In questo policy briefing, analizziamo le principali azioni del Governo per mitigare l’impatto del caro energia sui consumatori.
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Con il Sostegni Ter il Governo prosegue gli interventi di calmieramento delle bollette già intrapreso nel 2021, tuttavia, l’azione manca di selettività rispetto all’effettivo stato di difficoltà dei consumatori finali e all’effettiva capacità delle aziende di passare tali costi a valle.
Inoltre, i trasferimenti non sono subordinati ad alcuna azione di risparmio o efficientamento energetico, e quindi si configurano verosimilmente come sussidi ambientalmente dannosi secondo la classificazione dello stesso MiTE.
Il finanziamento delle misure, oltre alla fiscalità generale, si basa sull’utilizzo dei proventi ETS (la carbon tax europea) e sull’introduzione di una tassa (con modalità discriminatorie di dubbia costituzionalità) ai danni di una parte considerevole delle aziende che producono elettricità da fonti rinnovabili, anche quando le stesse non hanno mai ricevuto alcun sussidio pubblico.
Colpire oggi le sole rinnovabili è incomprensibile, anche perché non c’è alcuna ragione operativa o informativa che esima il Governo dal chiamare a un contributo anche gli operatori dell’energia fossile che stanno anch’essi ricevendo margini più alti a causa dei prezzi attuali. L’incremento dei profitti riguarda in particolare le centrali a ciclo combinato a gas (anche quelle incluse nel meccanismo del capacity market), quelle a carbone (che hanno incrementato la produzione e stanno ottenendo margini netti addirittura 50 volte più alti – a dicembre 2021 rispetto a dicembre 2019) e la filiera dell’importazione e della vendita dei combustibili fossili, gas in primis.
Rispetto a questi ultimi, le norme prevedono da tempo che anche i contratti di importazione del gas siano comunicati alle autorità italiane ed europee, e non c’è nessun motivo perché il Governo non ne valuti gli extraprofitti per addivenire a interventi meno sbilanciati contro i settori favorevoli alla decarbonizzazione e in grado di emanciparci dalla dipendenza e dal prezzo delle energie fossili.
Il decreto Sostegni Ter al contrario introduce una norma selettiva prevedendo il prelievo sulle sole rinnovabili, cioè su chi ha investito in impianti che non solo contribuiscono agli obiettivi di transizione energetica cui l’Italia è impegnata, ma costituiscono un calmiere (che ha funzionato molto bene prima di questa crisi eccezionale) al prezzo dell’elettricità, disaccoppiandolo sempre più da quello del gas a mano a mano che l’incidenza delle rinnovabili è aumentata.
Infine, il decreto conferma il ricorso ai proventi ETS per finanziare misure volte a tamponare gli aumenti del gas, entrando in contraddizione con la finalità dell’ETS stesso e riducendo ulteriormente le risorse che servono per emanciparsi dai consumi fossili.
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Photo by Doris Morgan on Unsplash