La Commissione europea ha presentato oggi, mercoledì 5 marzo, il Piano d’azione per l’industria automotive UE. Il Piano è stato preceduto dall’annuncio, da parte della Presidente Ursula Von der Leyen, di una maggiore flessibilità sul raggiungimento degli impegni, per evitare eccessive sanzioni per i costruttori in ritardo sugli obiettivi 2025 del regolamento sugli standard.
La proposta europea, se adottata, stabilisce che “la conformità agli obiettivi venga valutata complessivamente sugli anni 2025, 2026 e 2027, permettendo ai produttori di automobili di compensare il superamento dell’obiettivo in uno o due di questi anni con risultati superiori negli altri anni”. La proposta non modifica gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
La decisione potrebbe influire sulle strategie di mercato dei produttori nel corso dell’anno, riducendo le vendite di veicoli elettrici a basse e zero emissioni, con potenziali effetti negativi sulle emissioni complessive del settore dei trasporti dell’Unione. Ciò potrebbe accadere nonostante l’avvio positivo delle vendite di queste auto per il 2025, come evidenziato dall’Osservatorio sul mercato e le emissioni dell’auto UE, promosso da ECCO in collaborazione con ICCT e IDDRI-IMT.
Per il mese di gennaio 2025, l’Osservatorio registra un 16% di quota di mercato per auto BEV (due punti sopra la media 2024) e una crescita di auto elettrificate in generale (59% di share contro il 53% medio del 2024). A fronte di questi dati, la distanza media dal target 2025 dei costruttori risulta essere pari a 10 gCO2/km, contro i 14 gCO2/km calcolati sul mix di vendite 2024.
I primi dati di mercato per il 2025 suggeriscono che la flessibilità proposta da Bruxelles potrebbe non essere necessaria, se i costruttori continuassero su questa traiettoria nel corso dell’anno. Il Piano industriale europeo per l’automotive è stato elaborato con il coinvolgimento degli attori industriali di settore e conferma la rotta per una piena elettrificazione della mobilità.
Le proposte che compongono il Piano, infatti, guardano allo sviluppo di software defined vehicles integrati con modelli di intelligenza artificiale per la guida autonoma: una tecnologia possibile solo in una architettura di veicolo elettrico. Il sostegno alla ricerca e sviluppo e alla competitività delle filiere riguarda soprattutto le batterie, quale componente indispensabile per sostenere questo cambio di paradigma. Le politiche della domanda sono tutte rivolte all’elettrificazione, anche attraverso il potenziamento e lo sviluppo di infrastrutture di ricarica intelligenti e bidirezionali.
Il Piano offre un quadro articolato di politiche, misure e opportunità di finanziamento e stimolo per mobilitare investimenti privati funzionali all’elaborazione di strategie industriali per il settore coerenti con l’obiettivo di piena elettrificazione dell’auto nel 2035: un percorso che l’Italia deve intraprendere senza ulteriori indugi per rilanciare la propria industria.
I pilastri del piano industriale UE per l’automotive
Veicoli elettrici, connessi e intelligenti
Il primo pilastro del Piano industriale riguarda l’innovazione e la digitalizzazione verso software defined vehicles, con il supporto allo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale per sostenere prestazioni di guida autonoma, garantire l’operabilità dei veicoli connessi alle infrastrutture di trasporto e di ricarica, nonché la gestione delle batterie. Solo veicoli elettrici con batterie ad alta capacità possono garantire questo sviluppo. In questo senso, il Piano prevede lo sviluppo di batterie di nuova generazione, fondamentali per garantire l’autonomia e l’efficienza necessaria a questi veicoli.
Stimolo alla domanda
Lato domanda, il Piano sostiene la necessità per gli Stati membri di adottare schemi di social leasing nei piani nazionali associati al Fondo Sociale per il Clima, finanziati con i fondi ETS 2, con l’obiettivo di favorire l’acquisto di veicoli a zero emissioni per le fasce di popolazione vulnerabile. Confermata la presentazione di una proposta legislativa per l’elettrificazione delle flotte aziendali, anticipata da un piano d’azione per accelerare questo sviluppo; si propone di valutare con gli Stati membri l’adozione di criteri uniformi per schemi di incentivo alla domanda privata, supportati anche da fondi europei.
Per favorire la crescita della domanda, il Piano ribadisce l’importanza di accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, sostenendo gli Stati membri nell’attuazione delle normative esistenti e introducendo nuove misure nel Piano di investimenti per i trasporti, con l’obiettivo di stimolare investimenti privati. Interventi sono anche previsti per facilitare la connessione alla rete delle infrastrutture di ricarica elettrica e per stimolare lo sviluppo di sistemi di ricarica intelligente e bidirezionale, anche attraverso una revisione di politiche fiscali distorsive, a sostegno dello sviluppo di modelli demand-response per la flessibilità della rete. Ulteriori azioni a sostegno indiretto della domanda saranno rivolte a creare fiducia nei consumatori nell’adozione di veicoli elettrici e migliorare la percezione del vantaggio economico del loro utilizzo, anche attraverso una maggiore trasparenza nei costi delle ricariche pubbliche.
Competitività delle filiere
Per rafforzare la competitività delle filiere, il Piano include un pacchetto di misure per attivare catene del valore europee di celle e componenti per le batterie (Battery Booster package), con quote di contenuto locale. A tale scopo, saranno rese disponibili significative risorse finanziarie a sostegno degli investimenti per l’installazione e l’ampiamento di linee di fabbricazione, nonché prevedendo un sostegno diretto alla produzione, presumibilmente sul modello dell’IRA americano, in un quadro rinnovato per gli aiuti di Stato. Il supporto potrebbe essere concesso anche a soggetti extraeuropei, a condizione che collaborino con aziende europee favorendo la condivisione di competenze, tecnologie e know-how. Ulteriori azioni a favore di progetti strategici per l’approvvigionamento e la raffinazione di materiali, nonché la loro circolarità attraverso il riciclo dei componenti, sono previsti dal Piano.
Lavoro e competenze
La dimensione sociale del Piano riguarda soprattutto le competenze per il lavoro, per cui il Piano ribadisce e rafforza gli impegni già in essere attraverso le iniziative di Fondo Sociale Europeo Plus (ESF+) e del Fondo Europeo di Adeguamento alla Globalizzazione (EGF) per i lavoratori colpiti, oltre a programmi specifici come il Patto per le Competenze e l’Automotive Skills Alliance. A ulteriore supporto di queste iniziative sarà istituito un Osservatorio Europeo per una Transizione Giusta, che raccoglierà dati sulle tendenze occupazionali nel settore automotive a livello europeo, settoriale e regionale, individuando le aree più a rischio di disoccupazione e fornendo indicazioni per interventi mirati. Per un miglior utilizzo dei fondi ESF+, la Commissione collaborerà attivamente con Stati membri e parti sociali, per la riqualificazione professionale e la ricollocazione dei lavoratori anche in settori diversi dall’automotive. Inoltre, la revisione intermedia della Politica di Coesione (ESF+) incentiverà i Paesi a destinare più risorse al settore auto.
Commercio e concorrenza
Sulle politiche commerciali, il Piano intende inoltre intervenire per rafforzare l’accesso ai mercati globali e garantire condizioni di concorrenza eque per l’industria automobilistica europea, migliorando gli accordi commerciali e proteggendo il settore da pratiche sleali. Verranno ottimizzate le regole di origine nei trattati per favorire la competitività e introdotte misure di difesa commerciale contro importazioni sleali, come i dazi sui veicoli elettrici cinesi. Inoltre, la Commissione stabilirà condizioni per gli investimenti esteri, incentivando il trasferimento di tecnologie e il rafforzamento della filiera europea delle batterie.
Sinergie con la strategia industriale europea
L’Industrial Action Plan for the European automotive sector va letto nel contesto del Clean Industrial Deal, che contiene diverse iniziative funzionali al piano di rilancio dell’industria della mobilità elettrica europea. Tra queste l’identificazione di fonti di investimento pubbliche e private a supporto della mobilità pulita e delle sue catene di valore, e il Critical Raw Materials Centre, che dal 2026 aggregherà domanda e offerta dei materiali critici necessari.
Foto di CHUTTERSNAP