La Banca Centrale Europea (BCE) e le Banche Centrali Nazionali (BCN) giocano un ruolo cruciale nella transizione verso un’economia a zero emissioni (Net Zero).
La BCE, grazie alle sue politiche monetarie, ha la possibilità di incentivare la decarbonizzazione, garantendo al contempo la stabilità dei prezzi e l’equilibrio finanziario dell’Unione. In questo senso, i risultati di uno studio condotto dalla BCE stessa per l’anno 2023 evidenziano che un’accelerazione della transizione rappresenta la strategia più efficace per ridurre rischi e costi economici. Come sottolineato dal Vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, politiche monetarie più incisive sono infatti essenziali per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Questo, poiché la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili espone l’economia europea a rischi sistemici e instabilità.
Secondo il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), l’obiettivo principale del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), di cui la BCE fa parte, è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Tuttavia, fatto salvo questo obiettivo primario, la BCE è chiamata a sostenere le politiche generali dell’Unione, tra cui ovviamente quelle climatiche. Quindi, in linea con il Green Deal europeo, la BCE dovrebbe promuovere una riallocazione delle risorse verso investimenti verdi, senza deviare dal suo mandato primario. Tale riallocazione è essenziale anche per colmare il divario di finanziamento, stimato in almeno 400 miliardi di euro annui, per attuare le politiche climatiche dell’UE.
La Banca Centrale Europea e le Banche Centrali Nazionali, quindi, possono e devono agire in modo complementare per favorire una transizione ordinata, riducendo i rischi sistemici e finanziari legati al cambiamento climatico e, in questo contesto, le politiche monetarie sono uno strumento ottimale per contribuire a correggere le inefficienze di mercato.
Tra gli strumenti operativi che possono essere orientati per incentivare una riallocazione delle risorse finanziarie verso investimenti verdi, mantenendo però la coerenza con le priorità dei mandati, troviamo innanzitutto le operazioni di mercato aperto e il rifinanziamento “di ultima istanza” per il sistema bancario. A questi si aggiungono strumenti straordinari introdotti in risposta alle crisi economiche degli ultimi quindici anni: il quantitative easing, che prevede l’acquisto di titoli sul mercato secondario su larga scala, e il credit easing (operazioni di rifinanziamento a medio-lungo termine su larga scala).
Banca Centrale Europea e transizione: opportunità per il 2025
Nel 2021, la BCE ha adottato la Roadmap of climate change-related actions, un documento che riconosce l’importanza di integrare il cambiamento climatico nelle attività principali delle Banche Centrali. Questa iniziativa ha posto le basi per innovazioni come il green tilt nel programma di acquisto di obbligazioni e l’introduzione di strumenti come gli stress test climatici. Tuttavia, nonostante i progressi fatti, gli effetti concreti di questa strategia sulla politica monetaria sono ancora limitati.
La revisione della strategia monetaria prevista per il 2025 rappresenta un’opportunità unica per aggiornare la “Climate Roadmap”, adottando misure che siano pienamente allineate con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Un’azione tempestiva in questo senso è cruciale per minimizzare i costi legati all’inattività o a interventi tardivi, che si prevede supereranno ampiamente quelli di un’azione immediata.
Negli ultimi anni, infatti, l’Europa ha fatto sforzi notevoli per allineare le politiche economico-finanziarie con gli obiettivi climatici. Per esempio, la disponibilità di dati e strumenti è significativamente migliorata anche grazie alla Tassonomia Sostenibile dell’UE che offre un quadro chiaro per identificare attività economiche sostenibili. La BCE può sfruttare questi strumenti per promuovere un cambiamento sistemico verso un’economia più sostenibile, anche in virtù dei progressi scientifici e tecnologici che stanno facilitando l’attuazione di politiche più incisive, e contribuire così a ridurre i rischi sistemici derivanti dal cambiamento climatico.
Proposte di riforma della Politica monetaria
Il Manifesto, pubblicato il 28 gennaio 2025, sottoscritto da 41 organizzazioni della società civile e accompagnato da una lettera firmata da 20 esperti internazionali, propone una serie di misure per allineare le politiche monetarie della BCE agli obiettivi climatici. Le proposte avanzate sono in linea con le posizioni espresse da ECCO nel suo report tecnico “Politica monetaria e transizione climatica: cosa può fare la BCE per il Green Deal?” e trovano applicazione nei quattro strumenti principali della politica monetaria già menzionati.
Tra le misure principali suggerite vi sono:
- Operazioni di rifinanziamento: Offrire alle banche finanziamenti a condizioni agevolate per settori chiave della transizione, come le energie rinnovabili e la ristrutturazione degli edifici e altre attività identificate dalla EU Taxonomy, introducendo un programma “green” di operazioni di rifinanziamento a lungo termine (TLTROs – targeted longer-term refinancing operations) entro la fine del 2025, come già avvenuto in passato.
- Aggiornamento delle garanzie collaterali dell’Eurosistema in ottica di sostenibilità (Collateral framework): La BCE utilizza garanzie per proteggersi dall’inadempienza delle sue controparti quando eroga liquidità alle banche. Il “Collateral framework” stabilisce quali asset sono ammissibili come garanzie e quali “haircut“, ovvero sconti, devono essere applicati in base al profilo di rischio. È necessario aggiornare questo quadro, escludendo asset legati a modelli di business intrinsecamente insostenibili, come i settori legati ai combustibili fossili e attività che minacciano ecosistemi vulnerabili, oltre a meccanismi di penalizzazione economica di aziende con elevati rischi climatici e ambientali.
- Acquisti di asset e composizione del portafoglio monetario: La BCE può acquistare diverse tipologie di titoli: titoli di stato, titoli sovranazionali, obbligazioni societarie, covered bond etc. Per contribuire in modo significativo agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, la BCE dovrebbe adottare un approccio attivo di riallocazione del proprio portafoglio, favorendo gli asset sostenibili e disinvestendo da quelli legati a modelli di business dannosi per il clima e l’ambiente. Per questo è necessario introdurre criteri di esclusione stringenti, evitando di supportare emittenti di obbligazioni che operano in attività strutturalmente nocive per l’ambiente. La creazione di un portafoglio strutturale dedicato alla transizione dovrebbe essere una priorità da introdurre entro la fine del 2025.
Le decisioni future della BCE determineranno la capacità dell’UE di realizzare una transizione climatica giusta e ordinata. La revisione della strategia di politica monetaria della BCE nel 2025 rappresenta, quindi, un passo fondamentale per affrontare le sfide del cambiamento climatico e cogliere le opportunità offerte da un sistema economico sostenibile. Attraverso politiche monetarie mirate e ambiziose, la BCE può sia contribuire agli obiettivi climatici europei, sia rafforzare la resilienza economica e finanziaria dell’Eurozona, rendendola più preparata e competitiva.
Link utili
“4 years on, the ECB needs an updated climate and nature approach”, Lettera indirizzata al Consiglio Direttivo della BCE a firma di 20 esperti europei
“Stability Through Sustainability”, Raccomandazioni per la revisione della strategia di politica monetaria della Banca Centrale Europea, a firma di 41 organizzazioni europee della società civile
“Politica monetaria e transizione climatica: cosa può fare la BCE per il Green Deal europeo”, Report tecnico a cura di ECCO
“Rischi climatici e requisiti di capitale delle banche”, Report tecnico a cura di ECCO
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