Elezioni 2022

Sicurezza energetica per una rapida decarbonizzazione in Italia

di Luka Vasilj

In Italia, nel mese di settembre 2022, i prezzi del gas registrano un aumento pari a quasi 5 volte rispetto al 2021. Tra le cause dell’attuale crisi energetica, che con buona probabilità si aggraverà con l’arrivo dei mesi invernali, vi è certamente l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. 

L’Italia – come molti altri paesi europei – dipende dalle importazioni di combustibili fossili per la propria sicurezza energetica. In questo caso, il gas fossile. Questa dipendenza dal gas incide sul costo dell’energia creando pressioni inflazionistiche e aumentando i prezzi in tutta l’economia. 

Infatti, all’inizio del 2022 il 40% del gas italiano era di provenienza russa, percentuale che è diminuita, ma che rimane ad oggi comunque significativa, pari al 25%.  

Di fronte a questa crescente pressione, il Governo italiano non ha colto l’occasione per diversificare e decarbonizzare il proprio mix energetico con energie rinnovabili a basso costo, ma al contrario sta perseguendo una politica di sostituzione del gas con altro gas, attraverso l’aumento delle quote provenienti dal Nord Africa (Algeria) e investendo in due impianti di rigassificazione (a largo di Piombino e Ravenna) per trattare le maggiori importazioni di GNL. 

Le implicazioni di questa decisione sono gravi, poiché le preoccupazioni climatiche ed economiche si intrecciano sempre più con l’aumento delle temperature. Quest’estate le ondate di calore hanno aumentato la domanda di energia elettrica, con la gente che si affrettava a raffreddare le proprie case, mentre la siccità intorno al bacino del fiume Po ha esacerbato i problemi di fornitura di energia elettrica, riducendo la capacità idroelettrica e limitando l’approvvigionamento idrico.  

L’Italia potrebbe approfittare di questo momento per cambiare la propria traiettoria, diversificando l’approvvigionamento energetico dalle importazioni di combustibili fossili e dando priorità alla diffusione delle energie rinnovabili 

 

Come si configura un percorso di 1,5°C per l’Italia? 

Il Piano per la Transizione Ecologica (PITE) adottato dall’Italia nel marzo 2022 indica un obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 pari a 256 MtCO2, equivalente a una riduzione del 51% rispetto al livello del 1990. Tuttavia, finora l’Italia non ha adottato formalmente alcun obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030, vincolandosi però al piano nazionale integrato per l’energia e il clima, che contiene obiettivi di emissione coperti dal sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) e dal regolamento sulla condivisione degli sforzi (ESR) dell’UE.  

Quest’ultimi mirano a una riduzione delle emissioni del 37% entro il 2030 rispetto ai livelli di emissione del 1990. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze indica che, con le politiche attuali, la riduzione delle emissioni potrebbe raggiungere il 42% entro il 2030 rispetto allo stesso valore di riferimento. Ma affinché l’Italia sia coerente con un mondo a 1,5 gradi, le riduzioni delle emissioni dovrebbero essere sostanzialmente più ambiziose, puntando a una riduzione del 66-75% rispetto ai livelli del 1990 entro la fine del decennio.  

Le principali fonti di emissioni di gas serra in Italia sono: trasporti, energia elettrica, edifici e industria, in questo ordine. Sebbene il piano nazionale integrato per il clima riguardi questi settori e fissi alcuni obiettivi di decarbonizzazione, essi sono insufficienti per limitare il riscaldamento a 1,5°C.  

Il crollo dei costi tecnologici nei vari settori offre notevoli opportunità di riduzione delle emissioni di gas serra, ad esempio: elettrificando i trasporti e incoraggiando abitudini di trasporto più sostenibili; eliminando gradualmente i combustibili fossili e investendo in fonti di energia rinnovabili; ristrutturando vecchi edifici, favorendo la climatizzazione elettrica; elettrificando il settore industriale e sostituendo i combustibili fossili con idrogeno verde nei settori cosiddetti hard-to-abate 

 

Attuazione 

L’Italia non è priva di politiche che favoriscano la transizione. Tuttavia, sarà necessario rafforzarle e svilupparne di nuove laddove vi siano delle lacune. Ad esempio, il Governo italiano sovvenziona già l’acquisto di veicoli elettrici. Il livello dei sussidi potrebbe essere aumentato, in linea con la costruzione di infrastrutture di ricarica per aumentare la modesta quota di mercato dei veicoli elettrici (10%). Incoraggiare il trasferimento modale può ridurre il traffico automobilistico nelle città e promuovere modalità di trasporto attive, come gli spostamenti a piedi e in bicicletta, rendendo gli ambienti urbani più attraenti per gli abitanti e i visitatori e traendo benefici per la salute da stili di vita più attivi.  

Anche il settore edilizio beneficia di un generoso sostegno per le ristrutturazioni ad alta efficienza energetica, con l’attuale obiettivo di rinnovare il 3% della superficie totale all’anno. Questo obiettivo dovrebbe essere incrementato e abbinato all’elettrificazione dei sistemi di riscaldamento, che attualmente dipendono per il 50% dal gas. Aumentare l’efficienza energetica del settore edilizio italiano ridurrebbe la povertà energetica e aumenterebbe la qualità della vita dei cittadini, sia in estate che in inverno. L’elettrificazione del calore per il settore edilizio, in particolare attraverso l’installazione di pompe di calore (utilizzate per il riscaldamento e il raffreddamento) può promuovere un approccio più democratico alla fornitura di energia, in quanto possono essere alimentate dall’energia solare direttamente dai tetti delle persone.  

Il settore industriale, che attualmente dipende dal gas fossile per il 35% del suo fabbisogno energetico, deve mantenere i tassi di riduzione delle emissioni sostenuti tra il 2003 e il 2019. Sebbene alcune di queste riduzioni possano essere attribuite al rallentamento economico dell’Italia in seguito al crollo finanziario del 2009, un’ulteriore decarbonizzazione è ampiamente realizzabile attraverso l’elettrificazione.  

La chiave per raggiungere questi obiettivi è la decarbonizzazione del settore energetico. Altrimenti, l’aumento dell’elettrificazione avverrebbe attraverso combustibili fossili. Con un’ambiziosa data di eliminazione del carbone al 2025, l’Italia ha bisogno di un’ambizione simile per quanto riguarda il gas, che attualmente fornisce circa il 50% del suo fabbisogno energetico.   

Infine, l’Italia ha una radiazione solare tra le più alte dell’UE. Il Governo italiano può ridurre in modo significativo i costi energetici dei suoi cittadini facilitando la diffusione e l’utilizzo di questa fonte di energia. L’aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili può anche generare posti di lavoro molto necessari per l’economia del Paese, soprattutto nelle aree rurali e nel Sud.  

Luka Vasilj è Analista delle Politiche Climatiche presso Climate Analytics

 

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