Il 2022 è stato un anno difficile. Certo, ci saremmo augurati un 2022 diverso, iniziato sull’onda di rinnovati impegni per l’azione climatica grazie allo slancio offerto della Presidenza italiana del G20 e della COP26 di Glasgow
Una speranza durata solo qualche settimana, messa alla prova dall’invasione russa dell’Ucraina. Le conseguenze sono note: una nuova guerra in Europa, crisi energetica, crisi alimentare, inflazione, instabilità geopolitica e crescente impatto del cambiamento climatico.
In Italia, tutto ciò è avvenuto sullo sfondo di elezioni anticipate, caratterizzate da una campagna elettorale lampo e dalla formazione di un nuovo governo.
Ciononostante, la crisi energetica ha portato ad una nuova consapevolezza rispetto alla necessità di emancipare le nostre economie dalla dipendenza dalle fonti fossili, dando forza allo sviluppo di energie rinnovabili, al valore del risparmio e all’efficienza energetica. Questa dovrebbe essere la strada da seguire per il raggiungimento degli obiettivi climatici, non il ricorso a ‘soluzioni fossili’ del passato, responsabili della creazione dei presupposti di queste crisi.
La COP27 di Sharm El-Sheikh e la COP15 appena conclusasi a Montreal, dimostrano che la protezione del clima e delle biodiversità possono fare da volano a una rinnovata cooperazione multilaterale, fondata su giustizia globale e ridistribuzione delle risorse.
Le crisi globali degli ultimi anni, il cambiamento climatico e la perdita degli ecosistemi hanno reso palesi i rischi di un modello di sviluppo fondato sulle fonti fossili.
Ancora molto resta da fare, è vero. Il 2023 porterà nuove sfide ma anche l’opportunità di implementare soluzioni che permettano di evitare gli errori del passato. Soluzioni che passano da un’accelerazione della transizione, da una revisione dei sistemi finanziari e da politiche energetiche e industriali in grado di garantire una prosperità condivisa e di lungo periodo.
Il lavoro di ECCO si concentrerà su questo, attraverso studi e analisi per soluzioni trasformative e per la costruzione del consenso.
La sfida climatica è ancora alla nostra portata, ma solo se decidiamo di affrontarla con la serietà e l’urgenza necessarie.
Photo by Gary Spears