Il G20 Finanze di Washington: quali ambizioni e aspettative

Scritto da Sima Kammourieh (E3G), Sam Mealy (E3G) e Luca Bergamaschi (ECCO)

La riunione finale dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche centrali del G20 avrà luogo il prossimo 13 ottobre negli Stati Uniti a Washington, insieme alle riunioni annuali del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale. Questo incontro rappresenta un momento critico di decisione e di giudizio prima del Vertice G20 di Roma del 31 ottobre seguito dalla COP26 di Glasgow. Partendo dai risultati degli incontri di luglio a Venezia, l’incontro di Washington sarà un test per la capacità del G20 di coordinare gli sforzi di ripresa post-Covid, concordare misure di solidarietà e dare un nuovo mandato per le riforme strutturali fondamentali per la trasformazione economica necessaria a chiudere i divari rispetto all’obiettivo di temperatura di 1,5 come parte del “pacchetto Glasgow” da realizzare.

Il contesto politico per grandi decisioni è tutt’altro che roseo: la ripresa globale è ancora fortemente disomogenea, ci sono forti ritardi e interruzioni nelle catene di approvvigionamento, le emissioni globali continuano a crescere, gli shock climatici sono in peggioramento e siamo ancora lontani nel raggiungere un’equità dei vaccini. Ora più che mai sarebbe necessario un pacchetto macro-finanziario trasformativo per costruire basi più solide per una ripresa stabile, inclusiva e resiliente, facendo perno su tre decisioni.

  1. I Ministri delle Finanze del G20 devono coordinare gli impegni sulla quantità e la qualità della propria spesa pubblica, che è una funzione critica e fondamentale del G20. I Ministri dovrebbero segnalare chiaramente il continuo sostegno fiscale per le proprie riprese economiche nel 2022 e che questa spesa dia priorità agli obiettivi del clima e dello sviluppo, idealmente includendo piani di spesa per questi obiettivi. Dare la priorità alla “spesa pulita” a livello domestico significa anche dare la priorità alla spesa e agli investimenti “puliti” all’estero: abbiamo bisogno di vedere impegni per eliminare gradualmente il sostegno pubblico ai combustibili fossili sia all’estero che a livello nazionale.
  2. I Ministri delle Finanze del G20 devono dimostrare che il multilateralismo funziona per tutti che è un altro ruolo essenziale di questo f Questo significa concordare misure di solidarietà per i paesi vulnerabili che non hanno i mezzi per affrontare la crisi sanitaria, economica e climatica. Ciò include raggiungere e superare il gap dell’obiettivo dei 100 miliardi di dollari di finanza per il clima. Oltre a questo, ora è il momento di essere specifici su come reindirizzare i Diritti speciali di prelievo (DSP) appena emessi là dove sono più necessari. Il recente annuncio della Francia di riassegnare il 20% dei suoi DSP all’Africa è una decisione che va nella direzione giusta. Il nuovo processo di emissione dei DSP dovrebbe anche essere visto come un primo passo verso più profonde riforme istituzionali del FMI, per assicurare che i suoi quadri di prestito e sostenibilità del debito rimangano adatti allo scopo. Infine, le Banche Multilaterali di Sviluppo (BMS) devono fare pienamente la loro parte. Le istituzioni che forniscono finanziamenti pubblici per beni pubblici dovrebbero mantenere il loro impegno ad allinearsi all’Accordo di Parigi e stabilire un piano comune per come farlo. I paesi azionisti (shareholders) dovrebbero anche assicurare che le BMS dispieghino tutta la loro “potenza di fuoco” finanziaria attraverso approcci innovativi alla gestione del rischio, come la riforma delle regole sull’adeguatezza del capitale, e un uso esteso delle garanzie. I paesi del G20 dovrebbero anche migliorare i finora scarsi risultati nella mobilitazione della finanza privata attraverso lo sviluppo di nuove piattaforme che permetteranno alle economie in via di sviluppo di utilizzare le opportunità del mercato delle obbligazioni sostenibili. Nel 2020 sono stati emessi 700 miliardi di dollari di obbligazioni verdi, sociali e di sostenibilità ma finora questa opportunità ha bypassato molte regioni del mondo in via di sviluppo. C’è ora una grande opportunità di livellare questo per tutte le economie in via di sviluppo ed emergenti.
  3. I Ministri delle Finanze del G20 devono approvare chiaramente, e non semplicemente accogliere o peggio “prendere nota”, la Roadmap di Finanza sostenibile elaborata dal Gruppo di lavoro per la Finanza sostenibile del G20. Questa approvazione, che sarà fortemente sostenuta dalla Presidenza italiana, trasformerà la Roadmap in un piano collettivo per tutti i paesi del G20 per allineare i sistemi finanziari con l’Accordo di Parigi e gli Obiettivi di sviluppo s Inoltre, se da un lato la portata della Roadmap è ambiziosa, resta da vedere se le misure che raccomanderà si dimostrano altrettanto ambiziose. Un’area che desta preoccupazione è quella delle norme per definire gli investimenti verdi, con molte giurisdizioni del G20 che hanno sviluppato o adottato la propria tassonomia. Come ha sostenuto E3G, è essenziale che il Gruppo di lavoro sulla Finanza sostenibile del vada oltre l’inventario. Ciò che è necessario ora è un accordo su principi comuni globali per le norme sugli investimenti verdi, che sono essenziali per prevenire il greenwashing, insieme ad un accordo per sviluppare questi principi nel 2022.

Le aspettative finora indicano la probabilità di un risultato insoddisfacente rispetto a queste ambizioni. Tuttavia, c’è ancora tempo per correggere la rotta. Saranno necessarie la leadership politica e la diplomazia, in particolare da parte di paesi campioni su queste questioni, come l’Italia e la Francia, per portare avanti e realizzare questo pacchetto trasformativo. Questo è essenziale non solo per affrontare il cambiamento climatico, ma anche per ristabilire fiducia nei processi multilaterali e nel lavoro di cooperazione per consegnare un futuro più prospero e sicuro per tutti. Un risultato deludente ci lascerebbe tutti, compresa la prossima Presidenza indonesiana del G20, con una montagna da scalare nel 2022 e poco tempo a disposizione per mantenere una stabilità climatica.

Condividi