimento all’estero (ed in particolare in paesi in via di sviluppo) soprattutto per grandi progetti di natura infrastrutturale e industriale, come per l’appunto quelli energetici. Non a caso, in un mondo ancora dominato dalle energie fossili, le risorse destinate dalle ECA del G20 ad investimenti in ricerca, estrazione e trasporto di petrolio e gas sono tutt’ora oltre dieci volte superiori a quelle dedicate alle energie rinnovabili (circa 40 miliardi di dollari contro 3,5 miliardi). Per il raggiungimento degli obiettivi climatici, riorientare rapidamente e massicciamente le risorse delle ECA dalle energie fossili al sostegno di quelle rinnovabili è quindi strategico.
Fino al 2021, SACE era partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, ma di recente è tornata sotto il diretto controllo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ora guidato del Neoministro Giancarlo Giorgetti. Alla COP27, per dare credibilmente corso agli impegni sottoscritti dal Governo italiano, SACE deve giocare un ruolo decisivo, nonostante sia ancora appesantita dall’eredità del recente passato. Secondo l’ultimo rapporto di trasparenza di E3F del maggio scorso, SACE, tra le dieci ECA dei paesi aderenti, è infatti quella che, nel quinquennio 2015-2020, ha garantito il supporto maggiore alle energie fossili (8,4 miliardi di dollari). Al contrario di altre consorelle europee, SACE non ha inoltre ancora adottato la sua policy complessiva in materia energetica allineata all’impegno dell’Italia preso un anno fa alla COP26. I prossimi incontri internazionali sono così l’occasione sia per il nuovo Governo che per SACE di presentare una politica in linea con gli impegni presi, con la scienza e a tutela della credibilità generale del nostro Paese.
Link all’articolo originale: Verso COP27: il clima e la credibilità del governo italiano – Il Sole 24 ORE
Photo by Samson Bush