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La strategia di Bruxelles per i prossimi inverni

  • L’Europa ha delineato il piano di intervento per affrontare la crisi energetica che mira a garantire la sicurezza di approvvigionamento del gas e ad abbassare i prezzi dell’energia. 
  • Il controllo del prezzo del gas è affidato ad un meccanismo contro le eccessive oscillazioni a cui si affiancherebbe in caso di emergenza un limite di prezzo, e nel lungo periodo l’introduzione di un indice di prezzo dedicato per il GNL. 
  • Sul lato elettricità la Commissione propone di accelerare la riforma del mercato elettrico con l’introduzione di contratti per differenza per le tecnologie inframarginali. Nel frattempo un meccanismo di recupero dei profitti al di sopra dei 180 euro/MWh e un contributo di solidarietà sulle tecnologie fossili consentono di ottenere fondi per il sostegno di famiglie e imprese. 
  • Acquisti comuni di gas e target di riempimento degli stoccaggi dovrebbero garantire gas sufficiente per l’inverno attuale e per il prossimo anche in assenza di forniture dalla Russia, ma in caso di scarsità di gas misure di emergenza quali l’obbligatorietà dei target di riduzione del consumo o la loro revisione, e meccanismi di solidarietà rispetto alle scorte possono essere attivati. 
  • La riduzione strutturale dei consumi energetici, prevista da REPowerEU, faciliterebbe il mantenimento della sicurezza di approvvigionamento e l’abbassamento dei prezzi e preverrebbe la necessità di interventi drastici di riduzione della domanda in caso di emergenza. 

 

Con l’avvicinarsi del primo inverno dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’Europa ha centrato, pur ad un costo molto alto, l’obiettivo strategico di riempimento degli stoccaggi gas, che hanno recentemente raggiunto un livello di riempimento medio di oltre il 90%. 

Questo, insieme al piano varato a luglio sulla riduzione del consumo di gas su base volontaria e la sostituzione del gas russo (che è ora sceso dal 40% al 9% degli approvvigionamenti via gasdotto), rende la Commissione europea fiduciosa di poter superare un inverno con temperature nella media, anche nell’eventualità che le forniture russe dovessero interrompersi del tutto. La Commissione prevede comunque che molti degli stoccaggi potrebbero arrivare vuoti alla fine dell’inverno, rendendo più complesso raggiungere l’obiettivo del 90% di riempimento per l’inverno successivo. 

Rimangono dunque due obiettivi fondamentali di breve e medio termine per l’Unione europea:  

  1. come proteggere le economie europee e i consumatori dagli alti prezzi previsti per questo inverno; 
  2. come prepararsi per tempo per l’inverno 2023/24 assicurandosi che gli stoccaggi di gas siano adeguati e ad un costo più sostenibile rispetto al 2022/23. 

La Commissione ha presentato il 18 ottobre scorso un piano per raggiungere questi obiettivi, che è stato poi in linea generale avvallato dal Consiglio dei Capi di Stato il 20 ottobre e dal Consiglio Energia del 25 ottobre. La Commissione dovrà ora presentare delle proposte definitive dettagliate che verranno considerate durante un Consiglio energia speciale il 24 novembre. Le misure proposte sono pensate come temporanee e scadrebbero al più tardi dopo un anno dall’introduzione del Regolamento, che può però essere rinnovato in caso di necessità. 

Controllo del prezzo del gas 

A fronte della richiesta di diversi paesi, tra cui l’Italia, di introdurre un limite al prezzo del gas o ‘price cap’, la proposta della Commissione risulta piuttosto timida e ipotizza l’introduzione di un meccanismo di controllo dei picchi di prezzo giornalieri del gas. Come misura di emergenza, il Consiglio potrebbe inoltre, su proposta della Commissione, anche approvare un limite (‘price cap’) dinamico al prezzo gas sulla piattaforma di scambio olandese TTF (la piattaforma di riferimento per i prezzi del gas europei) per limitare episodi di eccessivi prezzi gas. Nonostante l’iniziale opposizione della Germania, il Consiglio ha avallato quest’ultima proposta nelle proprie Conclusioni. 

Un’altra misura creata per cercare di frenare gli alti prezzi del gas è l’introduzione di un prezzo di riferimento per il GNL, separato dal prezzo TTF. Il prezzo del GNL, generalmente trasportato via nave, risente in maniera minore dei rischi geopolitici degli approvvigionamenti via gasdotto che condizionano il prezzo del TTF. La responsabilità della creazione di questo prezzo di riferimento viene affidata all’agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) e dovrà essere attivo a partire dal 1 marzo 2023. Secondo la proposta della Commissione, a partire da due settimane dall’eventuale entrata in vigore del Regolamento, ACER dovrebbe già pubblicare una valutazione di prezzo giornaliera sul mercato GNL. 

Il Consiglio chiede inoltre alla Commissione di rimettere sul tavolo la proposta di imporre un limite al prezzo del gas usato per la generazione elettrica sul modello di quello introdotto in Spagna e Portogallo. Il cosiddetto ‘price cap iberico’ non è un vero e proprio limite, ma una soglia oltre la quale il costo del gas viene rimborsato dallo Stato. Questa proposta dovrà essere accompagnata da un’analisi costi-benefici e dovrà rispettare i meccanismi di funzionamento del mercato elettrico (in particolare non impattare sul merit order) e non produrre un aumento di uso del gas o causare un incremento artificiale dell’esportazione di elettricità al di fuori dell’UE a spese dei contribuenti europei. 

In un non-paper circolato agli Stati membri prima del Consiglio Energia, la Commissione elenca però una serie di problemi legati all’introduzione di questa misura, tra le quali il rischio di esportazione di energia elettrica sussidiata a stati non membri, come Regno Unito e Svizzera, e la forte disparità di vantaggi e costi tra gli stati membri. Stati a forte utilizzo di gas per la generazione elettrica, come Italia e Olanda, sopporterebbero la maggior parte dei costi di questa misura mentre altri Stati che sono importatori netti di elettricità generata dal gas, come la Francia, ne beneficerebbero in misura molto maggiore. 

Nello stesso documento la Commissione propone, come alternativa, l’implementazione in tempi rapidi della riforma del mercato elettrico, una delle misure per risolvere la crisi che il Consiglio aveva approvato nelle sue conclusioni del 20 ottobre. Questa riforma consisterebbe nell’introduzione di un meccanismo di gare d’appalto per l’assegnazione di ‘contratti per differenza’ con lo scopo sostenere le tecnologie cosiddette inframarginali (cioè il cui costo sul mercato è al di sotto della tecnologia marginale, in genere il gas, che fissa il prezzo). Il prezzo di esercizio oggetto dei contratti diventerebbe il livello di introiti garantiti: lo stato coprirebbe la differenza tra il prezzo di esercizio e il prezzo di mercato, se quest’ultimo dovesse essere inferiore, ma incamererebbe la differenza se il prezzo di mercato dovesse risultare maggiore. Questo meccanismo, simile al meccanismo di sostegno per le rinnovabili già attivo da anni nel Regno Unito, dovrebbe quindi abbassare e dare stabilità ai prezzi dell’elettricità. 

Nella proposta della Commissione questo meccanismo sarebbe affiancato da un mercato di breve termine con lo scopo di fornire stabilità di fronte all’intermittenza delle rinnovabili. Questo mercato parallelo dovrebbe favorire la partecipazione di tecnologie come stoccaggi elettrici e demand response in modo che questi progressivamente, grazie anche all’evoluzione tecnologica, sostituiscano il ruolo del gas che inizialmente ci si aspetta predominante. 

Garantire la sicurezza energetica 

La proposta della Commissione include inoltre delle misure di intervento di emergenza in caso gli stoccaggi di gas dovessero svuotarsi più del previsto prima della fine dell’inverno. La prima consiste nella stesura di regole di default che regoleranno le richieste di gas tramite solidarietà europea, in caso non sia presente un accordo bilaterale in tal senso tra il paese membro e un altro. In caso di necessità, inoltre, il Consiglio potrebbe essere chiamato, su proposta della Commissione, a decidere sull’allocazione efficiente delle risorse di gas disponibili. 

Il 26 luglio il Consiglio energia aveva già approvato il target volontario di riduzione dei consumi di gas del 15% da effettuarsi tra il 1 agosto 2022 e il 31 marzo 2023, con alcune eccezioni e deroghe. Il target potrebbe diventare obbligatorio in caso di emergenza sulla disponibilità di gas.  

Nella proposta di Regolamento del 18 ottobre la Commissione nota la possibilità di rivedere questi obiettivi in caso di azione insufficiente degli stati membri e in presenza di un’emergenza di disponibilità di gas. La Commissione propone inoltre di rilassare le norme che regolano la protezione delle forniture gas agli utenti domestici per escludere in via temporanea dalla protezione tutti i consumi non fondamentali come il riscaldamento degli spazi all’aperto e le piscine private, e liberare dunque l’azione degli stati membri nel ridurre i consumi non essenziali. 

Le conclusioni del Consiglio UE del 20 ottobre menzionano inoltre la necessità di proteggere famiglie e imprese più vulnerabili dal caro prezzi tramite l’uso di ‘tutti gli strumenti rilevanti a livello nazionale e comunitario’, in quella che viene interpretata come un’apertura a un possibile fondo comune europeo. 

Riempimento degli stoccaggi 

Più incisive, invece, le misure decise per facilitare il riempimento degli stoccaggi di gas in vista dell’inverno 2023/24, dal momento che la Commissione si aspetta che l’UE arriverà alla fine dell’inverno con le scorte quasi esauste e con il molto probabile azzeramento delle importazioni dalla Russia. La misura principale è l’attivazione di una piattaforma temporanea di acquisto comune del gas, che funzionerebbe in due fasi. La prima è quella dell’aggregazione della domanda. Gli stati membri dovranno comunicare ad un aggregatore centrale i volumi di gas da acquistare in maniera congiunta, fermo restando una partecipazione minima obbligatoria pari al 15% dei volumi necessari a raggiungere l’obiettivo di riempimento degli stoccaggi del 90%. Per l’Italia questo significherebbe circa 1,9 miliardi di metri cubi di gas. La seconda fase è quella dell’acquisto, che invece rimane interamente facoltativo, e che la Commissione auspica avvenga con la formazione di uno o più consorzi privati di acquisto gas alle condizioni concordate. La misura prevede anche la costituzione di un Board composto dalla Commissione e dagli stati membri che avrà tra i vari compiti quello di valutare che accordi di fornitura del gas presi da aziende europee e superiori ai 5 TWh di volume, siano compatibili con il lavoro della piattaforma per gli acquisti comuni e con la sicurezza energetica europea. 

Questo meccanismo consentirebbe di evitare la competizione interna degli stati membri per il gas e quindi ne abbasserebbe il prezzo grazie al potere di mercato del blocco europeo. A questa iniziativa si collega la proposta della commissione di negoziare accordi bilaterali di fornitura con paesi produttori di gas ‘amici’ quali la Norvegia. 

Sostegno economico per le famiglie e PMI 

In parallelo alla proposta di Regolamento del 18 ottobre, la Commissione ha proposto, nel contesto delle negoziazioni sull’implementazione di REPowerEU, di riassegnare fino a 40 miliardi dei fondi di coesione inutilizzati nel programma 2014-20 per supportare le famiglie vulnerabili e le piccole e medie imprese nell’affrontare i costi energetici. 

Altre risorse per sostenere famiglie e imprese vengono dal Regolamento approvato dal Consiglio il 30 settembre, che reindirizza parte dei cosiddetti ‘extraprofitti’ dalle compagnie energetiche, stimati nell’ordine dei 140 miliardi di euro. 

Per le tecnologie rinnovabili, nucleare e biomassa, ma anche petrolio e lignite, viene introdotta una soglia di 180 euro/MWh oltre la quale gli introiti delle compagnie energetiche vengono appropriati dallo stato. Ci sono però una serie di flessibilità che consentono di ridurre questa soglia o differenziare tra tecnologie, purché questo sia fatto in maniera proporzionata e non discriminatoria. 

Le imprese energetiche che sfruttano greggio, gas naturale, carbone e il settore della raffinazione invece vengono invece soggette a un ‘contributo di solidarietà’ che corrisponde ad una tassa di almeno 33% su tutti i profitti che vanno oltre il 20% di incremento nel 2022 o 2023 rispetto alla media dei profitti soggetti a tassazione negli anni fiscali dal 2018 al 2021. 

Gli stati devono poi usare gli introiti extra derivanti da queste due misure per supportare in maniera mirata famiglie e imprese con misure che possono includere remunerazione tramite aste per la riduzione della domanda, incentivi per l’efficienza energetica ed investimento in tecnologie di decarbonizzazione. 

A complementare questi interventi viene introdotto un obiettivo volontario di riduzione del 10% del consumo lordo di elettricità e un obiettivo obbligatorio di riduzione del 5% del consumo nelle ore di picco a livello di stato membro, tramite ad esempio delle aste di riduzione della domanda.  

Questi interventi temporanei dovrebbero lasciare posto, secondo le intenzioni della Commissione, a una vera e propria riforma del mercato elettrico che verrebbe iniziata nei prossimi mesi e mirerebbe a disaccoppiare il prezzo dell’elettricità da quello del gas, riducendo quindi i prezzi. 

La riduzione strutturale della domanda di gas 

Nella proposta della Commissione del 18 ottobre e nel Regolamento del Consiglio del 30 settembre, le misure di riduzione dei consumi sono presentate come accessorie rispetto al dispiegamento delle misure di controllo dei prezzi e degli acquisti comuni per il riempimento degli stoccaggi e non come parte fondamentale per raggiungere quegli stessi obiettivi. Queste misure sono, inoltre, perlopiù intese come misure di riduzione volontaria e temporanea dei consumi, non come riduzione strutturale della domanda energetica. 

La Commissione stessa ha però riconosciuto il ruolo fondamentale di efficienza energetica e incremento delle rinnovabili nel superamento della crisi, come indicato nella comunicazione su REPowerEU. Se è vero che è proprio REPowerEU oltre che il pacchetto Fit for 55, i cui testi legislativi sono nelle fasi finali di negoziato, a contenere le misure e gli obiettivi relativi a questo, è anche vero che una maggiore integrazione degli obiettivi di riduzione strutturale con quelli di riduzione temporanea potrebbe portare benefici. Stabilire iniziative di riduzione permanente della domanda il prima possibile avrebbe un effetto positivo nel facilitare il riempimento degli stoccaggi, diminuendo nel concreto la dipendenza dalla Russia nel lungo termine. Avrebbe inoltre l’effetto di ridurre i costi sia per la minore necessità di gas, sia per il forte segnale che una riduzione strutturale della domanda invierebbe ai mercati. Avrebbe infine il non trascurabile effetto di ridurre la necessità di introdurre misure severe di riduzione temporanea dei consumi. 

Il Consiglio sembra riconoscere la necessità di ricollegare la proposta della Commissione a REPowerEU e chiede, nelle conclusioni del 20 ottobre, di accelerare sul lavoro di semplificazione delle procedure di permesso delle rinnovabili, anche tramite l’introduzione di misure di emergenza. 

Chiede inoltre di accelerare gli investimenti in efficienza energetica e di preparare l’infrastruttura energetica alle sfide future tramite, tra gli altri, interconnessioni, stoccaggi e tecnologie rinnovabili innovative. 

Anche ENTSO-G, che raduna gli operatori europei delle reti di trasmissione gas (TSO), nota in un report pubblicato a ottobre 2022 che la riduzione di consumi di gas del 15% è fondamentale, in caso di inverno freddo e interruzione delle forniture russe, per evitare il rischio di riduzione forzosa della domanda. 

La riduzione della domanda, anche se solamente volontaria secondo gli accordi del 26 luglio, è dunque un tassello fondamentale della resilienza energetica europea per questo inverno ed il prossimo, e dovrebbe dunque essere uno degli obiettivi chiave degli stati membri fin da subito. L’efficienza energetica e la riduzione della domanda sono però rimaste fuori dal discorso inaugurale della nuova Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Si vedrà però nelle azioni intraprese nelle prossime settimane in risposta alla crisi se il nuovo governo saprà dare la giusta centralità a questi elementi o se invece, seguendo la linea del precedente governo, le considererà marginali.

Tabella 1 – Proposte


Tabella 2 – Proposte

Photo by Dušan Cvetanović

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