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Il Sesto Rapporto di Valutazione del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) definisce il Mediterraneo come un “hotspot” del cambiamento climatico. Di fronte a questo scenario, è interesse principale dell’Italia adottare una strategia di politica estera che integri la dimensione della sicurezza climatica.
Questo rapporto offre una ricognizione dello stato dell’arte delle politiche dell’Unione europea in materia di tecnologie per la transizione energetica, analizzandone la strategia di industrializzazione green e la relativa capacità produttiva. La fotografia è completata dall’analisi dello status e delle politiche dell’UE in merito alle materie prime critiche.
Il Piano Mattei per lo sviluppo del continente africano rappresenta una chance per l’Italia di ridefinire una nuova partnership con l’Angola. Una partnership basata sullo sfruttamento dei combustibili fossili non solo non è conveniente a fronte di una domanda di petrolio e gas italiana ed europea in diminuzione secondo tutti gli scenari, ma è anche in rotta di collisione con l’andamento del mercato, con gli impegni presi dall’Italia dal punto di vista climatico e con gli obiettivi nazionali in ambito di politica estera.
Insistere sul gas nella relazione Italia-Congo lega sempre di più la politica estera italiana alla politica del gas, in contrasto con gli impegni presi dal punto di vista climatico. Una nuova partnership con il Congo dovrebbe invece incentrarsi su un impegno concreto del governo italiano su diversi punti, che vanno dall'impegno a non promuovere nuovi progetti di esplorazione e sviluppo di gas e di petrolio al reindirizzamento degli incentivi di finanza pubblica.
Il governo italiano guidato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta puntando moltissimo sul continente africano. La volontà del governo di sottolineare la propria proiezione nel Mediterraneo, sino a includere il continente africano, è al centro del Piano Mattei. Durante il Summit Italia-Africa del 28 e 29 gennaio, alla presenza dei leader di numerosi Paesi africani, verranno presentate la cornice politica e le direttrici di intervento di questo Piano, annunciato sin dall’insediamento dell’attuale governo.
Il rilancio delle relazioni tra Italia e Africa si inserisce in un contesto di rinnovato interesse verso il continente africano. Il progetto strategico per l’Africa cui sta lavorando il Governo Meloni – il cosiddetto Piano Mattei – si dovrebbe basare su relazioni paritarie e vicendevolmente vantaggiose con i partner africani, in un contesto “non predatorio”. In questo quadro il Mozambico rappresenta un partner estremamente rilevante per Roma e dalle radici particolarmente solide sia dal punto di vista governativo sia a livello di cooperazione internazionale e società civile.
Sullo sfondo di una ondata di caldo nel Mediterraneo molto acuta, i leader internazionali non possono ignorare il ruolo che il cambiamento climatico esercita nell’esasperare le criticità, soprattutto nel continente africano. La comunità scientifica internazionale ha inequivocabilmente riconosciuto la causa antropica del cambiamento climatico radicata nell’utilizzo dei combustibili fossili. Le conseguenze sono palesi in termini di impatti fisici e sui sistemi idrici e alimentari e implicazioni socio-economiche, geopolitiche e sicuritarie, incluso un nesso evidente con i fenomeni migratori.

Policy Briefing

Politica estera

Il Sesto Rapporto di Valutazione del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) definisce il Mediterraneo come un “hotspot” del cambiamento climatico. Di fronte a questo scenario, è interesse principale dell’Italia adottare una strategia di politica estera che integri la dimensione della sicurezza climatica.
Questo rapporto offre una ricognizione dello stato dell’arte delle politiche dell’Unione europea in materia di tecnologie per la transizione energetica, analizzandone la strategia di industrializzazione green e la relativa capacità produttiva. La fotografia è completata dall’analisi dello status e delle politiche dell’UE in merito alle materie prime critiche.
Il Piano Mattei per lo sviluppo del continente africano rappresenta una chance per l’Italia di ridefinire una nuova partnership con l’Angola. Una partnership basata sullo sfruttamento dei combustibili fossili non solo non è conveniente a fronte di una domanda di petrolio e gas italiana ed europea in diminuzione secondo tutti gli scenari, ma è anche in rotta di collisione con l’andamento del mercato, con gli impegni presi dall’Italia dal punto di vista climatico e con gli obiettivi nazionali in ambito di politica estera.
Insistere sul gas nella relazione Italia-Congo lega sempre di più la politica estera italiana alla politica del gas, in contrasto con gli impegni presi dal punto di vista climatico. Una nuova partnership con il Congo dovrebbe invece incentrarsi su un impegno concreto del governo italiano su diversi punti, che vanno dall'impegno a non promuovere nuovi progetti di esplorazione e sviluppo di gas e di petrolio al reindirizzamento degli incentivi di finanza pubblica.
Il governo italiano guidato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta puntando moltissimo sul continente africano. La volontà del governo di sottolineare la propria proiezione nel Mediterraneo, sino a includere il continente africano, è al centro del Piano Mattei. Durante il Summit Italia-Africa del 28 e 29 gennaio, alla presenza dei leader di numerosi Paesi africani, verranno presentate la cornice politica e le direttrici di intervento di questo Piano, annunciato sin dall’insediamento dell’attuale governo.
Il rilancio delle relazioni tra Italia e Africa si inserisce in un contesto di rinnovato interesse verso il continente africano. Il progetto strategico per l’Africa cui sta lavorando il Governo Meloni – il cosiddetto Piano Mattei – si dovrebbe basare su relazioni paritarie e vicendevolmente vantaggiose con i partner africani, in un contesto “non predatorio”. In questo quadro il Mozambico rappresenta un partner estremamente rilevante per Roma e dalle radici particolarmente solide sia dal punto di vista governativo sia a livello di cooperazione internazionale e società civile.
Sullo sfondo di una ondata di caldo nel Mediterraneo molto acuta, i leader internazionali non possono ignorare il ruolo che il cambiamento climatico esercita nell’esasperare le criticità, soprattutto nel continente africano. La comunità scientifica internazionale ha inequivocabilmente riconosciuto la causa antropica del cambiamento climatico radicata nell’utilizzo dei combustibili fossili. Le conseguenze sono palesi in termini di impatti fisici e sui sistemi idrici e alimentari e implicazioni socio-economiche, geopolitiche e sicuritarie, incluso un nesso evidente con i fenomeni migratori.