Il nesso tra sicurezza alimentare, sviluppo, migrazione e cambiamento climatico
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Il nesso tra sicurezza alimentare, sviluppo, migrazione e cambiamento climatico

Leggi il policy briefing “Il nesso tra sicurezza alimentare, sviluppo, migrazione e cambiamento climatico”

Nei prossimi giorni, Roma ospiterà due importanti appuntamenti internazionali. Domenica 23 luglio si terrà la Conferenza Internazionale su Migrazione e Sviluppo, mentre dal 24 al 26 luglio, avrà luogo il Secondo Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari Sostenibili. Prevista la partecipazione di numerosi capi di stato e di governo del Mediterraneo allargato.

La prossimità di questi due incontri porta a riflettere sui nessi di interdipendenza e le radici comuni che legano i temi della sicurezza alimentare, dello sviluppo e della migrazione. Sullo sfondo di una ondata di caldo nel Mediterraneo tra le più acute degli ultimi anni, i leader internazionali non potranno ignorare il ruolo che il cambiamento climatico esercita nell’esasperare le criticità, soprattutto nel continente africano.  La comunità scientifica internazionale ha inequivocabilmente riconosciuto la causa antropica del cambiamento climatico radicata nell’utilizzo dei combustibili fossili. Le conseguenze sono palesi in termini di impatti fisici, ripercussioni sui sistemi idrici e alimentari, nonché sulle implicazioni socio-economiche, geopolitiche e sicuritarie, incluso un nesso evidente con i fenomeni migratori.

Gli impatti del cambiamento climatico possono indurre massicci spostamenti di persone, sia a causa di eventi meteorologici estremi, sia a causa degli impatti sulla sicurezza alimentare, idrica ed energetica. Secondo il report dell’IPCC del 2022 su impatti, adattamento e vulnerabilità, con il riscaldamento del pianeta i processi migratori sono destinati ad aumentare. Se gli attuali percorsi di emissione rimarranno invariati, nella seconda metà di questo secolo centinaia di milioni di persone saranno a rischio di sfollamento, l’Africa e la regione del Mediterraneo allargato saranno le aree più colpite. L’Italia, per la sua posizione nel Mediterraneo, è inevitabilmente coinvolta in questo fenomeno sempre più intenso.

La conferenza di domenica 23 luglio dovrà partire da qui, ponendo al centro il nesso tra migrazione e cambiamento climatico e offrendo un modello di collaborazione che dia risposta alle legittime aspirazioni di crescita del continente e, parallelamente, impulso alla transizione energetica pulita sulle due sponde del Mediterraneo e nel continente africano.

Attraverso i recenti sforzi diplomatici che hanno portato alla firma di un Memorandum d’Intesa tra l’Unione europea e la Tunisia, l’Italia ha dimostrato di avere la capacità di mobilitare le istituzioni europee e la capacità di dialogare con i paesi partner. Il Piano Mattei rappresenta una grande opportunità per l’Italia per rilanciare la propria credibilità internazionale e offrire risposte concrete e realiste.

L’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un vero ponte tra Nord e Sud del mondo, per assumere un ruolo attivo nella finanza climatica internazionale e una posizione di guida nella costruzione di nuovi partenariati dai mutui benefici. La Conferenza su Migrazione e Sviluppo è la prima opportunità politica dell’Italia, ma non l’unica nei prossimi mesi. Il vertice Italia-Africa, la COP28 di Dubai e soprattutto la presidenza del G7 nel 2024 costituiranno un banco di prova fondamentale per questo governo e per l’Italia.

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Foto di Narcisa Aciko

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