PNIEC

Aspettando il PNIEC

30 giugno 2024. Questa è la data ufficiale per la consegna del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, il PNIEC, da parte dei Paesi membri dell’Unione europea.

Torniamo indietro di un anno esatto.  Il 30 giugno 2023, i Paesi europei, tra cui l’Italia erano chiamati ad inviare una prima bozza del Piano. L’Italia ha inviato la propria proposta il 19 luglio.

Il giorno successivo abbiamo pubblicato una pagella di quella prima  bozza, evidenziando aspetti positivi e criticità. La valutazione complessiva evidenziava ampi spazi di miglioramento. L’anno che ci separava dall’invio della versione finale avrebbe potuto essere l’occasione per migliorare il Piano. Prima di tutto, il Piano mancava dichiaratamente gli obiettivi di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni, mentre gli obiettivi di penetrazione delle rinnovabili del sistema elettrico ancora non erano allineati rispetto agli obiettivi G7 di sostanziale decarbonizzazione del sistema elettrico al 2035. Inoltre, il Piano era ancora viziato dalla precedente impostazione che non aveva portato ad evidenti riduzioni delle emissioni (ad es. sul settore civile, l’ottava comunicazione nazionale aveva quantificato in una riduzione di solo l’1% delle emissioni l’effetto delle politiche in atto, compreso il Superbonus).  La bozza di Piano poneva ancora l’accento sul ‘cosa’ fare, elencando lunghe liste di politiche senza, però, individuare una strategia per la loro realizzazione concreta, ovvero il ‘come’, come anche sottolineato nella valutazione del Piano della Commissione UE. Come si finanzia la transizione? Come si accompagnano i cittadini in questo percorso?

Le azioni necessarie per contenere l’incremento di temperatura entro 1.5°C rappresentano la cornice di un percorso molto ampio, un processo di trasformazione dei sistemi economici per svincolare i principi dello sviluppo dallo sfruttamento delle fonti fossili.

Questo implica la modifica dei fondamentali nei sistemi economici che impattano sugli assetti della spesa pubblica, sulle filiere produttive e sui loro contesti di riferimento e, non ultimo, sulla vita quotidiana di tutti i cittadini.

Per questo, il Piano dovrebbe andare oltre energia e clima e restituire una visione di sviluppo del Paese, valutando le ricadute delle politiche sul sistema economico, sociale e produttivo, valorizzando le opportunità e la gestione dei rischi di un percorso di trasformazione profondo, nei tempi che ci detta la scienza.

In assenza di una governance nazionale su clima, il ruolo del PNIEC è centrale nel definire il quadro di riferimento per il raggiungimento degli obiettivi europei sul clima (Fit for 55), e rappresenta il contributo dell’Italia verso l’Accordo di Parigi in termini di mitigazione al cambiamento climatico.

La decisione sul primo Global Stocktake alla COP28 di Dubai ha segnato la direzione che è necessario intraprendere nei prossimi anni. In questo senso, i contributi nazionali dei Paesi (Nationally Determined Contributions, NDCs), dovuti entro la COP30 del 2025, dovranno tenere conto della necessità di abbandonare i combustibili fossili (‘transitioning away from fossil fuels in energy systems’).

Sulla base dell’ultimo rapporto dell’EEA (European Environment Agency) sulle tendenze e proiezioni delle emissioni, l’Europa non riuscirà a raggiungere gli obiettivi emissivi del -55% netto al 2030 per almeno 7 punti percentuali. Guardando alle sole emissioni dei settori che ricadono nell’ambito di azione degli Stati Membri (settori cd. Effort sharing, ovvero trasporti su strada, civile, agricoltura, rifiuti, emissioni non CO2, industria <20MW) questo divario si amplia con le proiezioni che si attestano 13 punti percentuali sotto l’obiettivo comune europeo del -40% rispetto al 2005, considerando politiche addizionali in linea con i Piani Nazionali Energia e Clima del 2023.

In occasione dell’ultima consultazione pubblica sul Piano, oltre a rispondere ai quesiti del Governo, abbiamo provato ad identificare i 10 elementi indispensabili per realizzare un processo di trasformazione dell’economia che sia funzionale al raggiungimento degli obiettivi clima e capace di cogliere le opportunità strategiche per il sistema Paese.

Il 3 aprile 2024 è stato avviato un ciclo di audizioni parlamentari sulla proposta di aggiornamento del PNIEC presso le commissioni riunite ambiente e attività produttive della Camera dei deputati. ECCO ha partecipato alle audizioni depositando anche una corposa memoria scritta. 

A valle del ciclo di audizioni, sono state presentate dai principali gruppi parlamentari delle mozioni di indirizzo al Governo per l’aggiornamento del Piano. Alla prima mozione del M5S, sono seguite la mozione di AVS, la mozione del PD e quella della maggioranza, mentre durante la discussione si è aggiunta la mozione di Azione. Nella seduta d’Aula di mercoledì 26 giugno, l’esame si è concluso con l’espressione dei pareri del Governo e con la scontata approvazione della mozione di maggioranza riformulata. 

La versione finale del PNIEC soddisfa i requisiti minimi per le politiche del clima nazionali con orizzonte 2030? Costituisce una base di riferimento per garantire il raggiungimento della neutralità climatica al 2050?

Nei prossimi giorni, a margine della pubblicazione ufficiale del PNIEC, offriremo una valutazione del Piano e delle politiche pubbliche di quest’ultimo anno con rilevanza sui temi del clima e dell’energia. La valutazione sarà la base per un monitoraggio delle politiche pubbliche sul clima, che vedrà due momenti chiave, ovvero la presentazione del Documento di Economia e Finanza (DEF) e la Legge di bilancio. In questi due momenti si traccerà un bilancio dell’allineamento delle politiche pubbliche rispetto al clima e agli obiettivi 2030 e 2050.

Non ci resta che aspettare il Piano, nella sua versione finale, auspicando, non solo che presenti politiche in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi, ma che riesca ad interpretare al meglio la necessità di concretezza e di efficacia necessarie per tradurre le politiche in realtà e accompagnare il sistema energetico, produttivo e tutti i cittadini in questo complesso percorso di trasformazione.


Foto di Maria Lucia P. Sampaio

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