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Clima in Costituzione: le future politiche pubbliche

La legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1 ha apportato importanti modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana, segnando un cambio di rotta epocale nell’approccio nazionale alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile.

A distanza di poco più di due anni dalla sua entrata in vigore, la riforma sta iniziando a dispiegare i suoi effetti nell’orientamento giurisprudenziale, ma stenta ad affermarsi come quadro di riferimento per la definizione delle politiche pubbliche. In particolare le politiche climatiche, che dovrebbero trarre fondamento e impulso dai nuovi principi costituzionali.

Lo studio ECCO-ASviS

ECCO e ASviS – che ha promosso la modifica costituzionale fin dalla sua nascita, nel 2016 – hanno avviato un confronto con giuristi e rappresentanti delle istituzioni per la redazione di uno studio capace di offrire una lettura delle implicazioni della riforma costituzionale dalla prospettiva del clima. Tale analisi ha l’obiettivo di evidenziare le connessioni tra i nuovi principi e gli altri diritti fondamentali rilevanti per la decarbonizzazione, nonché, attraverso un’analisi delle lacune dell’attuale sistema di governance, di offrire un ventaglio di proposte e di strumenti giuridici e legislativi per la definizione e valutazione delle politiche pubbliche in materia.

Alcune anticipazioni dello studio sono state presentate durante l’evento “Clima in Costituzione: il futuro delle politiche pubbliche”, che si è svolto il 20 maggio a Roma, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024.

La nozione di clima non è espressamente menzionata nel nuovo dettato della Carta. Tuttavia, la riforma offre copertura costituzionale alla tutela del clima, presupponendo che la difesa dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi si realizza attraverso il dovere dello Stato di assicurare un clima stabile ai propri cittadini. La tutela del clima può essere considerata quindi essenziale, al pari della  tutela di altri beni, tradizionalmente ritenuti indispensabili per l’ordine e la sicurezza sociale, configurandosi come condizione necessaria per la piena fruizione dei diritti e delle libertà costituzionali[1].

Accompagnare cittadini e imprese nel percorso della transizione

La Costituzione rappresenta la base di azione per il nostro Paese che, oggi più che mai, ha bisogno di ricostruire il senso delle norme e dei principi in relazione al proprio vivere quotidiano. Nel caso specifico, al fine di tradurre in politiche concrete i principi costituzionali, è fondamentale riconnettersi con i temi, le aspettative, le incertezze e le problematiche che i cittadini associano al conseguimento degli obiettivi climatici. In mancanza di un “quadro di senso” complessivo chiaramente identificabile, tali obiettivi potrebbero essere percepiti come imposizioni provenienti dall’alto, in particolare dall’Unione europea, dimenticando che la decisione finale è stata assunta dai governi nazionali. Senza la percezione di un impatto concreto e positivo sulle condizioni di vita delle persone, vi è il rischio che le modifiche costituzionali rimangano disancorate dal consenso e dalla volontà popolare, alimentando disillusione rispetto alla capacità dello Stato di proteggere e accompagnare cittadini e imprese nel percorso della transizione.

Sorge quindi la necessità di identificare chiaramente le modalità attraverso cui i nuovi principi costituzionali possano ispirare e accompagnare il processo legislativo nelle dimensioni rilevanti della decarbonizzazione, come il lavoro, l’abitare, la mobilità, l’accesso all’energia e la questione generazionale. Naturalmente, le potenzialità normative discendenti dalla riforma costituzionale si sostanzieranno attraverso le azioni del Parlamento, dell’amministrazione pubblica e dalle interpretazione dei giudici, ma è evidente che non si può prescindere da un loro pieno recepimento nell’ordinamento, nella cultura istituzionale e nel sistema di governance.

Primi risultati

I primi risultati dello studio ECCO-ASviS mostrano che la riforma garantisce copertura costituzionale alla tutela del clima quale condizione essenziale per il soddisfacimento degli altri diritti fondamentali. Tale interpretazione implicherà importanti innovazioni nell’orientamento delle Corti, sia nel diritto costituzionale che amministrativo, come nel civile e nel privato. Il percorso seguirà i tempi della giurisprudenza, ma la direzione appare destinata a consolidarsi con il susseguirsi dei pronunciamenti. Per quanto riguarda l’analisi degli strumenti giuridici e normativi attualmente disponibili, si evidenziano lacune rispetto alla capacità del sistema istituzionale e amministrativo di tradurre in pratica il nuovo dettato costituzionale. Pertanto, si rileva la necessità di introdurre nuovi strumenti giuridici e prevedere l’istituzione di autorità indipendenti per assicurare l’effettivo rispetto dei principi introdotti dalla riforma come, sul modello dei principali Paesi europei, un consiglio scientifico indipendente sul clima. Inoltre, considerando le specificità dell’ordinamento italiano, alcuni strumenti e organismi esistenti potrebbero essere potenziati e riorganizzati in funzione della portata giuridica della riforma costituzionale.

In conclusione, al netto dell’istituzione di nuovi organismi o dell’introduzione di nuovi strumenti giuridici, appare essenziale uno sforzo collettivo – da parte delle istituzioni, della società civile e delle imprese – affinché la tutela del clima penetri nella cultura giuridica e divenga pienamente rilevante per la definizione delle politiche pubbliche. L’impegno di ECCO e di ASviS mira a rispondere alla necessità di colmare tale divario, per supportare il legislatore e le istituzioni nel tradurre i nuovi principi costituzionali in politiche coerenti con gli obiettivi climatici.

Lo studio verrà pubblicato nei prossimi mesi.

Scopri di più sull’evento “Clima in Costituzione: il futuro delle politiche pubbliche”


NOTE

[1] Bifulco, AMBIENTE E CAMBIAMENTO CLIMATICO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA, Rivista Associazione Italiana Costituzionalisti, N°: 3/2023.

 

Foto di Marco Oriolesi

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