Le conclusioni del Vertice G7 di Hiroshima- al quale seguirà il G7 in Italia nel 2024- mostrano piccoli passi avanti per l’azione climatica ma anche segnali contradditori. Da un lato, i Paesi hanno riaffermato la necessità di maggior azione climatica. Dall’altro, però, non sono stati presi impegni stringenti sull’abbandono delle fonti fossili.
Il Giappone non si impegnerà ad abbandonare l’utilizzo del carbone per la produzione elettrica entro il 2030, come richiesto ai paesi sviluppati per allineare i propri sistemi all’obiettivo di contenere l’innalzamento della temperatura entro 1,5 gradi. La Germania, con il consenso degli altri Paesi, inclusa l’Italia, è riuscita a giustificare maggiori investimenti pubblici nel gas. Questo nonostante i profitti record delle imprese O&G e la mancanza di evidenza che nuove infrastrutture gas siano effettivamente necessarie per la sicurezza dell’Europa.
Come affermato da Maria Pastukhova di E3G, “pur riconoscendo la necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili entro la metà del secolo e di accelerare l’aumento delle energie rinnovabili, i leader del G7 sembrano ancora lontani dalla realtà economica e di mercato.. Il rinnovato sostegno ai finanziamenti pubblici nel settore del gas dimostra che i leader sono bloccati nella modalità emergenziale dello scorso anno – un pessimo segnale per i cittadini dei loro Paesi – che continuano a sopportare gli alti costi della dipendenza dal gas -, e per i partner internazionali.”
Un impegno positivo già siglato nel 2022 e riaffermato dai Leader è il raggiungimento della decarbonizzazione del settore elettrico entro il 2035. In questo contesto, ECCO ha contribuito allo sviluppo, e parteciperà a giugno 2023 alla presentazione, del primo scenario 2035 di decarbonizzazione del settore elettrico italiano.
Positivo, inoltre, che i leader del G7 sostengano le riforme del commercio internazionale e l’aumento degli investimenti pubblici e privati per aiutare i paesi in via di sviluppo a costruire catene di approvvigionamento di energia pulita resilienti e sostenibili. Mancano però dettagli su come intendono realizzare questi obiettivi. L’iniziativa su cui si farà leva è il “Partenariato per le infrastrutture e gli investimenti globali”, ripreso anche dall’intervento della Presidente Meloni come strumento per rafforzare le relazioni con il sud globale.
L’Italia quindi raccoglie il testimone dal Giappone e inizia il cammino verso la sua Presidenza G7 che inizierà ufficialmente il 1° gennaio 2024. Il Vertice del 2024 si terrà nella seconda metà di giugno in Puglia. Le cinque priorità presentate da Giorgia Meloni includono: il supporto all’Ucraina, la sicurezza economica, la sicurezza energetica, le migrazioni e la relazione con l’Africa. I temi del clima e dell’energia saranno “cruciali”, come ribadito dal capo negoziale dell’Italia, l’Ambasciatore Luca Ferrari.
Inizia quindi un percorso di 12 mesi fitto di momenti importanti che informeranno le priorità dell’Italia e il posizionamento di tutti i Paesi G7. Il prossimo appuntamento sarà il “Vertice per un nuovo patto di finanziamento globale” indetto dal Presidente francese Macron per il 22-23 giugno a Parigi. La Presidente Meloni è stata inviata: sarebbe sicuramente un’ottima piattaforma di lancio per la Presidenza G7 e per annunciare azioni concrete a favore della sicurezza di tutti i popoli, come auspicato da Meloni stessa. L’Italia potrebbe impegnarsi, ad esempio, a raggiungere una ridistribuzione dei propri Diritti Speciali di Prelievo del 30% (ad oggi ne sono stati riallocati il 20%) per le economie più vulnerabili ai cambiamenti climatici attraverso il Fondo resilienza del Fondo Monetario Internazionale.
Altri momenti importanti includono il Vertice G20 in India di inizio settembre seguito dal Vertice per l’azione climatica durante i lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite indetto e guidato dal Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres. A seguire in autunno il Summit Italia-Africa sarà l’occasione per presentare il nuovo Piano Matteo del Governo Meloni. La COP28 di Dubai di dicembre sarà l’ultimo incontro internazionale del 2023 prima dell’inizio dei lavori del G7 italiano.
Gli appuntamenti dunque non mancheranno. L’asse portante per un’azione concreta e allineata agli obiettivi climatici si giocherà sulla capacità di mobilitare ingenti investimenti per le energie pulite e la resilienza di tutte le economie contro gli impatti crescenti del cambiamento climatico. In parallelo, serviranno impegni concreti e non più demandabili di interrompere nuovi investimenti nei combustibili fossili, incluso nuovo gas, e di diminuire progressivamente il consumo fossile esistente, attraverso efficienza, rinnovabili, reti elettriche e batterie.
Guardando a casa nostra, siamo ancora ben lontani da questi obiettivi: nel 2022 Eni ha investito 15 volte di più nei segmenti legati ai combustibili fossili che nelle energie rinnovabili. Anche il capo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Fatih Birol, ha segnalato l’insufficienza di azione da parte delle compagnie O&G, indicando una rotta di inversione. Raccomandazioni che anche il Governo Meloni dovrebbe fare proprie, facendo attenzione a non confondere l’interesse pubblico con l’interesse privato delle aziende energetiche partecipate. Ancor più nel momento in cui le scelte di investimento delle ultime minino gli obiettivi di sicurezza climatica e la capacità di innovazione e competitività del sistema paese nei mercati globali, che marciano spediti sulle tecnologie a zero emissioni.
Foto da G7 Hiroshima Summit 2023