L’Associazione Internazionale per lo Sviluppo (International Development Association – IDA) è un Fondo della Banca Mondiale che supporta i Paesi a basso reddito, attraverso sovvenzioni (contributi a fondo perduto) e prestiti a tasso agevolato.
Dalla sua creazione, nel 1960, IDA è stata rifinanziata venti volte, attraverso cicli triennali, in cui vengono ricostituite le risorse e viene rivisto il quadro politico.
IDA è finanziata in gran parte da contributi provenienti dai Paesi più ricchi. Ad oggi sono oltre 50 i Paesi finanziatori attraverso risorse raccolte sui mercati dei capitali, rimborsi e contributi propri della Banca Mondiale.
Molti paesi che sono stati in passato beneficiari come Cina, Cile, India, Corea del Sud e Turchia oggi contribuiscono al fondo come donatori.
Nel 2017 è stato introdotto un modello finanziario ibrido che ha permesso di generare, per ogni dollaro versato, fino a quattro dollari sul mercato dei capitali, a vantaggio dei Paesi destinatari.
Nel 2022, IDA è stato il più grande fornitore di finanza per il clima verso i Paesi africani con 4,45 miliardi di dollari.
L’ultimo rifinanziamento di IDA, il ventesimo (IDA20), è stato completato nel dicembre 2021, con un una cifra record di 93 miliardi di dollari per il periodo 2022-2025. Il finanziamento più grande mai mobilitato nei 61 anni di storia di IDA. Attualmente sono 78 i Paesi ritenuti idonei a ricevere le risorse di IDA. Il 70% è dei fondi è destinato ai Paesi dell’Africa Sub-Sahariana. La Conferenza di rifinanziamento IDA21 è prevista per il 5-6 dicembre nella Repubblica di Corea.
Come si collega IDA alla finanza climatica
Le risorse raccolte da IDA contribuiscono alla parte di finanziamenti delle Banche Multilaterali di Sviluppo (MDB), per il Nuovo obiettivo di finanza per il clima (New Collective Quantified Goal – NCQG), attualmente in discussione alla COP29 di Baku. La maggioranza di questi finanziamenti sono sotto forma di sovvenzioni o prestiti altamente concessionali e sono diretti prevalentemente ai paesi più poveri (Least Developed Countries- LDC).
L’Italia contribuisce a IDA? Come contribuirà al rifinanziamento?
L’Italia può assumere un ruolo guida per mobilitare gli investimenti necessari, in linea con i suoi interessi nazionali. I bisogni dei Paesi africani sono, infatti, al centro delle priorità della Presidenza italiana del G7 e delle relazioni bilaterali dell’Italia attraverso il Piano Mattei.
Nel dicembre 2021, durante la conferenza di rifinanziamento IDA20, l’Italia ha contribuito con 650 milioni di euro. Per assicurare il ruolo di leadership dell’azione climatica, l’Italia, nel nuovo rifinanziamento dovrebbe incrementare sostanzialmente la sua percentuale. Un impegno annunciato dall’Italia prima della conferenza finale potrebbe avrebbe l’effetto domino di trainare altri Paesi donatori, e sarebbe in linea con quanto chiesto dalle più grandi realtà italiane del terzo settore impegnate in Africa.
Foto di World Bank Group