MERCOLEDÌ 2 LUGLIO 2025 – BRUXELLES – Oggi la Commissione Europea ha presentato la proposta per il futuro dell’Europa: ridurre del 90% le emissioni climalteranti entro il 2040 per raggiungere la neutralità climatica nel 2050. La Commissione basa la sua proposta sui suggerimenti presentati dal Comitato scientifico europeo per il cambiamento climatico.
Luca Bergamaschi, Direttore e Co-fondatore di ECCO – il think tank italiano per il clima, ha dichiarato:
“È una buona notizia per la sicurezza e la prosperità di cittadini e imprese colpiti da impatti climatici sempre più frequenti e devastanti. Un obiettivo in linea con le richieste degli italiani, la cui maggioranza appoggia il Green Deal come mostrano i dati dell’ultimo Eurobarometro. La Commissione punta a ridurre la dipendenza da importazioni di combustibili fossili per abbassare i prezzi dell’energia e come leva per rilanciare la competitività industriale. Ora spetta ai Governi nazionali pianificare la transizione dei prossimi 15 anni, che dovrà passare principalmente dall’elettrificazione e l’efficienza energetica dell’economia, con politiche mirate verso i processi e le tecnologie più mature, economiche e disponibili e che rispondono ai bisogni concreti delle persone a partire dalla casa, dalla mobilità e dal lavoro.”
La proposta presenta alcune opzioni di flessibilità per raggiungere l’obiettivo al 2040, incluso la flessibilità dei contributi tra i diversi settori dell’economia e il ricorso limitato a “crediti internazionali di carbonio” ovvero il finanziamento di progetti di riduzione delle emissioni in Paesi extra-europei.
Aggiunge Francesca Bellisai, Analista Politiche UE e Governance, ECCO – il think tank italiano per il clima:
“La priorità dichiarata dalla Commissione è la riduzione delle emissioni domestiche nei prossimi 10 anni. Le opzioni di flessibilità che possono aiutare a raggiungere l’obiettivo al 2040 non indeboliscono la proposta se il loro ricorso è marginale non oltre il 3% e se accuratamente regolate. I crediti internazionali di carbonio, regolati dall’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi, possono diventare una risposta potenzialmente utile per il finanziamento della cooperazione internazionale e in supporto al multilateralismo”.
Foto di Carl Campbell