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La campagna sul debito per il Giubileo che serve al clima

Affrontare la crisi del debito è essenziale per consentire una giusta transizione e per migliorare la resilienza ai cambiamenti del clima. Risolvere le questioni debitorie complesse può, al contempo, garantire maggiore stabilità globale e rafforzare la rete di sicurezza economica mondiale.

In occasione del Giubileo, Caritas ha lanciato la campagna globale “Turn Debt into Hope” (Trasforma il debito in speranza), con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza e favorire soluzioni alla crescente crisi del debito.

Già venticinque anni fa, con la Campagna del Giubileo del 2000, venne promossa la cancellazione del debito per i Paesi più fragili, accelerando l’attuazione di un’iniziativa a favore dei Paesi con situazioni debitorie più complesse (Heavily Indebted Poor Countries Initiative – HIPC). La campagna 2025 si impegna per riattivare lo spirito e l’ambizione di questa iniziativa, richiamando la necessità di creare un mondo più giusto e compassionevole. Una campagna che evidenzia un nesso profondo tra le attuali crisi economiche e ambientali.

Una petizione globale per il cambiamento

Al centro della campagna “Turn Debt into Hope” c’è una petizione globale. Petizione che sarà consegnata ai Leader globali in occasione di vertici internazionali, tra cui il G7 in Canada, il G20 in Sudafrica e la COP30 in Brasile. Il messaggio è chiaro: la resilienza economica e ambientale richiede un’azione decisiva e coordinata sul debito.

Perché il debito è importante per il clima e lo sviluppo?

Il debito è un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi climatici e dello sviluppo sostenibile. Molti Paesi a medio e basso reddito sono intrappolati in un circolo vizioso di debito insostenibile, esacerbato da crisi come la pandemia di COVID-19, le tensioni geopolitiche, i cambiamenti climatici e l’aumento dei tassi di interesse. Secondo l’ultimo rapporto sul debito internazionale della Banca Mondiale, nel 2023 i paesi in via di sviluppo hanno speso la cifra record di 1.400 miliardi di dollari per il servizio del debito estero e il loro debito estero ha raggiunto gli 8.800 miliardi di dollari.

Il crescente peso del debito estero influisce sempre di più sui bilanci pubblici, e ai governi rimane uno spazio fiscale limitato per investire in settori critici come sanità, istruzione e infrastrutture. Secondo l’UNCTAD, 3,3 miliardi di persone vivono in Paesi che spendono di più per gli interessi del debito che per istruzione o sanità. Questo contrasto è ulteriormente aggravato dal nesso debito-clima, dove un alto indebitamento limita gli investimenti nell’azione climatica. Inoltre, l’aumento dei disastri legati al clima costringe i Paesi a contrarre ulteriori prestiti per finanziare la ricostruzione, perpetuando questa spirale di debito e clima. Infine,  la dipendenza dalle esportazioni di combustibili fossili per soddisfare gli obblighi di debito estero aggrava il problema, limitando la flessibilità fiscale necessaria per finanziare lo sviluppo sostenibile e la transizione energetica.

Le richieste principali della campagna

  1. Fermare la crisi del debito, cancellando e rimediando a debiti ingiusti e insostenibili, senza condizionalità di politica economica.
  2. Impedire che le crisi del debito si ripetano, affrontando le cause alla radice, riformando il sistema finanziario globale per dare priorità alle persone e al pianeta.
  3. Istituire una convenzione quadro permanente, trasparente, vincolante e completa per il debito in seno alle Nazioni Unite.
  4. Porre fine ai piani di espansione su petrolio e gas e spezzare il nesso debito-combustibili fossili.

ECCO ha scelto di sostenere questa campagna per unirsi ad uno sforzo collettivo per rimodellare il panorama finanziario globale, assicurando che risponda meglio alle necessità di un mondo in rapida evoluzione.

 

Foto di engin akyurt

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