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Cooperazione energetica europea nel Mediterraneo: le opportunità della transizione

Le seguenti raccomandazioni sono state sviluppate con il contributo della Mediterranean Alliance of Think Tanks on Climate Change – MATTCCh e di altri esperti e rappresentanti da governi, società civile e settore privato da Europa e regione MENA.

Leggi il policy briefing “EU energy cooperation in the Mediterranean: unlocking the benefits of the new energy landscapes”

L’immenso potenziale delle energie rinnovabili nel Mediterraneo, ancora lontano dall’essere pienamente sfruttato, sta rivoluzionando il mercato dell’energia nella regione. La transizione energetica può contribuire a sbloccare opportunità di sviluppo in Europa e nel Mediterraneo, con effetti positivi su competitività industriale, sicurezza energetica e rischi climatici, favorendo al contempo creazione di posti di lavoro, stabilità regionale e resilienza economica. La chiave per ottenere questi risultati è la realizzazione di una transizione ragionata e adeguatamente gestita, che sia concordata tra le parti e che fornisca una visione innovativa per la cooperazione regionale. A tale scopo, il Nuovo Patto per il Mediterraneo e la Trans-Mediterranean Energy and Clean Tech Cooperation Initiative (T-MED), strategie europee di prossima pubblicazione, ricopriranno un ruolo cruciale.

Il panorama energetico del Mediterraneo sta affrontando una trasformazione significativa. Sulla sponda settentrionale, gli sforzi dell’Europa verso la decarbonizzazione e la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili russi stanno portando ad un’evoluzione sia rispetto alle fonti energetiche sia ai futuri partenariati. La crisi del gas, tra il 2021 e il 2023, ha messo in evidenza quanto la volatilità dei prezzi possa danneggiare l’industria europea, spingendo l’Europa a diversificare le proprie catene di approvvigionamento per ridurre il rischio dipendenza da rivali strategici, e impedire che questi usino l’energia come strumento di pressione. Nel frattempo, in tutto il Mediterraneo, i governi, le aziende e i singoli cittadini stanno sfruttando sempre di più l’immenso potenziale di energia verde della regione.

I vantaggi di una più stretta cooperazione energetica tra l’UE e il Mediterraneo allargato vanno ben oltre la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e le opportunità di esportazione. Infatti, le interconnessioni elettriche bidirezionali possono migliorare la sicurezza energetica dell’intera regione, mentre la crescita industriale alimentata dall’energia pulita può creare nuove catene di approvvigionamento pan-mediterranee e posti di lavoro sia nell’UE sia nei Paesi del Sud del Mediterraneo. Infine, il rafforzamento di partenariati focalizzati su energie rinnovabili e clean tech può contribuire alla stabilità regionale di lungo periodo, soprattutto in un quadro in cui i Paesi produttori di combustibili fossili della regione risentono del calo della domanda dell’UE.

In questo contesto, l’attuale interesse manifestato dall’UE nell’intensificare la cooperazione con i paesi del Sud del Mediterraneo rappresenta un’importante opportunità per ottimizzare i benefici della transizione energetica a livello regionale. Per la prima volta, l’UE ha una Commissaria per il Mediterraneo, la croata Dubravka Šuica, e un dipartimento dedicato alla regione MENA (DG MENA).

La rinnovata attenzione dell’UE nei confronti del suo vicinato meridionale verrà tradotta in un nuovo Patto per il Mediterraneo, previsto per l’autunno del 2025, a 30 anni dall’avvio del processo di Barcellona, che nel 1995 ha istituito il partenariato euromediterraneo. Il Patto, che avrà l’obiettivo di riformare le relazioni tra l’UE e i Paesi del Mediterraneo meridionale alla luce dell’attuale contesto geopolitico e geoeconomico, coprirà aree quali sicurezza, migrazione, crescita economica e sviluppo umano. Anche la transizione energetica avrà un ruolo centrale: DG ENER, il dipartimento per la politica energetica della Commissione europea, sarà alla guida della Trans-Mediterranean Energy and Clean Tech Cooperation Initiative (T-MED), prevista per l’inizio del 2026 e complementare al Nuovo Patto.

Raccomandazioni per una più efficace diplomazia energetica UE per il Mediterraneo:

  1. La transizione energetica giusta come principio cardine. Una transizione energetica giusta e inclusiva ha il potenziale per favorire gli obiettivi geopolitici, di sicurezza, ed economici dell’UE nel Mediterraneo. Per raggiungere questo scopo, è necessaria una piena trasparenza sullo sviluppo della domanda di energia nell’UE, accanto a maggiore cooperazione per aumentare l’efficienza energetica e alla definizione di percorsi di sostegno per i Paesi produttori di combustibili fossili.
  2. Sostegno a un obiettivo regionale per le energie rinnovabili. L’UE dovrebbe sostenere un obiettivo per le energie rinnovabili a livello mediterraneo, in linea con l’iniziativa TeraMed, che mira ad una capacità di generazione di 1TW di energie rinnovabili nel Mediterraneo entro il 2030. L’UE può utilizzare questo obiettivo per promuovere investimenti pubblici e privati su larga scala nelle energie rinnovabili.
  3. Interconnessione energetica come chiave per la sicurezza. L’l’interconnessione dei sistemi energetici dovrebbe essere concepita come un modo per aumentarne la sicurezza e la flessibilità, anziché come un semplice mezzo per estrarre energia rinnovabile dai Paesi partner. Una rete più interconnessa migliorerebbe la resilienza, ridurrebbe i costi e aumenterebbe la sicurezza energetica nella regione.
  4. Rafforzare il nesso tra energie rinnovabili, settore industriale e occupazione. La diffusione delle fonti rinnovabili dovrebbe sostenere la crescita industriale e la creazione di valore aggiunto locale nei Paesi partner della sponda Sud del Mediterraneo. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario sostenere il settore industriale green affinché massimizzi i benefici economici locali, andando a creare catene di approvvigionamento pan-mediterranee in grado di competere a livello globale.
  5. Finanziare la transizione. L’UE deve mobilitare tutti gli strumenti a sua disposizione per finanziare la transizione energetica nel Mediterraneo. Oltre a creare nuove linee di finanziamento, è necessario migliorare la visibilità degli strumenti finanziari europei già disponibili, e assistere i Paesi partner nel mobilitare i propri canali nazionali di finanziamento.

Raccomandazioni per una rinnovata strategia europea verso il Mediterraneo:

  1. Una visione pan-mediterranea. Oltre a rafforzare i partenariati bilaterali, l’UE dovrebbe sviluppare una visione strategica per l’intera regione del Mediterraneo, basata su una più forte dimensione multilaterale. Per fare ciò, è centrale co-costruire attivamente il Nuovo Patto con le parti interessate nei Paesi partner, rafforzare la cooperazione Sud-Sud e esplorare possibilità di cooperazione trilaterale tra l’UE e gli attori regionali. A livello istituzionale europeo, il Consiglio dovrebbe conferire alla Commissione, tramite una propria decisione, il potere di guidare l’implementazione della strategia a livello europeo, in modo da coordinare e rendere coerenti le visioni e le risorse dell’UE e degli Stati membri.
  2. Il clima al centro. Il clima deve essere centrale nell’approccio dell’UE in quanto elemento chiave per la sicurezza, la stabilità e lo sviluppo a lungo termine della regione. La strategia UE verso il Mediterraneo dovrebbe includere una componente sull’adattamento ai cambiamenti climatici, e sfruttare il potenziale economico e di sviluppo della transizione energetica, traendo best practices dal Green Deal dell’UE e dall’emergente Clean Industrial Deal.

Leggi il policy briefing “EU energy cooperation in the Mediterranean: unlocking the benefits of the new energy landscapes”

Il policy briefing “EU energy cooperation in the Mediterranean: unlocking the benefits of the new energy landscapes” è stato redatto da Richard Smith, Policy Advisor di E3G, e Lorena Stella Martini, Analista Senior Politica Estera di ECCO.

Foto di Mohamed Fsili

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