- Dal punto di vista del clima, il G20 di Venezia è un appuntamento decisivo lungo la strada che porta alla Cop26 di Glasgow per rendere la finanza un vero strumento di azione climatica.
- Il primo obiettivo è la finanza climatica, la solidarietà tra tra i paesi più ricchi e quelli più poveri e colpiti dalla crisi ambientale. Bisogna trovare il modo di mantenere le promesse di Parigi (c’è ancora un gap) e alzare il tiro.
- Il tema più controverso è la carbon tax, la tassa doganale sul contenuto di carbonio dei prodotti lungo le filiere globali. È un’antica battaglia dell’Europa, piace poco agli Stati Uniti, per niente a Cina e India.
C’è un inevitabile simbolismo nel fatto che il G20 dei ministri delle Finanze si svolga in presenza a Venezia, metafora visiva perfetta per i rischi urbani del cambiamento climatico. La settimana scorsa una ricerca Ispra aveva parlato di «irreversibile innalzamento dei mari» e misurato in 5,34 millimetri l’anno la perdita di terreno della città rispetto all’emergenza. Sarebbe interessante sapere se Janet Yellen e Daniele Franco parleranno anche della subsidenza di Venezia a margine di un incontro che ha un grande significato per il ruolo della finanza nella sfida climatica.
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