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Il Vertice G20: da Bali a Sharm

Le economie del G20 rappresentano circa l’80% del PIL mondiale e sono responsabili di circa l’80% delle emissioni globali di gas serra, in gran parte legate al settore energetico. Nel 2021, il G20 sotto la guida dell’Italia ha raggiunto accordi importanti su questioni chiave relative al clima e all’energia, che hanno aperto la strada al successo della COP26 di Glasgow.

Il Vertice dei leader del G20 di Bali del 15 e 16 novembre a guida indonesiana è un’opportunità fondamentale per questi paesi di discutere nuovi modi di cooperare per affrontare le crisi globali, come la sicurezza energetica e la sicurezza alimentare e per compiere progressi reali sulle loro responsabilità e le azioni da mettere in campo per contrastare il cambiamento climatico.

Le riunioni ministeriali che si sono tenute nel corso dell’anno sono state dominate dalle tensioni geopolitiche derivanti dall’invasione russa dell’Ucraina, chiudendo ogni spazio per concordare nuove soluzioni comuni capaci di affrontare le molteplici crisi globali che affliggono il pianeta. Impegni deboli e promesse mancate sono quindi il magro bilancio del G20 fino ad oggi. La crisi energetica indotta dal conflitto ha mostrato inoltre tutti i rischi di sicurezza, economici e sociali della profonda dipendenza dell’Europa dal gas.

1.5 e combustibili fossili

A pochi giorni dalla fine della COP27 a Sharm El-Sheikh, il Vertice G20 è un’occasione chiave per influenzare i risultati della COP. Innanzitutto, i leader hanno la responsabilità di evitare passi indietro rispetto a quanto concordato al G20 di Roma dello scorso anno, riconoscendo la centralità del clima nell’agenda internazionale, riconfermando l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi centigradi, rilanciando gli sforzi per la riduzione dell’uso del carbone come fonte di energia e accelerando l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili. Il G20 dovrebbe però velocemente riaggiustare il tiro sulla riduzione di tutti i combustili fossili, petrolio e gas inclusi, per una transizione sicura, giusta e in linea con gli obiettivi climatici.

Inoltre, il G20 è un momento chiave per il coordinamento degli sforzi necessari per colmare il divario finanziario e per sostenere i Paesi nelle loro transizioni energetiche – attese in questo senso nuove partnership con l’Indonesia e probabilmente il Vietnam costruite sull’esempio sudafricano. Servono inoltre nuove forme innovative di sostegno per affrontare le esigenze di adattamento e le perdite e i danni derivanti dagli impatti del cambiamento climatico, temi centrali a Sharm.

La finanza

Sarà proprio la discussione sulla finanza a misurare la reale capacità e volontà politica del G20 di contrastare il cambiamento climatico con strumenti adeguati alla sfida. Il G20 dovrebbe riconoscere che i flussi di finanziamento per il clima rimangono inadeguati per finanziare la transizione verso un futuro compatibile con l’obiettivo di 1,5 gradi centigradi e un nuovo percorso finanziario comune deve essere tracciato per garantire tale obiettivo.

È necessario un forte mandato politico dei leader – in qualità di principali “azionisti delle Banche Multilaterali di Sviluppo” – a riformare l’architettura finanziaria globale e ad ampliare le capacità di finanziamento delle principali Istituzioni finanziarie internazionali a sostegno dell’azione per il clima nei paesi in via di sviluppo.

Nello specifico, è prioritario aumentare la portata dei finanziamenti per le energie rinnovabili, fissando obiettivi ambiziosi per gli investimenti nelle infrastrutture pulite, incluse reti elettriche flessibili e capacità di stoccaggio.

Seguendo le raccomandazioni del rapporto sulle regole di adeguatezza patrimoniale (Capital Adequacy Framework) commissionato dalla Presidenza italiana del G20 nel 2021, le Banche Multilaterali di Sviluppo e, tra queste, la Banca Mondiale, devono inoltre aumentare la tolleranza al rischio adeguando quanto prima le regole interne per consentire loro di aumentare i prestiti e assumere rischi ragionevoli, stimolando un aumento dei finanziamenti privati e sbloccando quantità crescenti di capitale a servizio della transizione.

L’eliminazione dei finanziamenti ai combustibili fossili dovrebbe essere un altro passo chiave nella trasformazione delle Istituzioni Finanziarie internazionali verso un impegno più efficace a favore della lotta al cambiamento climatico. La richiesta della pubblicazione dei loro piani per eliminare gradualmente il sostegno diretto e indiretto ai combustibili fossili e di un progressivo riorientamento degli investimenti a sostegno delle energie rinnovabili dovrebbe essere un risultato chiaro e comune del Vertice di Bali.

Allo stesso modo, è essenziale che tali istituzioni aumentino sostanzialmente il flusso dei finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici. I governi dovrebbero fare pressione affinché l’adattamento, la resilienza e la vulnerabilità siano al centro delle loro operazioni, destinando il 50% dei finanziamenti per il clima all’adattamento.

Il nuovo governo italiano alla prova G20

Il G20 di Bali sarà il primo Vertice della Presidente Meloni.  Un’ occasione per rilanciare le relazioni internazionali ed economiche con partner asiatici, inclusa la difficile relazione con la Cina. Pur riconoscendo le reciproche diversità e interessi nazionali, il G20 offre l’occasione per affermare l’agenda internazionale del governo attraverso il rilancio di un’azione sul clima allineata sui principali punti di forza nazionali.

L’Italia si presenta a questo appuntamento con una solida credibilità politico-diplomatica costruita sui successi della Presidenza Italiana del G20 che però andrà rafforzata con nuovi impegni concreti:

  • Annunciando la partecipazione dell’Italia al supporto delle “Partnership per una giusta transizione energetica” (Just Energy Transition Partnerships) lanciate dal G7 e la disponibilità ad aprire nuove partnership con i paesi del Mediterraneo.

 

  • Impegnandosi a riallocare 1 dei 4 miliardi di dollari di “Diritti Speciali di Prelievo” (Special Drawning Rights) disponibili per il Fondo Resilienza e Sostenibilità (Resilience and Sustainability Trust) del Fondo Monetario Internazionale, che fornisce finanziamenti agevolati per il clima ai paesi più poveri.

 

  • Attuando l’impegno preso dall’Italia alla COP26 di Glasgow di porre fine al sostegno pubblico internazionale diretto ai combustibili fossili entro la fine del 2022, salvo in circostanze limitate e chiaramente definite, coerenti con il limite di 1,5 gradi di riscaldamento globale e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, adottando una politica nazionale di eliminazione delle garanzie fossili attraverso il ruolo chiave di SACE.

 

  • Esprimendo infine pieno sostegno alle richieste “dell’agenda di Bridgetown”, in particolare l’invito a emettere nuovi Diritti Speciali di Prelievo per un valore di almeno 650 miliardi di dollari e manifestare la volontà di lavorare congiuntamente con la Prima Ministra delle Barbados Mia Mottley per la sua realizzazione.

 

IMAGE CREDIT – G20 Indonesia Presidency

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