Incrementare gli investimenti pubblici e privati è essenziale per il raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione.
Tale incremento di risorse passa attraverso il ruolo decisivo dei cosiddetti Istituti Nazionali di Promozione (INP). Infatti, in molti paesi come Gran Bretagna, Germania e Francia sta avvenendo una rapida trasformazione degli Istituti Nazionali di Promozione in strumenti di canalizzazione e amplificazione dell’impatto delle risorse pubbliche dedicate alla transizione climatica.
In Italia, sono Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Invitalia e SACE a giocare questo ruolo chiave.
Per questo motivo, abbiamo esaminato il profilo istituzionale e giuridico di queste istituzioni, la loro configurazione organizzativa e finanziaria e – per quanto possibile sulla base di dati pubblici – il loro attuale grado di coinvolgimento in politiche di sostenibilità e di decarbonizzazione.
- CASSA DEPOSITI E PRESTITI: NATIONAL PROMOTIONAL BANK ITALIANA DEL CLIMA? – Leggi il rapporto.
- INVITALIA E MEDIOCREDITO CENTRALE-BANCA DEL SUD: REGIONAL DEVELOPMENT FINANCIAL INSTITUTIONS ITALIANE DEL CLIMA? – Leggi il rapporto.
- SACE: EXPORT CREDIT AGENCY ITALIANA DEL CLIMA? – Leggi il rapporto.
Il Green Deal stima a livello europeo, un contributo della finanza privata una volta e mezzo superiore all’insieme delle risorse pubbliche direttamente e indirettamente rese disponibili dalla UE (circa 1060 mld a fronte di un fabbisogno complessivo stimato di almeno 2600-2700 mld nel decennio 2020-30).
Per l’Italia non sono disponibili stime ufficiali, ma l’analisi degli investimenti necessari per l’adeguamento ai nuovi obiettivi energetici e climatici europei, indica che anche nel nostro Paese, l’ordine di grandezza delle risorse complessivamente necessarie (178 mld annui contro i 92 mld originariamente previsti dal Piano Nazionale Integrato Per L’energia e il Clima) è più di quattro volte maggiore delle risorse del NGEU allocate all’Italia (40 mld/anno).
È quindi fondamentale che Cassa Depositi e Prestiti (e, nell’ambito dei rispettivi ruoli, anche Invitalia e SACE) si trasformino in Banche del Clima.
Al contrario, l’Italia rischia di trovarsi in ritardo nel processo di forzata decarbonizzazione dell’economia, di subirne gli impatti negativi (diretti ed indiretti) su alcuni importanti settori del proprio tessuto industriale e di non riuscire nel contempo a riposizionarsi per coglierne i vantaggi produttivi e occupazionali.
Gli autori di questo lavoro sono: Mario Noera, Silvia Ainio, Luca Bergamaschi e Karima Oustadi
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