La Commissione europea, nel settembre 2023, ha chiesto a Enrico Letta di preparare un report indipendente sul futuro del Single Market – il Mercato unico –, a trent’anni esatti della sua creazione, e il documento è stato presentato oggi, 18 aprile 2024, al Consiglio europeo.
Oltre a sottolineare l’importanza cruciale del Mercato unico come pilastro fondamentale per rafforzare l’integrazione europea, eliminare le barriere commerciali, garantire una concorrenza leale e promuovere la cooperazione e la solidarietà tra gli Stati membri, il report di Letta, offre un’analisi dettagliata delle sfide e delle opportunità che l’Unione europea deve affrontare per rafforzare la sua competitività globale e promuovere una transizione sostenibile verso un’economia verde e digitale.
Il report sintetizza i tre obiettivi fondamentali e irrevocabili che l’Unione europea si è posta per i prossimi anni, spostando l’attenzione dal “se” l’Europa si impegnerà al raggiungimento di questi obiettivi al “come”, ovvero le politiche di attuazione:
- L’impegno verso una transizione equa, verde e digitale;
- La decisione di perseguire l’espansione dell’Unione europea;
- La necessità di potenziare la sicurezza dell’UE.
È importante sottolineare che il report affronta il tema della transizione verso un’economia verde non solo come una necessità ambientale, ma anche come un fattore chiave per migliorare il vantaggio competitivo dell’Unione a livello globale. La decarbonizzazione e l’innovazione tecnologica rappresentano un’opportunità unica per l’Europa per sfruttare questo suo vantaggio competitivo e posizionarsi come leader nel mercato globale delle tecnologie pulite e sostenibili.
Per cogliere questa opportunità nel prossimo mandato legislativo, secondo il report, sarà essenziale focalizzarsi sul finanziamento della transizione, orientando le risorse pubbliche e private necessarie verso la trasformazione del sistema produttivo europeo.
È fondamentale focalizzarsi sulla mobilitazione dei capitali privati: nonostante l’UE sia una delle principali potenze economiche mondiali, la sua presenza nei mercati finanziari globali non riflette proporzionalmente il suo PIL. Con un patrimonio di risparmi privati di 33 trilioni di euro, la maggior parte dei quali è conservata in depositi bancari e valute, l’UE ha un enorme potenziale di investimento non sfruttato. Come evidenziato anche da Mario Draghi nel suo recente discorso a La Hulpe, questi risparmi potrebbero essere più efficacemente utilizzati per alimentare la crescita in un mercato dei capitali più ampio. Pertanto, è urgente sviluppare un mercato finanziario europeo integrato e robusto, capace di indirizzare i risparmi verso investimenti produttivi. Viene, quindi, proposto un cambio fondamentale: la creazione di una Savings and Investments Union, fondata sulla ormai nota Capital Markets Union, giudicata però ancora incompleta.
Come già evidenziato in un nostro precedente studio, il report pone l’accento sull’importanza di investimenti aggiuntivi per il Green Deal e RepowerEU, stimati dalla Commissione europea in oltre 620 miliardi di euro all’anno, gran parte dei quali dovrebbero provenire da risorse private. [1] a cittadini, imprese e lavoratori, e rappresenta la scelta strategica più cruciale per l’UE per consolidare il suo vantaggio competitivo a livello globale. Per questo motivo il report di Letta sottolinea l’urgenza di sviluppare una Savings and Investments Union, collegando direttamente il finanziamento della transizione equa, verde e digitale con lo sviluppo di un mercato finanziario integrato e di una solida relazione tra investimenti pubblici e privati. Questo approccio bilanciato non solo rappresenta una strategia chiave per soddisfare le esigenze di investimento e prevenire possibili tensioni sociali e politiche, ma rafforza anche il Mercato Unico come una forza dinamica capace di mobilitare significativi investimenti.
Diventa pertanto cruciale lo sviluppo di strumenti finanziari che possano attirare capitale privato necessario per il finanziamento della transizione, come riportato anche in questa mappatura ECCO.
Il report di Letta evidenzia anche l’importanza di un approccio rinnovato alla finanza pubblica e al sostegno statale per facilitare la transizione. Per minimizzare il rischio di frammentazione del Mercato Unico, Letta propone di creare un “State aid contribution mechanism“, in cui gli Stati membri destinano una parte dei loro fondi nazionali al finanziamento di iniziative e investimenti pro-europei. Sbloccare gli investimenti privati e affinare l’approccio agli aiuti di Stato permetterà di creare, infatti, le condizioni politiche necessarie per liberare un’altra dimensione critica: gli investimenti pubblici europei. Di fronte a una forte concorrenza globale, l’UE deve intensificare i suoi sforzi per sviluppare una strategia industriale competitiva, capace di contrastare strumenti adottati di recente da altre potenze globali, come il “US Inflation Reduction Act“.
Il Single Market europeo viene anche identificato come strumento chiave per la realizzazione di un sistema energetico sicuro, accessibile e sostenibile, a sostegno di un moderno sistema industriale. Sebbene la crisi energetica del 2022 abbia portato ad una strategia unitaria, si corre oggi il rischio di perdere l’occasione di proseguire nell’integrazione dei mercati, verso una possibile regressione.
L’importanza di sviluppare un mercato integrato cresce in parallelo all’avanzamento dell’UE verso un sistema energetico decarbonizzato. I benefici di tale integrazione si amplificano con l’aumento della quota di energie rinnovabili nel sistema, rafforzando il valore della sua flessibilità e resilienza. Mercati energetici integrati su scala continentale garantiscono un dispiegamento rapido ed efficiente di nuove fonti di energia pulita.
Letta ha così elaborato un percorso strategico per l’Unione europea nella sua transizione verso un’economia equa, verde e digitale, mettendo al centro la mobilizzazione e la canalizzazione di investimenti privati e pubblici. Attraverso il suo Mercato Unico, secondo Letta, l’UE sarebbe in grado di posizionarsi come leader globale nelle tecnologie sostenibili, garantendo al contempo sicurezza energetica e competitività industriale.
NOTE
[1] L’International Energy Agency stima che il mercato globale delle principali tecnologie per l’energia pulita prodotte in serie varrà circa 650 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, più di tre volte il livello attuale.
Foto di Lara Jameson