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Fonti fossili “abated” e “unabated”

Nelle decisioni, nei comunicati dei consessi multilaterali (COP, G7, G20) o negli accordi tra paesi[1] ricorrono sempre più frequentemente gli attributi “abated/unabated” riferiti alle emissioni dall’uso delle fonti fossili. Una traduzione letterale può essere in ‘abbattute’, ovvero ‘eliminate’ dal processo produttivo che ne implica la produzione.

Tipicamente la tecnologia a cui si fa riferimento per ‘l’abbattimento’ delle emissioni da fossili è la cattura e stoccaggio del carbonio (Carbon Capture and Storage – CCS). Non esiste, però, una definizione univoca del termine, che sia allo stesso tempo precisa riguardo la quantità di compensazione delle emissioni affinché una fonte fossile possa essere classificabile come abated.

È fondamentale quindi stabilire una definizione precisa e univoca a livello globale, al fine di non lasciare spazio a interpretazioni e assicurarsi che le misure per l’abbandono delle fossili che verranno prese da ciascun Paese siano in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Le tecnologie per l’abbattimento delle emissioni di CO2, infatti, sono molteplici e caratterizzate da tassi di cattura delle emissioni molto variabili. Per definire un processo industriale o di generazione elettrica come abated bisognerebbe definire, anche, il destino della CO2 catturata, in quanto l’impatto della stessa risulta differente nel caso di stoccaggio geologico di lungo periodo o di utilizzo come feedstock per la produzione di materiali e prodotti caratterizzati da una breve vita utile.

Nel Summary for Policymakers del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC viene chiarito che per unabated si intendono “i combustibili fossili prodotti e utilizzati senza interventi che permettono di ridurre sostanzialmente la quantità di emissioni di gas serra lungo l’intero ciclo di vita come, ad esempio, del 90% o più della CO2 emessa da centrali termoelettriche o l’abbattimento del 50%-80% delle emissioni fuggitive di metano derivanti dall’approvvigionamento energetico”.

Quelli forniti dall’IPCC sono degli esempi e non vi è una definizione che permetta di classificare in modo inequivocabile quando l’uso dei combustibili fossili sia abated o meno. Alcune fonti suggeriscono che, per poter parlare di abated, tutti gli impianti a carbone o a gas naturale dovrebbero raggiungere un tasso di cattura delle emissioni totali di CO2 di almeno il 90%, con uno stoccaggio permanente della CO2 catturata e, allo stesso tempo, una riduzione tendente a zero (0.2%-0.5%) delle emissioni fuggitive di metano lungo l’intero ciclo di vita[2].

Qualsiasi sia la definizione adottata per abated/unabated, questa deve essere univoca e chiara anche per evitare il rischio di greenwashing e, soprattutto, di divergere in maniera sostanziale rispetto alla direzione dell’abbandono dei combustibili fossili, come indicato dalla scienza.


NOTE

[1] Ad esempio il Glasgow statement https://unfccc.int/sites/default/files/GST/2023-04/Oil%20Change%20International%20-Global%20Stocktake%20Input_Finance%20Flows.pdf

[2] IPCC,2022a; Bauer et al., 2022

 

Foto di Pixabay

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