A chiusura dell’incontro dei Ministri Clima, Energia e Ambiente del G7, tenutosi ieri e oggi a Berlino, è stato trovato l’accordo per accelerare la decarbonizzazione del settore elettrico al 2035.
Communiqué ufficiale della riunione dei Ministri del G7, qui.
I Ministri riconoscono che la diversificazione degli approvvigionamenti gas dalla Russia è una risposta di breve termine a cui però non bisogna legarsi per il medio e lungo periodo creando nuove dipendenze fossili.
Luca Bergamaschi, co-fondatore e direttore esecutivo politiche internazionali del think tank ECCO, dichiara che:
“La decarbonizzazione del settore elettrico al 2035 è un nuovo grande impegno per l’Italia. Ciò equivale a ridurre drasticamente il ruolo del gas attraverso un aumento esponenziale delle rinnovabili, delle reti elettriche, dei sistemi di accumulo e di quelli di gestione intelligente della domanda. Questo permetterà di ridurre il fabbisogno di nuove importazioni di fonti fossili, di tenere sotto controllo i costi riducendo l’esposizione alla volatilità dei prezzi del gas ed evitare il ricorso a razionamenti nel settore industriale in caso di shock, preservando l’apparato produttivo e occupazionale.”
Nel settore dei trasporti, i Ministri si impegnano ad aumentare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, aumentando la vendita di veicoli a zero emissioni. Una spinta forte e comune viene data per la prima volta al supporto della decarbonizzazione dei settori dell’acciaio, del cemento e della plastica. Vengono inoltre presi nuovi impegni per promuovere la decarbonizzazione degli edifici e dei sistemi di riscaldamento.
I paesi G7 si impegnano inoltre a terminare i sussidi internazionali alle fonti fossili entro la fine del 2022, eccetto in casi limitati che devono rimanere in linea con l’obiettivo di 1,5. Questo impegno riprende quello della COP26 ma con l’inclusione ora del Giappone. A livello domestico, i membri del G7 concordano su una tabella di marcia per l’eliminazione dei sussidi fossili al 2025 che prevede più trasparenza sui passi intrapresi e inventari da presentare nel 2023.
Matteo Leonardi, co-fondatore e direttore esecutivo politiche nazionali del think tank ECCO afferma che:
“Questo G7 getta le basi per la definizione di un’agenda di trasformazione profonda di tutti i settori dell’economia. Gli impegni presi a Berlino confermano la necessità di uscire dalla generazione a gas nel settore elettrico quale pilastro per la decarbonizzazione di tutti i settori: civile, trasporti e industria. Il 2035 è vicino, serve un’innovazione non solo nelle tecnologie ma nel disegno del mercato stesso, il superamento del capacity market e la coerenza della governance dell’energia. Questo include la riforma fiscale dei prodotti energetici. L’innovazione e gli investimenti che verranno mobilitati per questi obiettivi costituiranno la base per costruire una sostenibilità sociale della decarbonizzazione”.
Sul fronte della cooperazione internazionale, i Ministri G7 hanno identificato nelle “Piattaforme per la transizione energetica giusta” veicoli che permetteranno ai paesi beneficiari di identificare le proprie priorità progettuali e di attirare i finanziamenti necessari. Mentre serve ancora tempo per delineare perimetro e contenuti del “Club del Clima” fortemente sostenuto dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Il prossimo appuntamento è il 26-27 giugno per il Vertice G7 dei Capi di stato e di governo a Schloss Elmau, sulle Alpi Bavaresi.
In un anno in cui è stato fortemente indebolito il G20 come forum multilaterale, la leadership del G7 è fondamentale. Manca ancora l’obiettivo comune di uscita dal carbone al 2030 e una rinnovata collaborazione con le grandi economie emergenti. Il G7 oggi più che mai resta un foro chiave per la solidarietà internazionale in vista della COP27 di Sharm el-Sheikh. Perciò è essenziale che i leader concordino nuovi impegni finanziari per la transizione energetica giusta delle economie emergenti e per le perdite e i danni del cambiamento climatico nei paesi più vulnerabili.
NOTE PER I MEDIA
Communiqué ufficiale della riunione dei Ministri del G7, qui.
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Foto Federica Fricano via Twitter