MARTEDÌ 6 MAGGIO 2025 – BRUXELLES – La Commissione europea ha presentato oggi la Roadmap per l’uscita dalle importazioni energetiche russe.
In seguito all’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio 2022, e all’aumento dei prezzi dovuto alle sanzioni sulle esportazioni energetiche russe, i rischi geopolitici ed economici della dipendenza energetica dalla Russia sono emersi chiaramente. In risposta, la Commissione europea varò il piano REPowerEU per mitigare l’impennata dei prezzi, attraverso: risparmio energetico, incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili e, nel breve periodo, diversificazione delle fonti di approvvigionamento dei combustibili fossili.
Gli obiettivi di REPowerEU vengono confermati nella nuova Roadmap di uscita dalle importazioni russe dell’Europa. Una strategia che però focalizza la sua attenzione sulla sostituzione dei volumi di gas russo con gas di altra provenienza. Questo, da una parte proibendo nuovi accordi di importazione di gas dalla Russia e imponendo l’uscita graduale da quelli esistenti, dall’altra, proponendo meccanismi collettivi di sostituzione, inclusa la proposta di una piattaforma comune per l’acquisto di biogas, biometano e altri gas non fossili.
Davide Panzeri, Responsabile Politiche Italia-Europa di ECCO, il think tank italiano per il clima ha detto:
“Per eliminare la dipendenza dalle forniture energetiche russe è necessario continuare a lavorare prioritariamente sulla riduzione della domanda stessa di queste forniture, attraverso efficienza energetica, rinnovabili, come già indicato nel REPowerEU, e attraverso l’elettrificazione dei processi industriali. Perché è proprio la dipendenza dalle fonti fossili la causa principale della volatilità e i maggiori costi degli approvvigionamenti energetici dell’Unione. Ridurre la dipendenza da combustibili fossili di qualunque origine, significa difendere l’indipendenza e la competitività europee.
Dal 2021 (anno pre-crisi), l’UE ha ridotto il proprio consumo di gas del 20% (da 412 miliardi di mc nel 2021 a 332 miliardi di mc nel 2024), e le importazioni dalla Russia del 65%. A questa riduzione è però corrisposto un aumento delle importazioni di GNL da diversi paesi fornitori, incrementate nello stesso periodo del 48%.
Nonostante le intenzioni della Commissione di coniugare l’abbandono delle importazioni energetiche russe con obiettivi di competitività, è inevitabile che legarsi ad altre dipendenze è rischioso rispetto alle prospettive di autonomia strategica ed energetica che l’Unione dovrebbe perseguire, sulla base dei documenti strategici di questo inizio di mandato.
La sostituzione di gas russo con quello da altre fonti, incluso il GNL statunitense, e fonti alternative al gas naturale come biometano e biogas, deve pertanto avvenire in volumi e con tempistiche coerenti con gli obiettivi di decarbonizzazione, sicurezza energetica e competitività dell’Unione.
Foto di Sid Saxena