GIOVEDÌ 26 GIUGNO 2025 – Alla conclusione dei negoziati intermedi di Bonn, i risultati appaiono modesti. Tuttavia, la determinazione a fare passi avanti dei negoziatori, in un complesso panorama geopolitico e in assenza della delegazione statunitense, invia un segnale importante: la cooperazione multilaterale sul clima è ancora centrale. I Paesi restano impegnati a ottenere risultati concreti a Belém il prossimo novembre.
Alexandra Scott, Esperta Senior Diplomazia Climatica di ECCO – il think tank italiano sul clima, ha detto:
“La tenacia dimostrata dai negoziatori a Bonn mostra che i Paesi reputano ancora importante il processo diplomatico sul clima, anche quando i margini di compromesso sembrano ridotti. In vista della COP30 serve una leadership capace di offrire visione, indirizzo e azione. Il Brasile – e altri sostenitori dell’azione climatica come l’Europa – hanno la possibilità di alzare il livello di ambizione alla COP30 e di ottenere risultati concreti per mantenere l’obiettivo di 1,5°C a portata di mano”.
Nonostante limitati progressi concreti su temi critici come i finanziamenti per il clima e l’aggiornamento dei “contributi determinati a livello nazionale” (Nationally Determined Contribution -NDC) – con solo una manciata di nuovi NDC presentati – a Bonn è emerso chiaramente che il mondo si aspetta di più dal cammino verso la COP30 di Belém.
Il Brasile, in qualità di Presidenza della COP30, ha contribuito a far progredire alcune questioni procedurali che si erano arenate alla COP29, dando prova di un approccio diplomatico aperto e inclusivo. Considerato che le grandi decisioni climatiche sulla trasformazione economica, la pianificazione e la finanza sono ora nelle mani dei Ministri e dei Leader, anziché dei negoziatori, aumenta la pressione affinché il Brasile passi dalla semplice funzione di coordinamento a un ruolo di leadership a livelli politici superiori.
I riflettori si spostano quindi su Ministri e Leader in incontri quali il Clean Energy Ministerial, l’Africa Climate Summit e le riunioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, affinché possano portare la necessaria volontà politica per raggiungere obiettivi climatici ambiziosi.
La gestione della Presidenza da parte del Brasile dovrà essere in grado di passare dal coordinamento alla leadership, in particolare per quanto riguarda il tema della finanza climatica. La Presidenza dovrà cercare consenso attorno a questioni cruciali:
- saprà incoraggiare i Paesi a promettere nuovi impegni finanziari per l’adattamento? Di quale portata?
- Il coinvolgimento dei Ministri delle Finanze previsto suggerito nella Roadmap per il raggiungimento dei 1.300 miliardi di dollari sarà sufficiente per raggiungere obiettivi concreti?
- L’”agenda d’azione” brasiliana riuscirà a garantire concrete politiche di riduzione delle emissioni da parte di Paesi, città o imprese in settori chiave?
A pochi mesi dalla COP30, un messaggio è riecheggiato in tutta Bonn: il processo deve ora lasciare il posto al progresso. I Paesi dovranno arrivare a Belém con obiettivi chiari, non solo con richieste logistiche, e con la determinazione condivisa di aumentare l’azione per il clima.
Foto di UNclimatechange