Comunicato stampa

Comunicato stampa – discussione sul Piano Nazionale Integrato Energia e Clima in Parlamento

Agire ora per una transizione a vantaggio di innovazione, sviluppo e occupazione

ROMA – 27 FEBBRAIO 2024 – Si è svolto oggi a Roma, presso la Sala della Regina a Palazzo Montecitorio, Camera dei deputati un momento di confronto sul Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) organizzato su iniziativa del Vice Presidente della Camera dei Deputati, On. Sergio Costa.

L’Italia dovrà inviare alla Commissione europea la versione finale dell’aggiornamento del PNIEC entro il 30 giugno 2024. In assenza di una legge clima, il Piano Energia e Clima costituisce lo strumento principale per la definizione delle misure per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030.

Dall’evento, al quale hanno preso parte rappresentanti di istituzioni, politica, mondo del lavoro, settore produttivo e società civile, emerge con evidenza che il PNIEC e la transizione rappresentano un’opportunità di rilancio per innovazione, sviluppo e occupazione, tracciando il percorso di trasformazione dell’economia nazionale verso il 2050.

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Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è intervenuto – attraverso un video –  al dibattito, sottolineando che:

“L’impegno di oggi è quello di ribaltare il rapporto tra fossili e rinnovabili, andando verso un orizzonte futuro decarbonizzato.”

“Decarbonizzare le nostre attività è indispensabile, è un percorso complesso ma obbligato. Non deve però essere un passaggio traumatico, che lasci dietro di sé più problemi che soluzioni. […] L’Italia rafforza il suo approccio sul clima e sulla sicurezza energetica in linea con gli impegni assunti a livello europeo e internazionale.”

“È positivo – il confronto – tra organizzazioni sindacali, padronali, parlamento e esperti. Questo è l’approccio da seguire. […] Il PNIEC è uno strumento prezioso con un orizzonte temporale che va oltre la legislatura ma ha un effetto immediato. Deve essere misurabile. Dobbiamo tutelare l’ambiente, la biodiversità e le nostre imprese. Non dobbiamo lasciare nessuno indietro, non possiamo.”

On. Sergio Costa, Vicepresidente della Camera dei Deputati, ha detto:

“Non possiamo più chiederci se fare la transizione ma come. Il mondo sta andando nettamente nella direzione della transizione, o ci attrezziamo adeguatamente per affrontare questa sfida o siamo fuori dal mondo.”  

“Negli ultimi 40 anni in Italia il cambiamento climatico è costato 210 miliardi di euro. Solo dal 2017 al 2022 il conto per l’Italia è ammontato a 42,8 miliardi, di cui 17 soltanto nel 2022. I costi dell’inazione sono ben maggiori dei costi dell’azione.”

“Dobbiamo unire le forze per produrre un piano di sviluppo che sia in grado di accompagnare il sistema industriale, i lavoratori, la società tutta all’interno di un processo ineluttabile. La sostenibilità sociale non si consegue fuggendo dalla realtà, ma si persegue attraverso politiche mirate in grado proteggere realmente le persone.” 

“Le crisi di questi anni dimostrano che l’unica vera sicurezza energetica passa per la transizione. La dipendenza dalle fonti fossili come il gas espone a rischi geopolitici sempre maggiori in un contesto di crescenti tensioni internazionali.”

Chiara Di Mambro, Responsabile politiche di decarbonizzazione di ECCO, Il think tank italiano per il clima, ha detto che:

“La transizione può essere sia socialmente giusta, sia sostenibile e vantaggiosa per il sistema economico e produttivo.”

“I danni economici (1% del PIL EU nel 2019) e in termini di vite umane (61.000 solo nel 2022 in EU) del cambiamento climatico indicano che il tempo per l’azione è adesso. La revisione del PNIEC offre un’occasione che non possiamo perdere. Spetta però alla politica avviare una concreta attuazione di misure in grado di favorire lo sviluppo del Paese e accompagnare la transizione.”

 “Questo significa incidere sugli strumenti di pianificazione finanziaria e sociale, garantendo meccanismi di monitoraggio, valutazione ed eventuale modifica delle politiche nel tempo.”

“La trasformazione industriale dovrà essere curata da un capitolo dedicato che porti in luce le specificità settoriali, evidenziando le soluzioni disponibili oggi e impostando la traiettoria di sviluppo verso il 2050.”

“La politica dovrà fornire gli strumenti, dettare l’indirizzo, a dare risposte su come accompagnare la transizione. Dovrà cogliere la sfida competitiva delineata dalla mobilitazione globale di capitali con investimenti in crescita nelle tecnologie della transizione.”

Matteo Leonardi, Direttore e Co-Fondatore di ECCO, Il think tank italiano per il clima, ha detto:

“Tra il dire e il fare c’è di mezzo la politica. Non possiamo più parlare del ‘se’ ma dobbiamo decidere ‘come’ affrontare il cambiamento climatico. Serve volontà politica.

Siamo esposti nei settori chiave della decarbonizzazione. La transizione va segmentata nelle diverse componenti dei comparti produttivi nazionali. Dare forza a quei comparti dove è più facile decarbonizzare i processi fa guadagnare tempo all’industria che più fatica ad attivare la transizione. Questo significa anche rivedere le componenti tariffarie a vantaggio dell’elettrificazione dei consumi.”

Enrico Giovannini, Direttore scientifico, Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile (ASviS)

“Sui temi clima c’è una falsa contrapposizione tra ideologia e pragmatismo: Il problema è primariamente economico. Se non diamo una rapida accelerata all’implementazione delle misure su energia e clima non raggiungeremo gli obiettivi del PNIEC e, in questo senso, la legge per il clima è un passaggio fondamentale.”

L’Italia ha inviato la sua proposta di aggiornamento del PNIEC 2023 lo scorso luglio, ma si rilevano ancora elementi che minano la sua efficacia e ambizione. Si registra un numero elevato di politiche e misure per il raggiungimento degli obiettivi, con brevi descrizioni e riferimenti a provvedimenti attuativi successivi. Il Piano pone, quindi, l’accento sul ‘cosa’ fare, senza individuare una strategia per la sua realizzazione concreta, ovvero il ‘come’, anche sottolineato nella valutazione del Piano della Commissione UE.

ECCO ha costruito uno scenario sviluppato nei quattro macrosettori di generazione e uso dell’energia: elettrico, civile, industria e trasporti. ECCO suggerisce quindi un piano per l’azione contenente le linee di un approccio alternativo, con proposte concrete per accrescere l’efficacia e l’ambizione del PNIEC.

Consulta il rapporto PNIEC: un Piano per l’azione

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