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La sfida climatica è sempre più urgente. Secondo il sesto report dell’IPCC, le emissioni di gas a effetto serra nel 2030 porteranno a un aumento della temperatura media globale superiore a 1.5°C rispetto all’era pre-industriale. Lo scorso ottobre, la Commissione europea ha ribadito che le politiche messe in atto finora non sono sufficienti per il raggiungimento degli obiettivi climatici.
In questo quadro, una solida governance per le politiche per il clima sia a livello europeo che nazionale rappresenta il presupposto per un’efficace azione di contrasto al cambiamento climatico.
In questo studio identifichiamo una serie di raccomandazioni e gli elementi minimi per una buona governance nazionale sul clima. Questo in continuità con una prima analisi del 2021 delle principali criticità rilevate negli strumenti di governance allora presenti a livello nazionale.
Il quadro normativo europeo
Al fine di creare una cornice di riferimento per un’efficace azione per il clima, l’Unione europea ha introdotto vari strumenti, quali il Regolamento sulla Governance dell’Unione dell’Energia e il Regolamento che stabilisce la legge europea sul clima. Sempre più Paesi hanno deciso di rafforzare la loro governance climatica ponendosi sulla stessa direzione intrapresa da Bruxelles e ad oggi 16 Stati Membri si sono dotati di una legge quadro sul clima.
Tali strumenti normativi hanno introdotto i Piani Nazionali Integrati per Energia e Clima (PNIEC) e le Strategie Nazionali di lungo termine (Long Term Strategies, LTS). I primi hanno lo scopo di implementare una serie di strumenti legislativi nell’ambito per il conseguimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione nel breve-medio periodo. Coprono un periodo di dieci anni (2021-2030 etc.), vengono aggiornati ogni cinque anni e giugno 2023 sarà la prima importante scadenza. Le Strategie Nazionali di lungo termine, invece, conseguono gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 e hanno una prospettiva trentennale.
Con questi strumenti l’Unione europea si è dotata di una governance climatica con obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione, di strumenti di attuazione, monitoraggio, valutazione e partecipazione pubblica.
La governance climatica italiana
L’Italia ha iniziato il percorso verso la definizione di una governance climatica. Esistono alcuni strumenti adottati a livello nazionale, quali:
- Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) pubblicato nel 2019
- La Strategia Italiana di lungo temine (LTS) pubblicata nel gennaio del 2021
- Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) pubblicato nell’aprile 2021
- Il Piano per la Transizione Ecologica (PTE) pubblicato giugno del 2022
Nonostante il cospicuo numero di piani e strategie, c’è una mancanza di coerenza e allineamento e quindi il rischio di mancare gli obiettivi di neutralità climatica al 2050. C’è inoltre il rischio di perdere le opportunità della transizione nell’inquadrare correttamente le politiche sociali ed economiche per lo sviluppo del Paese.
In questo studio individuiamo una serie di elementi minimi funzionali a rendere coerente e coordinata l’azione sul clima. Elementi che idealmente dovrebbero convergere in un unico strumento normativo, quale per l’appunto una Legge quadro sul clima:
- Istituzione di un Consiglio Scientifico per il Clima e per l’Ambiente;
- Definizione di una struttura di coordinamento nazionale per PNIEC, LTS e Piano di Adattamento;
- Definizione di obiettivi nazionali di decarbonizzazione;
- Istituzione di procedure per una più ampia partecipazione pubblica nella transizione;
- Definizione dei meccanismi di monitoraggio;
- Integrazione delle politiche di adattamento negli strumenti di pianificazione e programmazione.
Alla luce della sfida del cambiamento climatico è ormai indispensabile identificare l’assetto istituzionale che permetterà all’Italia di portare avanti la decarbonizzazione e raggiungere gli obiettivi prefissati.
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Foto di Gerd Altmann