Notizie

Il Green Deal è vivo e vegeto: ECCO sulle audizioni dei Commissari UE

Il 27 novembre, il Parlamento europeo ha confermato la squadra di Commissari UE scelti da Ursula von der Leyen per guidare l’Unione nei prossimi cinque anni. Prima della nomina ufficiale, le procedure europee prevedono un’approvazione da parte del Parlamento di Strasburgo dei Commissari UE proposti. Il cuore del processo è una lunga audizione nella quale i candidati devono rispondere alle domande dei Parlamentari europei. L’esito di questa interrogazione, porta alla nomina, o meno, dei Commissari UE. Abbiamo seguito le audizioni e abbiamo deciso di fare una breve analisi degli interventi dei Commissari che saranno chiamati a plasmare – o proteggere – l’agenda climatica nel prossimo mandato legislativo. 

Ursula von der Leyen durante la presentazione del suo programma politico ha sottolineato come il Green Deal Europeo rappresenti il ponte tra i suoi due mandati. Nei primi cinque anni, l’attenzione si è concentrata sul creare le condizioni – attraverso il Fit for 55 – per portare l’Europa verso il raggiungimento degli obiettivi climatici al 2050. Nel secondo mandato, dove si dovrà passare all’implementazione del Green Deal, la decarbonizzazione è stata posta al centro della strategia di competitività industriale, come suggerito nei mesi scorso dai rapporti Draghi e Letta.  

I nuovi Commissari UE hanno confermato i principi del Green Deal, indicando l’azione climatica come pilastro centrale dell’agenda UE. A condizione, però, che i suoi vantaggi siano accessibili e fungano da volano per la competitività industriale. Tuttavia, nonostante la retorica positiva e il senso di responsabilità condivisa, le audizioni hanno rivelato alcune lacune. In primis, gli aspetti sociali della transizione non sono stati sufficientemente approfonditi. Inoltre, Commissari UE come Jorgensen, figura chiave per l’implementazione degli obiettivi di competitività e clima, non ha dato risposte soddisfacenti su come risolvere il problema del caro energia. La riluttanza di Hoekstra a prendere le distanze dall’industria dei combustibili fossili e gli attacchi strumentali a Ribera evidenziano come sfide interne ed esterne rischiano di minare il successo Green Deal. Sebbene la Commissione si sia unita attorno all’azione climatica, la sua efficacia, determinazione e capacità di costruire un consenso sociale ampio rimangono incerte e saranno messe alla prova nei prossimi anni.

Le audizioni dei Commissari UE:

Teresa Ribera – Mastro di chiavi della decarbonizzazione 

Teresa Ribera si occuperà di Transizione Pulita, Giusta e Competitiva. Durante l’audizione, Ribera è stata inequivocabile: la transizione non può dipendere dai combustibili fossili. In particolare, a causa della volatilità dei prezzi dei combustibili fossili e per i molti rischi legati alla sicurezza energetica. Fedele ai suoi principi socialisti, Ribera ha ripetutamente evidenziato l’importanza dell’aspetto della giustizia (Just Transition) del suo mandato, insistendo che nessuna transizione avrà successo senza inclusività. Ribera si è impegnata a garantire che il Clean Industrial Deal e il Just Transition Fund si concentrino sulla creazione di posti di lavoro, sullo sviluppo delle competenze e sulla resilienza delle comunità, puntando sull’adattamento al cambiamento climatico a livello locale. Durante l’audizione, resilienza e adattamento sono stati centrali, anche alla luce delle recenti devastanti alluvioni in Spagna. 

Stéphane Séjourné – Artigiano delle Strategia industriale europea 

Stéphane Séjourné dovrà occuparsi di Prosperità e Strategia Industriale. Nella sua audizione, Séjourné ha delineato una visione della politica industriale UE che integra decarbonizzazione e crescita economica. Per Séjourné, un Clean Industrial Deal attento allo sviluppo industriale può essere efficace solo se tiene conto degli aspetti sociali della transizione. Séjourné ha parlato della necessità di sostenere la decarbonizzazione di settori chiave come acciaio e chimica, promuovendo al contempo nuove tecnologie come veicoli elettrici e pompe di calore, anche attraverso strumenti come lead markets e appalti pubblici. A tal fine, Séjourné si è impegnato a semplificare le normative e avviare consultazioni multilivello per migliorare l’attuazione a livello locale. Sul fronte finanziario, Séjourné ha sostenuto la creazione di un Fondo Europeo per la Competitività flessibile, per ridurre il rischio degli investimenti privati e rafforzare i mercati dei capitali. Sui veicoli elettrici, Séjourné ha proposto un dialogo strategico per sviluppare un piano che ne acceleri le vendite, ma ha evitato di affrontare la questione delle sanzioni per il mancato rispetto delle norme del settore automotive nel 2025. 

Raffaele Fitto – L’avvocato della transizione 

Il ruolo di Raffaele Fitto, Commissario per la Coesione e le Riforme, intuitivamente non sembra legato al clima. Tuttavia, suo mandato e la sua appartenenza a un partito europeo di estrema destra, meritano attenzione. È di buon auspicio vedere che Fitto sembri abbracciare l’agenda verde di Ursula von der Leyen. Tra gli impegni principali figurano l’aumento dei finanziamenti per migliorare il patrimonio edilizio europeo e investimenti nell’edilizia popolare. Fitto ha anche riconosciuto il legame tra cambiamenti climatici ed eventi meteorologici estremi. Tuttavia, ancora troppo spesso, l’utilizzo di risorse provenienti da fondi UE si scontro con una governance che rischia di ostacolare il processo di trasferimento dei finanziamenti. Questo avviene anche per fondi dedicati alla ricostruzione da eventi estremi legati al clima, come la recente alluvione in Emilia-Romagna.  

Dan Jørgensen – Il tecnico della transizione energetica 

Dan Jørgensen  sarà Commissario per l’Energia. In quanto tale, Jørgensen avrà un ruolo cruciale per la decarbonizzazione, dato il contributo significativo del settore energetico alle emissioni. Jørgensen ha difeso con forza i risultati della legislazione precedente, rassicurando sul fatto che non ci saranno passi indietro. Il nuovo Commissario per l’energia ha annunciato nuovi obiettivi per le rinnovabili al 2040, senza però menzionare l’efficienza energetica. Pur riconoscendo i prezzi elevati dell’energia, che ostacolano competitività e decarbonizzazione e spingono gli europei verso la povertà energetica, Jørgensen non ha fornito soluzioni concrete, lasciando incertezze sull’efficacia delle misure future. Gran parte dell’audizione si è concentrata sull’energia nucleare, della quale è risaputo non essere un sostenitore. Tuttavia, Jørgensen ha ribadito che gli Stati membri sono liberi di scegliere il proprio mix energetico, chiarendo però che i fondi europei non supporteranno la costruzione di nuove centrali nucleari. 

Wopke Hoekstra – Un (timido) guardiano della decarbonizzazione 

Wopke Hoekstra si occuperà di Clima, Net-Zero e Crescita Pulita. La parola crescita nel suo portafoglio mostra che, per questa Commissione, l’azione climatica si lega a doppio nodo con la crescita economica. La sua audizione ha lasciato qualche perplessità rispetto alla sua piena adesione all’azione climatica europea. Interrogato sui suoi legami passati con il settore petrolifero e del gas —sia come consulente che per aver incluso lobbisti fossili nella sua delegazione UE alla COP28— Hoekstra ha scaltramente evitato le domande. Hoekstra ha enfatizzato ripetutamente l’uso efficiente dei fondi pubblici, ma preoccupa il fatto che la neutralità tecnologica sia tornata al centro delle discussioni. 

Apostolos Tzitzikostas – Ingegnere della mobilità del futuro 

Apostolos Tzitzikostas sarà il Commissario per i Trasporti Sostenibili e il Turismo. Tzitzikostas ha dimostrato di conoscere a fondo le sfide dei settori di sua competenza, anche se, ad alcuni, le sue risposte durante l’audizione sono sembrate pre-confezionate e carenti di dettagli chiarificatori. Il suo impegno a mantenere le regole per l’eliminazione graduale del motore a combustione interna nel 2035 è rassicurante, poiché la stabilità normativa è un prerequisito fondamentale per la prevedibilità del mercato ed è cruciale per stimolare gli investimenti dell’industria automobilistica. Tuttavia, Tzitzikostas non ha fornito dettagli sull’approccio e sui tempi del piano industriale automobilistico europeo che il suo Gabinetto è incaricato di elaborare. Le altre priorità indicate da Tzitzikostas includono il completamento della rete TEN-T, il miglioramento dell’interconnettività e la promozione di biglietti digitali per il trasporto multimodale. Per decarbonizzare i settori aviazione e marittimo il Commissario ha sottolineato la necessità di lavorare con ICAO e IMO per creare standard globali per i carburanti sostenibili. Infine, Tzitzikostas ha assicurato di voler affrontare il problema della carbon leakage nelle emissioni del settore marittimo, a salvaguardia del commercio e della competitività dei porti europei. 

Dubravka Šuica – Esploratrice di nuove rotte per il Green Deal 

Dubravka Šuica sarà la Commissaria per il Mediterraneo. In questa veste,  Šuica ha sottolineato l’importanza strategica della Regione, riconoscendo l’impatto dei cambiamenti climatici come una delle principali sfide per l’Area. Šuica guiderà la nuova Direzione Generale per il Mediterraneo (DGMED) che, nel settore energetico, si concentrerà sullo sviluppo di energie rinnovabili e collaborazioni sulle tecnologie pulite. La decarbonizzazione e i benefici reciproci per l’UE e i Paesi del Mediterraneo meridionale saranno affrontati attraverso un’iniziativa di cooperazione transmediterranea su energia pulita e tecnologia sostenibile. Šuica ha evitato di fornire dettagli specifici sulle strategie di transizione del settore del gas, sollevando qualche perplessità. Inoltre, il Nuovo Patto per il Mediterraneo, che le sarà richiesto di realizzare come fulcro del suo mandato e che pone l’accento su partenariati bilaterali strategici, rischia di marginalizzare una più ampia cooperazione regionale, anche sul piano energetico e climatico. La mancanza di chiarezza di Šuica su finanziamenti e dettagli operativi complica ulteriormente un portafoglio già ampio e impegnativo. 

 

Vedi Anche
Condividi