Il mondo ambientalista, dalle associazioni ai centri studi, boccia il governo Draghi: nella lotta al cambiamento climatico, gli impegni presi nel Pnnr, il Piano nazionale di resistenza e resilienza presentato a Bruxelles, non sono abbastanza. E, comunque, non sufficienti per raggiungere gli obiettivi che la Ue si è data per ridurre i gas serra.
Potrebbe sembrare un paradosso, visto che il nuovo esecutivo ha puntato per la ripresa economica proprio sui “business” ambientali: oltre un terzo (il 37%) dei 248 miliardi destinati all’Italia – tra Next Generation Ue e fondi aggiuntivi – vanno a progetti per il clima e l’efficienza energetica. E perché i fondi non vadano sprecati, il nuovo esecutivo ha creato il ministero della Transizione ecologica, il “vecchio” Ambiente potenziato con nuove deleghe e affidato a un tecnico come l’ex presidente dell’Istituto italiano di tecnologia, Roberto Cingolani.
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