PNIEC

Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) rappresenta lo strumento attraverso il quale gli Stati Membri definiscono le politiche e le misure per a conseguire gli obiettivi su energia e clima entro il 2030. In altre parole, il PNIEC costituisce il quadro di attuazione, a livello nazionale, per gli impegni per la riduzione delle emissioni che l’Unione Europea ha assunto sottoscrivendo l’Accordo di Parigi a COP21 (2015).

Dal momento che l’Europa ha firmato l’accordo come soggetto unico regionale, essa può presentare degli obiettivi congiunti e definire al suo interno le modalità per raggiungerli con i propri Stati Membri. Ciò avviene, infatti, con la composizione del PNIEC. L’ultimo di tali impegni, presentato nel 2020, prevede la riduzione del 55% di emissioni nette al 2030, per mettere l’Unione in ‘traiettoria’ per il raggiungimento dell’obiettivo della neutralità climatica al 2050. Il PNIEC, quindi, dovrebbe sì allinearsi con questo target, ma senza perdere di vista la prospettiva di medio lungo termine.

La prima bozza del piano nazionale italiano presentata nel 2020 pone i seguenti obiettivi :

  • 30% di rinnovabili nei consumi finali lordi di energia;
  • 20% di rinnovabili nelle quote di consumi finali lordi dei trasporti;
  • Riduzione del 43% dei consumi di energia primaria rispetto ai precedenti scenari;
  • Riduzione dei gas serra del 33% per tutti i settori non ETS;
  • Phasing out del carbone dalla generazione elettrica al 2025.

Secondo le prime valutazioni, tale PNIEC non è in linea per rispettare i target europei e necessita di un aggiornamento su tre direttrici: utilità rispetto agli obiettivi di energia e clima, trasversalità delle politiche ed efficacia nel conseguire i risultati attesi.

Perché è fondamentale per l’Italia

Il PNIEC è strumento che si configura come elemento chiave per il percorso di decarbonizzazione del Paese e il progressivo abbandono delle fonti fossili. Per tale motivo è essenziale che rientri in un modello di governance che ne consenta di monitorare e verificare il percorso e che garantisca la partecipazione al processo di attori su diversi livelli. Autorità locali, organizzazioni della società civile, comunità imprenditoriale, rappresentanze dei lavoratori, investitori fino ai singoli cittadini dovranno poter partecipare attivamente sia nella fase di revisione che nella valutazione periodica della strategia.

La sua realizzazione non è essenziale solo per far fronte alla sfida climatica, ma costituisce anche la definizione del percorso di allineamento sui fronti della transizione con gli altri paesi europei e, più estensivamente, risetto al contesto globale. La convergenza di sfide multi-attoriali e multisettoriali, dall’economia al settore industriale, sottolinea la necessità che il PNIEC si doti di un carattere trasversale nell’identificare le politiche di supporto alla transizione anche in ambito sociale.

La presentazione del PNIEC è un obbligo imposto dal regolamento europeo (UE) 2018/1999 sulla Governance dell’Unione dell’Energia. Tale regolamento stabilisce le tempistiche, le modalità e gli elementi minimi che devono essere presenti nei Piani, i quali rappresentano la sintesi della politica energetica e climatica degli Stati Membri e, di conseguenza, dell’Unione Europea, con un orizzonte temporale decennale (2020-2030, 2030-2040, ecc.). Entro giugno 2023, gli Stati Membri sono chiamati ad inviare alla Commissione Europea l’aggiornamento del proprio piano rispetto al primo decennio. In seguito, la Commissione elaborerà dei commenti che dovranno essere analizzati ed elaborati in vista della consegna definitiva prevista per fine 2023.

L’Italia non può perdere questa opportunità per dimostrare di fare la sua parte nel percorso globale di decarbonizzazione e, al contempo, per giovare del trampolino di lancio che l’innovazione e la transizione possono costituire per il Paese.