Ministri delle Finanze e dello Sviluppo e funzionari di tutto il mondo si sono riuniti nella città di Marrakech per gli incontri annuali del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale dal 9 al 15 ottobre. Questo incontro segna un momento cruciale per le discussioni globali su questioni urgenti come le prospettive economiche mondiali, lotta contro la povertà, e aiuti allo sviluppo economico.
In particolare, gli Incontri annuali di quest’anno tornano nel continente africano, dopo una pausa di mezzo secolo dall’ultimo incontro in Africa nel 1973. Questo ha un significato simbolico, data la miriade di sfide che l’Africa si trova ad affrontare, tra la crisi del debito, gli impatti dei cambiamenti climatici e una più lenta riduzione dei tassi di povertà rispetto ad altre regioni. Nonostante sia responsabile di meno del 4% delle emissioni globali, l’Africa soffre in modo sproporzionato impatti devastanti sulle comunità ed economie.
Mentre ci prepariamo a celebrare i 70 anni dall’istituzione della Banca Mondiale e del FMI agli incontri di Bretton Woods, sta diventando evidente che queste istituzioni, concepite nell’era del secondo dopoguerra, hanno bisogno di essere trasformate per rispondere efficacemente alle molteplici crisi che il mondo moderno si trova ad affrontare oggi.
Il FMI, focalizzato sul mantenimento della stabilità economica globale e sulla concessione di prestiti d’emergenza ai Paesi in difficoltà, si trova di fronte all’arduo compito di affrontare l’incombente crisi del debito che colpisce decine di nazioni, esacerbata da shock esterni come le catastrofi climatiche e la risposta alla pandemia. Nel frattempo, la Banca Mondiale, tradizionalmente dedita al finanziamento dello sviluppo a lungo termine, è chiamata a rispondere con maggiore urgenza ai cambiamenti climatici e a integrarli nei suoi processi decisionali.
Questo momento cruciale richiede riforme sostanziali all’interno del sistema finanziario globale. L’Iniziativa di Bridgetown portata avanti dalla leader delle Barbados Mia Mottley e il Vertice dei leader del G20 hanno acceso speranze di cambiamento, ma queste istituzioni devono fare di più per affrontare gli shock economici, migliorare la resilienza economica e stanziare ulteriori risorse finanziarie per affrontare queste sfide multiformi. Il FMI può svolgere un ruolo cruciale nel sostenere le economie fragili, in particolare quelle sempre più vulnerabili ai cambiamenti climatici, mentre la Banca Mondiale e il più ampio ecosistema delle Banche multilaterali di sviluppo (MDBs) devono accelerare i propri sforzi per catalizzare finanziamenti per la mitigazione, l’adattamento e le perdite e i danni.
La roadmap di evoluzione della Banca Mondiale
La World Bank’s Evolution Roadmap, avviata un anno fa in occasione degli incontri annuali, mira a rivedere la visione e la missione della Banca, il suo modello operativo, la capacità e il modello finanziario, tenendo conto delle raccomandazioni formulate nella Capital Adequacy Framework Review, il processo di revisione dell’adeguatezza del capitale della Banca avviato sotto la Presidenza italiana del G20 nel 2021. Sebbene abbia già prodotto riforme tangibili, come un maggiore focus verso la risoluzione delle sfide globali e l’assunzione di un rischio leggermente maggiore per mobilizzare 50 miliardi di dollari in nuovi prestiti nel prossimo decennio, è chiaro che questi ritocchi iniziali da soli non basteranno a soddisfare le crescenti esigenze di finanziamento per il clima.
Con il mondo colpito da ondate di calore estreme, incendi e inondazioni, c’è molta attenzione sulla risposta della Banca Mondiale alle sfide globali. Ci si aspetta che gli azionisti attuino riforme che riconoscano la necessità di un’azione più coraggiosa e di una maggiore attenzione al capitale richiamabile, al capitale ibrido e alle garanzie per aumentare o ridurre il rischio dei prestiti per lo sviluppo. Tuttavia, per affrontare queste sfide in modo completo, è necessario un pacchetto di riforme coerente e un quadro chiaro per la sua esecuzione e finanziamento.
Mentre a Marrakech i riflettori saranno puntati principalmente sulla Roadmap, che si concentra in gran parte sul coinvolgimento dei Paesi a medio reddito, nei Paesi a basso reddito, una serie di shock sta facendo deragliare i progressi di sviluppo dell’ultimo decennio. L’Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA), il braccio della Banca Mondiale responsabile dell’erogazione di finanziamenti agevolati e di sovvenzioni ai più poveri del mondo, sta avendo difficoltà a soddisfare l’elevata domanda e sta cercando di ottenere maggiore sostegno dei donatori durante il suo attuale ciclo di rifinanziamento.
Riforma delle MDBs: come triplicare i finanziamenti
Durante gli incontri di questa settimana si discuterà anche di come i finanziamenti per il clima e i problemi del debito siano interconnessi e del perché sia importante migliorare l’intero sistema delle Banche multilaterali di sviluppo.
Il G20, sotto la Presidenza indiana, ha istituito una task force per valutare le riforme sistemiche delle MDB, con l’obiettivo di triplicare i loro finanziamenti da 130 a 390 miliardi di dollari all’anno per il cambiamento climatico e gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Questa iniziativa, combinata con i prestiti bilaterali e del settore privato, mira a mobilitare altri 1.000 miliardi di dollari all’anno per i mercati emergenti. Se da un lato è possibile che alcuni Paesi debbano aumentare i loro contributi finanziari, dall’altro è altrettanto fondamentale incentivare le MDB ad assumere maggiori rischi e a dare priorità alla mobilitazione di capitali privati. Il rapporto del Gruppo di esperti indipendenti (IEG), pubblicato a luglio, sarà seguito da un secondo volume del Gruppo di esperti indipendenti del G20 in uscita questo venerdì.
Riforma del sistema di quote del Fondo Monetario Internazionale
Le strutture di governance della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale sono spesso criticate per la sottorappresentazione dei paesi del Sud del mondo nel processo decisionale in materia di finanza e sviluppo. Le quote di voto del FMI favoriscono pesantemente gli Stati Uniti e i Paesi europei, lasciando a molte nazioni africane e vulnerabili al clima un’influenza minima, nonostante le loro grandi popolazioni e la loro importanza economica. La sedicesima revisione delle quote offre un’opportunità cruciale per affrontare questi squilibri strutturali e creare un sistema decisionale economico globale più equo e democratico.
Inoltre, si continuerà a chiedere la consegna dei 100 miliardi di dollari promessi nella forma di Diritti Speciali di Prelievo (DSP), una valuta di riserva del FMI, e l’istituzione di un gruppo di lavoro per esplorare modi innovativi di utilizzare i DSP a beneficio dei Paesi a reddito basso e medio-basso.
Nel 2024 sono all’orizzonte molti importanti elezioni (India, Sudafrica, Regno Unito, Parlamento europeo e Stati Uniti) e il momento per rivedere il sistema finanziario globale non potrebbe essere più cruciale. Le elezioni statunitensi, in particolare, hanno un peso significativo sulle decisioni chiave del FMI e della Banca Mondiale grazie al loro potere di veto. Mentre i leader si riuniscono a Marrakesh, cresce l’urgenza di trasformare queste istituzioni per affrontare efficacemente le crisi economica e climatica. Questo momento rappresenta un’opportunità fondamentale per spingere cambiamenti efficaci, promuovendo un consenso globale per le riforme e accelerando la loro evoluzione per proteggere il futuro del pianeta e promuovere uno sviluppo sostenibile su scala globale. Il tempo è ora, rimane da vedere se queste istituzioni, e i Governi azionisti, inclusa l’Italia, che siedono nei loro Consigli di Amministrazione, saranno all’altezza della sfida.