MARTEDÌ 30 APRILE 2024 – TORINO – Si è conclusa la Ministeriale G7 Clima, Ambiente e Energia, svoltasi a Torino dal 28 al 30 aprile 2024.
I Ministri del G7 hanno trovato un accordo su nuovi impegni per attuare i risultati della COP28 di Dubai a livello domestico, riconoscendo che gli sforzi finanziari necessari per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi si misurano in migliaia di miliardi (trillions).
Una ministeriale, quella clima, ambiente e energia, importante per i futuri confronti sulla finanza climatica, in vista del G7 Finanze di Stresa (24-25 maggio 2024) e del Vertice G7 di Borgo Egnazia (13-15 giugno 2024) e, successivamente per la COP29 di Baku e per la definizione dei nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni (NDCs) della COP30 in Brasile nel 2025.
Luca Bergamaschi, Direttore e Co-fondatore di ECCO, il think tank italiano per il clima, ha detto:
“I Paesi del G7 fanno un passo avanti decisivo per la traduzione della COP28 di Dubai in politiche nazionali. Primo fra tutti, l’impegno verso l’uscita graduale dai combustibili fossili attraverso lo sviluppo e l’adozione di politiche, azioni e piani nazionali.
Per l’Italia ora inizia una nuova sfida. Dopo aver dimostrato che l’uscita dal carbone è possibile e vicina, ora è necessario pianificare l’uscita dal gas nei prossimi 20 anni, partendo dal settore elettrico.
I Paesi G7 riconoscono inoltre che la tecnologia regina per la decarbonizzazione dei trasporti è l’elettrico, lasciando uno spazio marginale ai biocarburanti, in linea anche con quanto sottolineato dalla Corte dei conti europea. Infine, per la prima volta i Paesi G7 riconoscono ufficialmente che servono migliaia di miliardi di dollari per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi: questi impegni possono essere raggiunti solo con una mobilitazione straordinaria di risorse pubbliche e privata. Queste decisioni sono ora nelle mani del Ministro Giorgetti e della Premier Meloni in vista del G7 Finance di maggio e del Vertice G7 di giugno.”
I punti chiave dell’accordo:
- I Paesi del G7 si impegnano a presentare nuovi piani nazionali per la riduzione delle emissioni (NDCs) tra i 9 e i 12 mesi prima della COP30 che si terrà a fine 2025 (per l’Italia è attesa la versione finale del suo contributo attraverso il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) a giugno 2024) che dimostrino la progressione e la massima ambizione possibile, con obiettivi di riduzione di emissioni in volumi assoluti, che coprano tutti i gas serra e i settori dell’economia, allineati all’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C. Chiedono a tutte le altre principali economie di seguire l’esempio. Il G7 si impegna inoltre a spiegare come i Piani nazionali siano allineati all’esito dell’accordo di Dubai e ad includere gli obiettivi del G7 per il 2030 nei prossimi Piani e a dimostrarne l’allineamento con l’azzeramento netto delle emissioni al 2050 e con le strategie a lungo termine (LTS).
- I paesi G7 concordano sull’eliminazione graduale della produzione di energia elettrica da carbone nei sistemi energetici entro il 2035 o in un lasso di tempo coerente con l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5°C.
- Contribuire all’obiettivo globale di stoccaggio dell’energia di 1500 GW nel 2030, un aumento di oltre sei volte rispetto ai 230 GW del 2022.
- Aumentare significativamente gli investimenti nelle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica entro il 2030, riconoscendo che sono necessari 600 miliardi di dollari all’anno per raggiungere gli obiettivi climatici nazionali annunciati.
- Confermare il raggiungimento di un settore elettrico completamente o prevalentemente decarbonizzato entro il 2035 e invitare tutte le principali economie a presentare NDC nel 2025 che siano coerenti con l’obiettivo di raggiungere lo zero netto nei sistemi energetici ben prima o entro il 2050.
- Sviluppare e attuare piani, politiche e azioni nazionali per l’uscita progressiva dai combustibili fossili, compresi sforzi intensi per ridurre la domanda e l’uso di combustibili fossili, attraverso il rapido sviluppo di tecnologie pulite nella produzione di energia, nei trasporti e in altri utenti finali, per informare e riflettere questi impegni negli NDC e negli LTS, e incaricare l’AIE di fornire raccomandazioni e monitoraggio nel 2025 sui percorsi tecnologici e sulle tempistiche per raggiungere questo obiettivo.
- La “tecnologia chiave” della decarbonizzazione dei trasporti è l’elettrico.
- Perseguire uno sforzo collettivo per ridurre del 75% le emissioni globali di metano da combustibili fossili, anche riducendo l’intensità delle emissioni di metano delle operazioni petrolifere e di gas entro il 2030, e collaborare con i Paesi produttori di petrolio e gas interessati per ottenere tagli profondi alle emissioni di metano.
- Accelerare la riduzione delle emissioni nei settori industriali in vista della loro graduale eliminazione il prima possibile.
- Promuovere una definizione comune di sussidi “inefficienti” ai combustibili fossili nel contesto del G20 e riferire nel 2025 sui progressi compiuti verso l’impegno di eliminare gradualmente i sussidi inefficienti ai combustibili fossili entro il 2025 o anche prima.
- Dare piena priorità all’’energia pulita nel sostegno pubblico internazionale e dare piena attuazione all’impegno G7 di terminare nuovi sostegni pubblici diretti a progetti internazionali per i combustibili fossili tranne che in circostanze limitate in linea con il punto 1.5. Il G7 si impegna a lavorare in modo costruttivo per raggiungere un accordo in sede OCSE sui crediti all’esportazione per eliminare il supporto pubblico ai combustibili fossili e invita le altre principali economie, le Banche Multilaterale di Sviluppo e le istituzioni bilaterali di finanziamento allo sviluppo (come CDP), i fondi multilaterali, le banche pubbliche e le agenzie competenti, comprese le agenzie di credito all’esportazione (come SACE), ad adottare anch’esse questi impegni.
- Viene riconosciuta la necessità di sbloccare finanziamenti per il clima nell’ordine di migliaia di miliardi (trillions) e di andare oltre l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari, riconoscendo le sfide che i Paesi vulnerabili stanno affrontando in relazione agli impatti climatici e agli oneri del debito e la connessione positiva tra la disponibilità di uno spazio fiscale sufficiente e l’azione per il clima, e collaborando con le Banche multilaterali di sviluppo (MDB). Il G7 incoraggia le MDB a fornire proiezioni aggiornate sui finanziamenti per il clima fino al 2025, ad aumentare i loro obiettivi di finanziamento per il clima e ad armonizzare le loro metodologie e razionalizzare i loro approcci, basandosi su prodotti esistenti come le raccomandazioni del G20 CAF Review.
- Il G7 concorda un approccio comune e coordinato al nuovo obiettivo globale per la finanza per il clima (NCQG, che sarà in discussione alla COP29 di Baku), che tenga conto delle esigenze e delle priorità dei Paesi in via di sviluppo, che sottolinei che essi sono i principali contributori di un obiettivo adeguato, che sottolinei l’importanza della mobilitazione dei finanziamenti pubblici per tutti i Paesi che sono in grado di contribuirvi e che sia strutturato su più livelli, comprendendo componenti pubbliche, private, nazionali e internazionali.
- I G7 si impegnano a sostenere i Paesi in via di sviluppo più vulnerabili a stabilire piani di investimento completi per l’adattamento e lanciare il “G7 Adaptation Accelerator Hub” per promuovere partenariati volti a favorire le azioni nei Paesi in via di sviluppo per accelerare l’attuazione dei loro piani di adattamento nazionali.
Foto da G7italy.it