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ETS2 e Fondo Sociale per il Clima: perché servono per una transizione equa e giusta

ECCO – insieme ad altre otto organizzazioni europee – fa parte del progetto LIFE Effect, che ha l’obiettivo di informare l’opinione pubblica sull’ETS2 e sull’introduzione di politiche di tassazione delle emissioni che possano andare a beneficio sia delle persone sia del pianeta.

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A partire dal 2027, all’interno dell’Unione europea verrà implementato il meccanismo di scambio delle emissioni che estenderà il sistema di costi sulle emissioni di gas serra ai settori degli edifici e del trasporto stradale, il cosiddetto ETS2.

L’implementazione dell’ETS2 rappresenta un importante punto di svolta per le politiche climatiche europee, e pone gli Stati membri, tra cui l’Italia, di fronte a una serie di sfide ma anche di opportunità. In parallelo all’ETS2, l’UE ha introdotto il Fondo Sociale per il Clima (FSC), un meccanismo per supportare le fasce di popolazione più vulnerabili nella transizione e per mitigare i potenziali impatti regressivi dell’ETS2 su famiglie e piccole imprese.

Com’è possibile coniugare i proventi dell’ETS2 con le risorse del Fondo Sociale Clima e implementare politiche climatiche a vantaggio di tutti? In attesa della pubblicazione ufficiale del Piano, la cui consegna era prevista per il 30 giugno, in questo articolo analizziamo il contesto italiano per provare a dare alcune risposte. 

ETS2 e Fondo Sociale Clima per una transizione vantaggiosa per tutti

Si prevede che, attraverso la vendita all’asta delle quote di emissione, l’ETS2 possa generare entrate sostanziose per gli Stati membri. Per l’Italia, i proventi annuali, tra il 2027 e il 2030, potrebbero raggiungere i 3 miliardi di euro – con un prezzo medio del carbonio di 45 euro per tonnellata – e oltre 13 miliardi, in scenari con un prezzo del carbonio più alto.

Il Fondo Sociale Clima prevede per il nostro Paese una quota di 7 miliardi di euro per il periodo 2026-2032, a cui si aggiungerà un cofinanziamento nazionale, pari al 25% del costo del Piano. In totale, le risorse del Fondo in Italia ammonterebbero quindi a quasi 9 miliardi di euro.

Sebbene il FSC nasca per supportare le fasce di reddito più basse, serviranno politiche mirate e finanziate con le entrate del sistema di scambio delle emissioni, per gestire gli impatti più ampi dell’ETS2. Queste politiche dovrebbero includere una revisione del sistema di tassazione dell’energia, così da evitare che l’ETS2 si sovrapponga a strutture fiscali già in vigore, le quali dovrebbero essere meglio allineate agli obiettivi di decarbonizzazione.

Parola d’ordine: proattività

L’ approccio italiano all’ETS2 dovrebbe basarsi su una logica pre-distributiva, andando oltre quella della compensazione ex post.

Ciò significa che, anziché limitarsi a compensare i costi dopo che si sono verificati, le politiche dovrebbero indirizzare in modo proattivo i proventi dell’ETS2 verso riforme sistemiche in grado di ridurre sia le emissioni che le disuguaglianze, come ad esempio investendo in energie rinnovabili, efficienza energetica e mobilità a basse emissioni di carbonio, prestando particolare attenzione alle fasce di popolazione più vulnerabili e alle microimprese.

Uno degli obiettivi di prioritari di queste misure è la protezione delle persone più esposte ai rischi di povertà energetica e dei trasporti. In particolare, se consideriamo il trasferimento dei costi dai produttori a consumatori di carburanti, questo potrebbe avere impatti sproporzionati sulle famiglie a basso reddito e le piccole imprese. Sarà quindi necessario pianificare un utilizzo mirato dei proventi dell’ETS2, integrato dai finanziamenti del FSC, al fine di evitare un aumento di disuguaglianze e rafforzare la coesione sociale.

Le priorità strategiche del Fondo Sociale per il Clima

Nell’ambito del Piano Sociale per il Clima (PSC) esistono priorità strategiche che permettono di concentrarsi su alcuni settori chiave:

  1. Efficienza energetica per l’edilizia residenziale sociale

Un fondo per la riqualificazione delle case popolari – previsto nell’attuale formulazione – potrebbe supportare i locatari degli immobili con l’efficienza energetica più bassa, attraverso misure che favoriscono l’installazione di facciate prefabbricate, la sostituzione di infissi per migliorare l’isolamento, l’installazione di pompe di calore e l’integrazione di tecnologie solari. Per ridurre ulteriormente le bollette per le famiglie a basso reddito servirebbe inoltre dare priorità al rinnovamento degli edifici nelle aree più fredde del Paese e di quelli con le prestazioni energetiche più basse.

Si stima, ad esempio, che il costo per eliminare l’utilizzo del gas nelle case popolari delle Zone B cittadine – chiamate anche zone di completamento, ovvero quelle limitrofe al centro città – possa ammontare a 6,63 miliardi di euro, un obiettivo che può essere raggiunto se finanziato attraverso il PSC e ulteriori risorse destinate alle politiche sociali. Queste ultime dovrebbero essere integrate dai proventi dell’ETS2, e non sostituite da essi, al fine di massimizzare il “doppio dividendo” delle iniziative sociali e di decarbonizzazione.

  1. Buoni di mobilità pubblica e condivisa

I costi legati ai trasporti sono una delle principali preoccupazioni delle famiglie italiane, soprattutto nelle zone rurali, dove le opzioni di trasporto pubblico sono limitate. Per risolvere questo problema, l’Italia potrebbe attuare un programma di “buoni-mobilità”, un sussidio annuale che permetterebbe agli utenti vulnerabili di accedere a servizi di mobilità pubblica e condivisa.

Questo programma, il cui costo è stimato tra i 2,35 e i 3,3 miliardi di euro in sette anni, dovrebbe basarsi sul concetto di “portafoglio di mobilità” europeo e alleggerire la pressione finanziaria sulle famiglie, incoraggiando la mobilità sostenibile.

  1. Sostegno alle microimprese e avanzamento tecnologico

A differenza delle grandi industrie soggette all’ETS1, per le microimprese, in particolare quelle dei settori ad alta intensità energetica, è più difficile disporre del capitale o delle conoscenze necessarie per adeguarsi ai requisiti dell’ETS2. Le politiche sostenute nell’ambito del PSC per queste imprese potrebbero includere:

  • Sostegno diretto al reddito: questa misura compenserebbe le imprese per l’aumento marginale dei costi energetici causato dall’ETS2, funzionando da ammortizzatore a breve termine per assicurare continuità alle attività.
  • Meccanismi di leasing sociale: come componente più lungimirante, questa misura sovvenzionerebbe il leasing di veicoli commerciali elettrici, facilitando gli upgrade tecnologici che riducono la dipendenza dai combustibili fossili. L’approccio del leasing garantisce inoltre accessibilità economica eliminando gli ostacoli legati al capitale iniziale.

Governance e pianificazione: le basi per una strategia clima efficace

Attraverso la progettazione delle politiche, l’Italia deve garantire che i programmi finanziati da ETS2 e FSC non siano frammentati, ma che facciano invece parte di una più ampia strategia nazionale per il clima. Ciò dovrebbe includere strutture di governance chiare, canali di spesa efficienti e capacità amministrativa locale. L’implementazione decentralizzata dovrà essere accompagnata da solidi sistemi di monitoraggio e valutazione per evitare inefficienze e duplicazioni.

Inoltre, per garantire la sinergia e l’ottimizzazione delle risorse, saranno necessarie politiche coerenti con gli strumenti di pianificazione europei, come i fondi di coesione, i piani di ripresa e resilienza e i Piani territoriali per una transizione giusta. Proprio sulla base di questi criteri (ma non solo) è stato lanciato in questi giorni uno strumento di valutazione dei Piani Sociali Clima, il Social Climate Plans Tracker, che per l’Italia evidenzia già potenziali aree di miglioramento rispetto ai contenuti condivisi dal MASE durante il processo di consultazione che si è concluso il 15 giugno.

Proprio quest’ultimo ha ricevuto un giudizio intermedio: sebbene infatti si sia instaurata una relazione collaborativa fra diversi attori e i tecnici del MASE, la mancanza di una solida volontà politica orientata all’istituzionalizzazione dei processi partecipativi e di dialogo multilivello, ha reso difficile (sia per le tempistiche che per la complessità dei temi) il coinvolgimento verticale e orizzontale di questi stessi attori.

Garantire la sostenibilità sociale della transizione

La storia europea degli ultimi anni ci ha offerto importanti insegnamenti. Il movimento dei gilet gialli, in Francia, nacque dalla percezione che le politiche climatiche gravassero ingiustamente sulle famiglie rurali a medio-reddito. Per evitare disordini simili, l’Italia deve garantire che i benefici della decarbonizzazione siano visibili e tangibili per tutte le fasce di reddito.

Ciò include la necessità di sviluppare politiche in grado di garantire la sostenibilità sociale della transizione, non solo per le fasce di popolazione più vulnerabili, ma anche per le famiglie a medio-reddito.

Pertanto, l’ETS2 dovrebbe essere orientato verso forti misure complementari, che abbiano il potenziale non solo di ridurre le emissioni e sostenere fasce di reddito più ampie, ma anche di abbassare i prezzi dell’ETS2 attraverso una minore domanda di quote.

Allineare gli obiettivi climatici con l’equità sociale

Se l’Italia avrà successo o meno nell’implementazione dell’ETS2 e del FSC dipenderà dalla sua capacità di allineare strategicamente gli obiettivi climatici con l’equità sociale. Ciò richiede il passaggio da una compensazione reattiva a investimenti proattivi, da interventi isolati a pacchetti di politiche coordinati e da una governance frammentata a un processo decisionale inclusivo.

La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio può essere una transizione verso una società più equa, in cui nessuna comunità viene lasciata indietro e l’azione per il clima diventa motore di competitività e prosperità condivisa.


ECCO – insieme ad altre otto organizzazioni europee – fa parte del progetto LIFE Effect, che ha l’obiettivo di informare l’opinione pubblica sull’ETS2 e sull’introduzione di politiche di tassazione delle emissioni che possano andare a beneficio sia delle persone sia del pianeta.

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Foto di ulleo

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