Nel dibattito europeo sull’assegnazione dei fondi nel prossimo ciclo di bilancio, la Commissione e Parlamento europeo hanno indicato il Next Generation EU (NGEU) e il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (Recovery and Resilience Facility, RRF) come modelli per determinare le modalità di spesa futura dell’Unione.
A livello europeo, il NGEU, e al suo interno l’RRF, hanno segnato una svolta nel modo in cui i fondi europei vengono stanziati e distribuiti. L’RRF ha aperto la possibilità all’UE di generare debito europeo sul mercato dei capitali, consentendo all’Unione di fornire agli Stati membri non solo prestiti ma anche sovvenzioni, da utilizzare per finanziare una serie di misure (riforme e investimenti) precedentemente valutate e approvate dalla Commissione europea e dal Consiglio.
Il quadro normativo che disciplina l’assegnazione dei fondi RRF richiede agli Stati membri di preparare Piani nazionali di ripresa e resilienza conformi ai principi di addizionalità e di “non arrecare un danno significativo” (do no significant harm, DNSH). I Piani sono quindi stati valutati sulla base di quattro criteri: (i) pertinenza, in particolare un obiettivo di spesa per misure climatiche e ambientali di almeno il 37% dei fondi stanziati; (ii) efficacia; (iii) efficienza; (iv) coerenza.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia (PNRR o il Piano) è stato considerato conforme a questi criteri. Tuttavia, già nel 2021, quando il Piano è stato adottato per la prima volta, ECCO aveva segnalato la mancanza di sufficiente ambizione climatica e l’incompleto rispetto di alcuni dei requisiti, compreso l’obiettivo di spesa per il clima del 37%.
Questa nuova analisi valuta l’andamento del Piano, nonché il suo attuale contributo al raggiungimento degli obiettivi climatici, a quattro anni dalla sua adozione. Per determinare i progressi, abbiamo selezionato ed esaminato una serie di misure in esso contenute (due riforme e quattro investimenti) rilevanti per il clima e la transizione energetica. Nello specifico, le riforme esaminate includono l’adozione di un Testo Unico sulle Rinnovabili e la preparazione di una roadmap per l’eliminazione dei sussidi dannosi per l’ambiente; gli investimenti analizzati includono invece il Superbonus, Transizione 5.0, il rafforzamento delle smart grid, e la promozione delle rinnovabili per le comunità energetiche e l’autoconsumo.
Sulla base dei risultati dell’analisi delle misure del PNRR, questo policy briefing offre una serie di raccomandazioni utili a informare la discussione sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale europeo (2028-2034 QFP).
Leggi il policy briefing “Lezioni dal PNRR”
Photo di Ivan Oštrić