Il 23 luglio 2025 si è tenuto a Roma il Quinto Vertice Intergovernativo Italia–Algeria, co-presieduto dalla Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e dal Presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. L’incontro, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione bilaterale, è stato affiancato da un Forum Imprenditoriale Italia–Algeria, organizzato dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE). Le delegazioni dei due Paesi hanno firmato oltre 40 accordi bilaterali di cooperazione, confermando l’eccezionalità del partenariato strategico tra Roma e Algeri.
L’energia ha occupato un ruolo di primo piano nell’agenda del Vertice. Significativa, infatti, è stata la partecipazione dell’Amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, e del CEO di Sonatrach, Rachid Hachichi.
Se alla dimensione energetica nelle relazioni storiche tra Italia e Algeria aggiungiamo le intese raggiunte in questo Vertice, emergono importanti criticità sulla transizione energetica dei due Paesi. Infatti, nonostante emergano sia l’intenzione di procedere verso la diversificazione dal gas, sia una proiezione verso una transizione giusta e “future-proof” (rinnovabili, reti elettriche), il ruolo del gas rimane centrale e si estende ai prossimi decenni. L’impegno dell’Italia con l’Algeria, e per esteso con i Paesi nordafricani, nel campo della transizione energetica dovrebbe, al contrario, dare priorità al miglioramento dell’assistenza tecnica agli attori energetici locali e alla promozione di programmi di capacity building come base per uno sviluppo economico a lungo termine e una più profonda cooperazione economica e industriale pulita.
La dimensione energetica nelle relazioni Italia-Algeria
La dimensione energetica rimane ad oggi il fulcro della relazione tra i due Paesi, seppur nel corso degli anni, i rapporti commerciali si siano evoluti verso una collaborazione economica più ampia.
Nonostante i periodi di instabilità politica attraversati dall’Algeria – incluso il conflitto interno degli anni ’90 – l’Italia ha sempre mantenuto solidi rapporti con Algeri, rafforzati all’inizio del nuovo millennio con la firma del Trattato di Amicizia, Cooperazione e Buon Vicinato. Infatti, a seguito della firma del nuovo Trattato, si registrano una lunga lista di accordi successivi nei settori di interesse bilaterale (con particolare rilievo per energia, commercio, sicurezza, migrazione e cultura), e dalla presenza di un ampio numero di aziende italiane operanti sul suolo algerino.
Nel 2022, in risposta alla crisi energetica europea, seguita all’invasione russa in Ucraina, le relazioni sono entrate in una nuova fase. L’Algeria si è impegnata ad aumentare in modo significativo le forniture di gas verso l’Italia, affermandosi come fornitore alternativo alla Russia strategico per il mercato italiano. Nel 2024, il commercio dell’Algeria con l’Italia ha raggiunto un valore complessivo pari a 15,9 miliardi di dollari, con esportazioni di gas e petrolio raffinato per un valore di 10,7 miliardi di dollari, in calo del 23,5% su base annua per effetto di una diminuzione dei prezzi del gas, ma con un surplus commerciale di 8,6 miliardi di dollari nei confronti dell’Italia.
Attualmente, l’Algeria è il principale fornitore di gas per l’Italia, coprendo circa il 36% del totale delle importazioni italiane di gas via gasdotto. L’Italia rappresenta il primo mercato di esportazione per il gas algerino, sempre via gasdotto, con una quota superiore al 40%.
Le intese raggiunte al Vertice Italia-Algeria
Gli accordi in materia di energia raggiunti al Vertice di luglio 2025 si inseriscono in una serie di accordi bilaterali siglati in passato.
Sintesi degli accordi raggiunti tra Italia e Algeria negli ultimi anni:
Occasione e data |
Principali accordi energetici |
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Apr 2022 – Visita Draghi ad Algeri (pre-IV Vertice) |
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Lug 2022 – IV Vertice ad Algeri (Draghi–Tebboune) |
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Gen 2023 – Meloni ad Algeri (Visita bilaterale) |
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Lug 2025 – Vertice a Roma (Meloni–Tebboune) |
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La collaborazione tra Italia e Algeria si è evoluta in una relazione strategica di lungo periodo. Gli accordi del 2025 non cancellano quelli precedenti, ma li consolidano e li espandono.
Italia e Algeria: criticità per la transizione
Gli Accordi firmati a Roma, nel luglio 2025, riguardano rinnovabili, infrastrutture elettriche e sviluppo locale mostrano la volontà di procedere verso un diversificazione dalle fonti fossili e una proiezione verso una transizione giusta, proiettando l’Italia come interlocutore privilegiato nel Nord Africa e hub delle rinnovabili. Tuttavia, al tempo stesso, gli Accordi riguardanti l’aumento delle forniture di gas possono avere delle implicazioni rischiose, per entrambi i Paesi.
Per l’Italia, aumentare le importazioni da Sud renderebbe necessario potenziare la rete di trasporto interna, avviando il Paese verso lo scenario Late Transition, già descritto da ECCO. Una prospettiva che allontanerebbe il nostro Paese sia dagli obiettivi del pacchetto UE Fit-For-55 sia dagli impegni di decarbonizzazione assunti dall’Italia in ambito G7.
Domanda italiana di gas al 2019, 2020, 2021, 2022 e 2023, e scenari di evoluzione al 2030, 2040 e 2050 [Mld di mc/anno]. Fonte: MASE, Snam ed elaborazioni ECCO
Da nostre analisi recenti, emerge che l’impegno in forniture di fonti fossili di lungo periodo aumenta considerevolmente il rischio lock-in nel gas per entrambi i Paesi. Accordi per circa 20 mld m³/anno – a cui si aggiungono anche i recenti contratti ventennali firmati con gli Stati Uniti, e 750 miliardi di dollari di nuovi acquisti di GNL statunitense promessi da Ursula von der Leyen, nel recente accordo sui dazi siglato con Donal Trump – non risultano compatibili nemmeno con gli scenari più ottimistici.
La maggior capacità di esportazione italiana risulta di fatto in competizione con la disponibilità di export dei Paesi del Nord e dell’Est Europa (Baltici, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Polonia, Grecia, Bulgaria), i quali hanno anch’essi fatto ricorso a nuovi terminali di GNL in risposta al crollo dei flussi russi verso il Continente. L’Italia rischia quindi di generare un’ipertrofia del sistema, con volumi inutilizzati già al 2040 in scenari di domanda intermedia, che comporterebbe un rischio di stranded assets, ovvero infrastrutture che non recuperano l’investimento iniziale, con aumento dei costi in bolletta per famiglie e imprese.
Infine, l’Algeria, che basa gran parte della sua economia sulle esportazioni di idrocarburi, rischia di ritardare un percorso di diversificazione economica che la renderebbe più vulnerabile al contesto internazionale. La figura sottostante mostra la forte correlazione tra Prodotto Interno Lordo (PIL) ed export del Paese.
Fonte: adattato dagli indicatori World Bank Development, UNCTAD stat
In un contesto in cui l’Italia e l’Europa perseguono i loro obiettivi di decarbonizzazione e in cui fattori geopolitici possono alterare rapidamente gli equilibri regionali e globali, l’Algeria rischia di essere vulnerabile a un calo delle entrate derivanti dal gas, da cui il Paese è fortemente dipendente.
Il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo
L’Italia è nella posizione ideale per svolgere un ruolo attivo e sistemico nel promuovere la transizione energetica nei Paesi del Mediterraneo. In questo senso, la cooperazione tra Italia e Algeria dovrebbe andare ben oltre l’ambito energetico, estendendosi a sviluppo locale e cooperazione industriale sulle tecnologie della transizione.
La cooperazione dell’Italia con i partner nordafricani dovrebbe essere guidata da un approccio sinergico. Diplomazia, politica e industria devono lavorare fianco a fianco per promuovere priorità nazionali e internazionali condivise. In questo contesto, il coinvolgimento attivo e coordinato del (e con) il settore privato italiano rappresenta un fattore chiave, contribuendo a tradurre la visione politica in risultati concreti e fungendo da spina dorsale. L’Italia ha le condizioni e gli strumenti per affermarsi come un campione mediterraneo all’interno dell’UE in un momento di opportunità politica che vede la revisione delle relazioni tra l’UE e il suo vicinato meridionale attraverso la scrittura di un Nuovo Patto per il Mediterraneo.
Infine, l’impegno dell’Italia con l’Algeria, e per esteso con i Paesi nordafricani, nel campo della transizione energetica dovrebbe dare priorità al miglioramento dell’assistenza tecnica agli attori energetici locali e alla promozione di programmi di capacity building come base per cooperazione economica e industriale pulita. Fornendo competenze mirate nelle tecnologie per le energie rinnovabili, nella modernizzazione della rete e nella gestione sostenibile delle risorse, l’Italia può contribuire concretamente nello sviluppo delle infrastrutture locali. Progetti collaborativi e co-sviluppati, come hub transfrontalieri per le energie rinnovabili o iniziative di ricerca congiunte, potrebbero amplificare la cooperazione tra i due Paesi, garantendo una transizione coesa ed efficiente. Questo approccio non solo supporta gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Algeria, ma consolida anche il ruolo dell’Italia come partner chiave e hub delle rinnovabili nel futuro del Mediterraneo.
Foto di Governo.it