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Nuovo Commissario UE per il Mediterraneo: temi chiave e raccomandazioni

Insieme ad un gruppo di esperti ed esperte, abbiamo elaborato un documento di priorità per l’agenda del nuovo Commissario UE per il Mediterraneo su clima, energia e ambiente e inviato una lettera alla Commissione che suggerisce le aree di policy prioritarie per il Nuovo Patto per il Mediterraneo.

Nell’ultimo anno, ECCO ha collaborato – insieme a IMAL Initiative for Climate and Development, un think tank con sede in Marocco e Sefia, un’organizzazione non governativa che si occupa di ambiente con sede in Turchia – alla creazione di alleanze con partner regionali attraverso la MATTCCh: Mediterranean Alliance of Think Tanks on Climate Change, una rete di think tank che operano nel Mediterraneo.

Il documento identifica la decarbonizzazione dei sistemi energetici per l’intera regione mediterranea e la creazione di una governance regionale per l’adattamento come aree fondamentali, che possono contribuire ad un cambio di rotta per la Commissione e per il nuovo Commissario verso i paesi del Vicinato.

Leggi la lettera in lingua inglese qui

Il Mediterraneo e l’Europa

Il nuovo ciclo politico che guiderà le politiche europee fino al 2029 è stato inaugurato con le elezioni europee, la rielezione della Presidente von der Leyen, l’annuncio della nomina di un nuovo Commissario per il Mediterraneo e il Nuovo Patto per il Mediterraneo. L’apertura di un dossier apposito per la regione, accompagnato dalla nomina di un Commissario dedicato ha il potenziale di aprire una nuova fase nelle relazioni tra l’Unione Europea e il suo Vicinato.

Nel discorso al Parlamento Europeo, von der Leyen ha indicato crescita, difesa e democrazia come temi principali su cui la nuova Commissione incentrerà il suo prossimo mandato. Ricalcando le linee guida che definiranno le direttive della Commissione, la Presidenza si impegna a mantenere la rotta intrapresa nel 2019 con il Green Deal europeo, ma con un focus più attento sulle politiche industriali, con la promessa di un Green Industrial Deal che sarà annunciato nei primi 100 giorni della Commissione.

Il nuovo Commissario per il Mediterraneo dovrà focalizzarsi, come si legge nelle linee guida, su partnership e investimenti, stabilità economica, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza e altre aree di mutuo interesse, dialogando con l’Alto Rappresentante/Vice-Presidente. “La regione del Mediterraneo dovrebbe ricevere un’attenzione indivisa“, ha detto Von der Leyen ai legislatori dell’UE a Strasburgo.

L’aspettativa è che questo nuovo corso politico, se adeguatamente implementato, possa garantire una maggiore attenzione ad una regione a lungo trascurata, anche alla luce del ruolo centrale che i Paesi della sponda sud hanno ricoperto nella risposta europea alla crisi energetica che ha seguito l’invasione russa dell’Ucraina.

In contrasto con i principi cardine contenuti nella Nuova Agenda per il Mediterraneo del 2021, incentrati attorno al tema della transizione verde e in linea con la proiezione internazionale del Green Deal Europeo, la necessità di garantire gli approvvigionamenti energetici ha dato il via, negli ultimi anni, ad un approccio focalizzato sullo sfruttamento delle fonti fossili e sull’espansione delle infrastrutture gas.  Parte integrante di questo cambio di paradigma dovrebbe includere anche una ridefinizione della sicurezza energetica, che non può dipendere più in maniera esclusiva delle fonti fossili ma andrà incorporando sempre di più altre fonti rinnovabili. Questo passaggio aprirebbe a un modello di cooperazione alternativo basato sulla decarbonizzazione per Paesi tradizionalmente produttori, come Algeria e Libia.

Come sottolineato nel documento elaborato dalla MATTCCh, il raggiungimento degli obiettivi climatici europei è strettamente legato alla decarbonizzazione dell’intera regione del Mediterraneo, al superamento di modelli di sviluppo legati alle fonti fossili e al rafforzamento della cooperazione energetica verso un più ampio obbiettivo di transizione giusta verso fonti rinnovabili.

MATTCCh: quali sono le raccomandazioni?

La cooperazione sulle energie rinnovabili offre concrete opportunità per i Paesi di entrambe le sponde e può contribuire allo sviluppo economico, finanziario e occupazionale nella regione, dando priorità alla creazione di valore locale, alla crescita sostenibile, al commercio e alla cooperazione industriale verde.

La creazione di partnership energetiche reciprocamente vantaggiose con i Paesi del Mediterraneo deve essere il centro dell’operato del nuovo Commissario: le opportunità individuate si concentrano soprattutto nel potenziale per lo sviluppo di energia solare ed eolica nella sponda sud, ancora ampiamente sottoutilizzato. I Paesi produttori sono stati fondamentali all’indomani della crisi energetica, ma una strategia a lungo termine per l’Europa e il Vicinato non può prescindere dal supportare la diversificazione energetica e lo sviluppo industriale verde come misura per favorire la loro graduale transizione, in linea con gli obbiettivi climatici globali e le conclusioni della COP28. L’Unione Europea prevede che la sua domanda di gas diminuirà del 53% entro il 2030 e dell’85% entro il 2050, il che espone i Paesi le cui revenues dipendono dall’esportazione di gas e petrolio. Al fine di elaborare piani di sviluppo a lungo termine, è importante che la Commissione comunichi in maniera adeguata le previsioni della domanda europea.

Accanto alla promozione di capacità per energie rinnovabili, per muovere la regione verso un sistema energetico integrato pulito, flessibile, affidabile e sicuro sono altrettanto importanti i progetti infrastrutturali transfrontalieri ma anche una maggiore attenzione all’efficienza energetica, allo stoccaggio e alla connettività della rete, elementi essenziali per raggiungere l’obiettivo concordato a livello globale di triplicare le energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030.

La creazione di uno spazio energetico e industriale mediterraneo integrato può poi appoggiarsi su nearshoring, greenshoring e friendshoring per promuovere partnership vantaggiose che possano aumentare i guadagni socio-economici dell’intera regione.

I Paesi euromediterranei condividono vulnerabilità simili ai cambiamenti climatici, ma non lo stesso livello di preparazione al rischio. Accanto alla mitigazione, una strategia di adattamento regionale è fondamentale in una regione fragile come quella del Mediterraneo. L’agenda del nuovo Commissario non può prescindere da questa dimensione, tenendo contro di diversi punti di partenza, esigenze e priorità dei Paesi della sponda sud. Le misure per la costruzione di adattamento e resilienza devono essere sistemiche e dovrebbero consolidare la dimensione internazionale della strategia di adattamento dell’UE, del Green Deal e del Global Gateway. Una misura concreta in questo senso può essere il supporto ai paesi del Mediterraneo nello sviluppo e nell’implementazione dei loro Contributi Determinati a livello nazionale (NDC), nonché dei Piani Nazionali di Adattamento (NAP) come strumenti strategici per i Paesi più fragili per ricevere sostegno finanziario negli adeguati contesti multilaterali. Questi strumenti, accompagnati da una strategia di decarbonizzazione a lungo termine, forniscono una bussola per comprendere le esigenze e le traiettorie di sviluppo del singolo paese, riorientando efficacemente gli strumenti di cooperazione e tenendo conto degli impatti climatici.

Infine, il documento raccomanda alla Commissione di impegnarsi a conciliare gli obiettivi su energia, ambiente, clima e sicurezza. Solo un forte mandato politico per il Commissario permetterà all’Unione di trasformare il nuovo partenariato con i paesi del Vicinato in una strategia a lungo termine che sia reciprocamente vantaggiosa e possa riposizionare un partneriato strategico Euro-Mediterraneo in un contesto geopolitico sempre più multipolare. Questo riposizionamento parte anche dal riconciliare le agende e le priorità degli Stati membri verso i paesi del Mediterraneo meridionale.

Tutto ciò non può prescindere dall’includere una dimensione di giusta transizione come pilastro del Nuovo Patto per il Mediterraneo, coinvolgendo la società civile, le parti sociali interessate, le comunità vulnerabili e gli esperti nei paesi del Mediterraneo meridionale.

Il prossimo ciclo politico europeo coincide con un più ampio momento di diplomazia climatica con l’avvicinarsi della COP29, all’aggiornamento dei contributi determinati a livello nazionale (NDC) e alla COP30. Ciò contribuirà a mantenere la rotta sul Green Deal europeo e sull’obiettivo di neutralità climatica dell’UE in modo equo e inclusivo, senza dimenticare l’importanza della finanza climatica internazionale e l’allineamento dei flussi finanziari con gli obiettivi climatici. Con la prevista conclusione dei negoziati sul Nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato (NCQG) e i progressi nella riforma delle Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI) alla COP29, l’UE, in qualità di principale donatore con 28,5 miliardi di euro versati nel 2022, deve dare il buon esempio sostenendo queste iniziative e forgiando una nuova governance della leadership climatica più distribuita.

Leggi la lettera in lingua inglese qui


Hanno sottoscritto la lettera: Arab Reform Initiative, CREAF – Public research center, ECCO – the Italian Climate Change Think Tank, E3G (think tank), EMBER, Natural Resource Governance Institute (NRGI), the Regional Center for Renewable Energy and Energy Efficiency (RCREEE), ZERO – associação sistema terrestre sustentável, The Economic Policy Research Foundation of Turkey (TEPAV), Sustainable Economics and Finance Association (SEFiA), oltre esperti ed esperte.


Image: Maksim Shutov

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