Il 5° Finance in Common Summit (FiCS), che si è recentemente concluso a Città del Capo, in Sudafrica, ha rappresentato un importante momento di confronto tra le Banche Pubbliche di Sviluppo a livello globale. L’evento si è svolto in concomitanza con l’incontro dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle banche centrali del G20, organizzato per la prima volta da un paese africano. Il Summit si è posto l’obiettivo di identificare delle misure per allineare i flussi finanziari con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi e ha rappresentato un’occasione per rafforzare le collaborazioni tra istituzioni finanziarie pubbliche e private.
Con lo smantellamento dell’agenzia di cooperazione statunitense USAID e l’annuncio di nuovi tagli agli aiuti allo sviluppo a favore di un aumento dei budget per la difesa, ci si è interrogati su come colmare il divario finanziario per raggiungere gli obiettivi climatici e di sviluppo.
Il Ruolo strategico delle Banche Pubbliche di Sviluppo
Le discussioni del Finance in Common Summit hanno messo in luce la necessità di trovare nuovi strumenti e meccanismi che possano integrare e potenziare il tradizionale supporto finanziario internazionale. In questo contesto, le Banche Pubbliche di Sviluppo (Public Development Banks – PDBs), come le Banche Multilaterali di Sviluppo (Multilateral Development Banks – MDBs) e, in particolare, le Banche Nazionali di Sviluppo (National Development Banks – NDBs – per l’Italia, Cassa Depositi e Prestiti), emergono come protagoniste nella promozione di meccanismi e strumenti finanziari, quali garanzie, meccanismi di finanza mista, sviluppo di partenariati pubblico-privato, misure di riduzione del rischio. Strumenti, questi, che permettono di contribuire a colmare il divario finanziario per raggiungere gli obiettivi climatici e di sviluppo.
Sono emersi, in particolare, tre i temi:
- Maggiore cooperazione tra MDBs e NDBs
In un contesto in cui il raggiungimento degli obiettivi climatici e di sviluppo richiede un approccio integrato, le MDBs e le NDBs offrono contributi complementari di fondamentale importanza. Le MDBs hanno la capacità di disporre ingenti risorse finanziarie per sostenere investimenti e progetti su larga scala, oltre a poter offrire capacità tecnica, esperienza internazionale e connessioni con le istituzioni pubbliche. Le NDBs, d’altro canto, possiedono una forte conoscenza del contesto locale, e risultano particolarmente abili nell’identificare opportunità progettuali e nel canalizzare risorse globali verso priorità nazionali, grazie anche alla capacità di offrire finanziamenti in valuta locale, che contribuiscono a ridurre i rischi di cambio e a contenere i costi del capitale. La sinergia tra queste due realtà può consentire di potenziare l’efficacia degli investimenti, facilitando un coordinamento strategico con i governi. - Mobilizzazione del capitale privato
Le PDBs dispongono di strumenti strategici per attrarre capitale privato. Tuttavia, in molte economie emergenti e in via di sviluppo, questo tipo di finanziamento fatica ancora ad arrivare. In questo contesto, meccanismi di gestione del rischio, garanzie finanziarie, finanza mista e partenariati pubblico-privato possono incentivare investimenti privati in progetti di transizione energetica e sviluppo sostenibile. Pur riconoscendo il contributo essenziale del settore privato nel mobilitare capitale per colmare il divario di finanziamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, si è discusso anche della necessità di migliorare l’efficacia di questi meccanismi per evitare di dirottare le scarse risorse pubbliche verso investimenti privati in settori e regioni a basso rischio e/o a basso impatto. - Sviluppo di Country Platforms
In questi contesti, le Country Platforms stanno emergendo come meccanismo di coordinamento, per la mobilizzazione di risorse finanziarie e supporto tecnico in linea con le priorità del paese di intervento. Queste piattaforme operative, se ben costruite, possono aiutare a migliorare il coordinamento tra attori nazionali e internazionali, facilitare l’accesso a forme di finanziamento pubbliche e private e fungere da meccanismo di implementazione dei Piani di transizione nazionali. Le NDBs possono rappresentare il punto di raccordo, coordinando le istituzioni finanziarie e offrendo supporto tecnico e politico alle amministrazioni locali.
Un’agenda globale e integrata
Il Comunicato finale del Finance in Common Summit ha ribadito l’importanza di un’azione collettiva e sistemica tra le PDBs, evidenziando come la complementarità delle competenze possa tradursi in una maggiore efficienza nell’utilizzo del capitale e nel raggiungimento degli obiettivi comuni. I membri hanno inoltre confermato il loro impegno a contribuire attivamente alla Fourth International Conference on Financing for Development (FfD4).
Parallelamente, al G20, il Presidente del Sud Africa, Cyril Ramaphosa, nel suo discorso di apertura ha delineato le priorità del G20 per quest’anno, mettendo in evidenza la necessità di rafforzare la resilienza alle catastrofi naturali, mobilitare le risorse finanziarie pubbliche e private per una transizione energetica giusta, e soprattutto garantire la sostenibilità del debito per le economie in via di sviluppo. Inoltre, ha richiamato l’attenzione sulla “African Leaders Debt Relief Initiative”, lanciata da sette ex capi di Stato africani, che si propone di affrontare con urgenza le sfide legate al servizio del debito nazionale. Tuttavia, le conclusioni evidenziano come i Ministri delle finanze e i Governatori delle banche centrali fatichino a trovare un accordo su come rafforzare la cooperazione multilaterale per affrontare i rischi esistenti e emergenti a livello globale. Le recenti dichiarazioni di Trump, che criticano i programmi per le energie rinnovabili e il clima e l’assenza di molti ministri hanno sicuramente inciso sull’andamento dell’incontro.
Opportunità per il 2025
Nonostante il contesto geopolitico complesso, il 2025 offre varie opportunità per avanzare l’agenda di trasformazione dell’architettura finanziaria globale. La Conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo (FfD4), che si svolgerà a fine giugno a Siviglia, in Spagna, rappresenta un’occasione per consolidare una governance finanziaria che sia davvero orientata allo sviluppo sostenibile e in grado di rispondere alle sfide attuali. In parallelo, in vista della COP30 in Brasile, la Roadmap Baku to Belem rappresenta un’altra opportunità per delineare un’agenda finanziaria che arrivi a mobilitare, entro il 2035, 1.300 miliardi di dollari, la cifra considerata necessaria per attuare la transizione nelle economie dei paesi in via di sviluppo.
Foto di Marlin Clark