Leggi lo studio “Il panorama energetico italiano dopo l’invasione russa dell’Ucraina” qui
L’invasione russa dell’Ucraina e la crisi energetica che l’ha accompagnata hanno avuto impatti significativi sul settore dell’energia di molti paesi UE, tra cui l’Italia. Dopo più di un anno dall’inizio del conflitto, questo studio, realizzato da ECCO in partnership con Friedrich Ebert Stiftung, analizza i cambiamenti nel mix energetico italiano e le politiche messe in campo dal governo nel breve e medio/lungo periodo. Nel 2021, prima della guerra in Ucraina, l’Italia, nel settore energia, era fortemente dipendente dalle importazioni di gas naturale russo, con circa il 40% del totale del gas importato (72,6 miliardi di metri cubi standard) provenienti dalla Russia. Nel 2022 l’Italia ha invece dimezzato le importazioni di gas russo (19% del totale) e parallelamente triplicato le esportazioni. Inoltre, se nel 2021 almeno un quinto dell’energia elettrica consumata in Italia era prodotta con gas russo, nel 2022 tale quota si è ridotta a circa un decimo. Per quanto riguarda le politiche pubbliche messe in campo, il governo ha predisposto un piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale e si calcola che gli oneri pubblici di contenimento delle bollette energetiche in Italia siano quantificabili nel biennio 2021-2022 in 62,8 miliardi di euro.
Dallo studio emerge come gli sforzi di riduzione dei consumi in Italia abbiano prodotto riduzioni superiori all’obiettivo europeo del 15%. Il consumo di gas è infatti diminuito del 18,6% tra agosto 2022 e gennaio 2023, pur in assenza di misure strutturali.
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Foto di Miguel Á. Padriñán