Elezioni europee 2024

Elezioni europee: come possiamo valutare i risultati?

La maggioranza che ha guidato il Parlamento Europeo tra il 2019 e il 2024 tiene, raggiungendo circa 400 voti, seppur indebolita. Il buon risultato del centro-destra tedesco e la tenuta del partito dei Popolari va a supporto di una seconda candidatura di Von der Leyen. Anche il gruppo dei Socialisti e Democratici, seppure cedendo qualche voto, non ha subito un’evidente sconfitta. L’atteso calo dei Verdi, trainato dai dati di Germania e Francia, è tuttavia contenuto grazie ai seggi ottenuti da Olanda, Paesi nordici e Italia. La destra conservatrice, populista e nazionalista cresce in maniera netta, trainata da Francia e Germania, ma non abbastanza da modificare drasticamente la maggioranza europea. Rilevante la tenuta dei partiti di Governo di Polonia e Spagna, i cui leader Tusk e Sanchez possono considerarsi vincitori insieme a Fratelli d’Italia e Meloni.

Ora inizia il valzer delle candidature per i posti di vertice del Consiglio europeo e della Presidenza della Commissione. I Capi di Stato e di Governo inizieranno consultazioni e giochi di potere per arrivare a proposte di candidature che dovranno trovare la maggioranza del Parlamento, la quale potrà vedere una grande coalizione di popolari, socialisti e liberali diventare mobile verso destra o sinistra a seconda delle questioni o testare le acque per allargare strutturalmente verso i Verdi o i conservatori di destra del gruppo di Fratelli d’Italia – quest’ultima opzione, tuttavia, spaccherebbe la grande coalizione. Lo vedremo nei prossimi giorni e settimane.  

Venendo ai risultati italiani, queste elezioni rappresentano una vittoria di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia, che si conferma primo partito con il 28,8% dei voti a livello nazionale. Tuttavia, la somma dei seggi ottenuti dai partiti di Governo più scettici o contrari al Green Deal – Fratelli d’Italia e Lega – è inferiore di 3 seggi rispetto al 2019, mentre tiene Forza Italia. Lato progressisti, la rappresentanza italiana esce rafforzata nella crescita del Partito Democratico, che diventa primo partito della famiglia socialista, e di sinistra e dei verdi italiani, mentre il Movimento 5 Stelle esce in calo e con incertezza se e verso quale famiglia progressista confluirà. Le formazioni liberali di Stati Uniti d’Europa e Azione non raggiungono la soglia del 4%. In generale, le campagne e voci che si sono focalizzate più esplicitamente contro il Green Deal, in particolare quelle di Lega e Azione, non hanno pagato in termini di voti elettorali. 

Guardando i voti assoluti rispetto alle nazionali del 2022, tutti i partiti di Governo, che in diverse forme hanno messo in questione il Green Deal in campagna elettorale, hanno perso voti. Mentre gli unici partiti che hanno guadagnato più voti rispetto al 2022 sono il Partito Democratico e l’Allenza Verdi e Sinistra, che insieme superano i voti di Fratelli d’Italia.  

Il dato giovanile tra gli under 30 in Italia premia con il 51% il campo largo (PD, M5S e AVS) che ha presentato le proposte più strutturate rispetto alle politiche energetiche e climatiche. Le innovazioni più significative del panorama politico provengono dai giovani, alcuni dei quali hanno trainato per anni il movimento giovanile Fridays for Future, conquistando da indipendenti preferenze che li spingono tra i primi posti di AVS. Dopo il voto si è aperta petizione sostenere l’elezione dei giovani nelle liste AVS, possibile attraverso una precisa scelta territoriale dei capi-lista in mano alla leadership, che diventa ora una scelta tra il passato e il futuro.

L’affluenza si attesta al 48,30%, in calo rispetto al 2019 (54,5%) e dato più basso di sempre. Rilevanti quindi le richieste di rappresentanza inespresse e la rinuncia a incidere sulle politiche pubbliche che condizioneranno la vita di tutti. Al netto dei guadagni e perdite specifiche dei singoli partiti, la politica in Italia non riesce oggi adeguatamente a rappresentare, convincere e mobilitare masse critiche.

La premier Meloni si presenterà quindi al G7 e al Consiglio Europeo di fine giugno con una posizione di forza e sarà determinante per la scelta della futura Commissione Europea. Da capire quali saranno le richieste con temi come la finanza, l’economia e la migrazione probabilmente al centro, e quali saranno quelle sui possibili ruoli per l’Italia nella futura Commissione. Sul Green Deal, Meloni e gli esponenti di Fratelli d’Italia dovranno riflettere su quale approccio adottare alla luce della competizione internazionale sempre più agguerrita sulle tecnologie verdi e del consenso politico potenzialmente disponibile dalla desiderabilità di cittadini e imprese per la transizione.

A metà luglio si voterà la fiducia alla/al Presidente della Commissione. Nel frattempo, si definirà la composizione di Parlamento e Commissione europea designata. L’intera Commissione verrà poi votata dal Parlamento entro la fine dell’anno, concludendo così il processo di formazione delle istituzioni e aprendo le porte ad una nuova legislatura europea.

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